Versione 2

Caro Tito, non ci dà tregua la pandemia del Covid-19 (esplosa, come sappiamo, nell’autunno 2019 in Cina, covo pure di tante altre meno dannose epidemie, pandemie o semplici influenze annuali). Anzi, è sempre più virulenta e mortale. E ci sentiamo in pericolo ancora più di prima (cioè molto più dell’ondata di febbraio – maggio 2020). Tanto è che mi è tornata in mente la brevissima ma drammatica, quasi angosciante, poesia “Soldati” scritta da Giuseppe Ungaretti durante la Grande Guerra 1915-18 … << Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie >>. E questa del Covid-19 è davvero come una grande guerra mondiale, visti i disastri e le vittime che si stanno verificando in ogni parte del pianeta, persino nei nostri piccoli ed isolati borghi di montagna, addirittura nei nostri stessi quieti condominii con amici o parenti che vengono trasferiti in ambulanza versi le terapie intensive degli ospedali. Ci sentiamo come accerchiati e del virus letale sentiamo il fiato al collo. Abbiamo il timore, a volte il terrore, di esser colpiti da un momento all’altro da questo terribile “cecchino”. E la paura aumenta nell’ascoltare i telegiornali che sciorinano i tragici quotidiani bollettini di questa assurda strage, mentre i responsabili del mondo (e, in particolare, della nostra salute) cincischiano ancora, quasi giocando con la vita e la morte delle persone. Stanno saltando tutti i sistemi e le certezze. Ci sentiamo indifesi. In balìa. Sotto tiro. Abbandonati. Allo sbaraglio. Sicuramente ci sarà presto bisogno di un cambio di rotta per questa nostra pseudo-civiltà. Una virata di sopravvivenza a 360 gradi. Cosa che molti di noi stanno indicando da decenni.

1 – IO, IN QUARANTENA

Caro Tito, questi ed altri sentimenti o sensazioni possiamo trovare nella diaristica e nei resoconti di chiunque si sia apprestato a scrivere o a narrare (pure tramite i “social”) ciò che stava vivendo nelle “clausure” (lockdown) nazionali o locali, imposte dalle Autorità per evitare l’espandersi della pandemia, già durante la prima ondata dal 4 marzo al 3 giugno 2020 e poi anche in altri limitati periodi e in determinate zone. Tre mesi che nessuno di noi (se sopravviverà) potrà mai dimenticare. E il dottore Domenico Barbaro, psichiatra di Isernia con profonde origini calabresi, è tra coloro i quali hanno annotato la propria quarantena e le riflessioni che ne scaturivano, avendo sullo sfondo la propria esperienza umana e soprattutto professionale. E, poiché è assai altruista, ha voluto raccogliere e dare alle stampe i suoi “scarabocchi” affinché se ne conservi memoria documentale ma anche per cercare di aiutare specialmente chi è solo. Per essere vicino a tutti noi. Non a caso, l’ultimo paragrafo, alla pagina 115, conclude il libro con il dato di fatto “Quella solitudine che uccide più del virus”. Il dottore Barbaro è pur sempre un medico psichiatra che, per vocazione e missione, vuole e deve aiutare gli altri in tutti i modi possibili ed immaginabili. Senza lasciane nulla di intentato.

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Questo più recente lavoro di scrittura dell’amico Mimmo Barbaro, nativo di Platì (R.C.), s’intitola proprio “Io, in quarantena” ovvero “La lezione del Covid-19 tra precarietà e senso del limite”. Consta di 118 pagine ed è suddiviso in 13 capitoli, preceduti dalla Presentazione della dottoressa Giulia Capone (psicoterapeuta sistemico relazionale ad orientamento psicodinamico) e dalla Premessa dello stesso Autore: 1 – Sono in quarantena. 2 – La cultura del limite nelle relazioni. 3 – La relazione come possesso patologico. 4 – Relazione e solidarietà. 5 – La comunicazione. 6 – Pedagogia della comunicazione in età evolutiva. 7 – Cultura del limite nel benessere psico-fisico. 8 – La cultura del limite tra conflitti, ambizioni prestazionali, la politica dell’eccesso e l’ecosistema. 9 – L’abuso di sostanze psicotrope contro la cultura del limite. 10 – Quali obiettivi per la generazione coronavirus. 11- La via della fede. 12 – La pedagogia del limite nella pandemia dei disturbi mentali. 13 – Quella solitudine che uccide più del virus. L’immagine di copertina (intitolata “Il nonno contadino”) è dovuta al pennello di Ugo Martino, artista di Castelverrino residente ad Isernia (fondatore della onlus missionaria “www.oltrelavita.org” e per questi meriti reso “commendatore” – assieme alla moglie Titina – dal Presidente della Repubblica Mattarella, come eroi del quotidiano, il 29 dicembre 2020).

2 – LA DEDICA

A pagina 7 possiamo leggere la seguente dedica: << Agli Operatori Sanitari. Medici, infermieri ed OSS che hanno sacrificato la propria vita per curare le persone affette da Sars-CoV-2 >>. Ed è, a mio parere, la dedica più appropriata. Anche se bisognerebbe estenderla a tutte le vittime del Covid-19 e ai loro familiari, amici e comunità private di quasi centomila persone finora. E’ come se in Italia sia scomparsa una città come Udine, Novara o Piacenza. Ma il loro ricordo è implicito, poiché il dramma ed il dolore è unico, e non soltanto nel nostro Paese, poiché si mescola al grande dolore del mondo (ufficialmente quasi 2 milioni e mezzo di morti per Covid, nella realtà molti molti di più).

Coronavirus: un post dell'Associazione Nazionale Carabinieri Chiaravalle Centrale

La foto che ho scelto tra tante (per significare e fissare l’Italia del Covid, per come espressa dalla dedica del libro di Domenico Barbaro) si riferisce al notissimo disegno di Franco Rivolli, un artista veneziano quarantenne, il quale così ha detto all’ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata) l’11 marzo 2020: «In questi giorni drammatici sono tante le categorie di professionisti impegnate a contenere il contagio del coronavirus. Ma quelli davvero in prima linea sono, a mio avviso, i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che si occupano della nostra salute, mettendo in serio rischio la propria. Coprono turni massacranti, lavorano ininterrottamente e in condizioni non certo agevoli. Mi è quindi venuto spontaneo ringraziarli con questa immagine».

3 – ARCHIVIO DIARISTICO NAZIONALE

Caro Tito, nel 1984 il giornalista e scrittore Saverio Tutino (Milano 1923 – Roma 2011) ha fondato a Pieve Santo Stefano (in provincia di Arezzo) l’Archivio Diaristico Nazionale ( www.archiviodiari.org e tel. 0575-797730 ) con lo scopo di raccogliere gli scritti autobiografici della gente comune (diari, epistolari, autobiografie, ecc.) pure con l’intento di fare emergere la storia dell’Italia più intima e sconosciuta. Con gli anni, tale Archivio ha raccolto decine di migliaia di testimonianze, diventando celebre e punto di riferimento di innumerevoli persone, ma anche patrimonio riconosciuto dal Ministero per i Beni Culturali. Accanto all’Archivio, dal 2013 è attivo il Piccolo Museo del Diario ( https://www.piccolomuseodeldiario.it/ – https://www.facebook.com/piccolomuseodeldiario/).

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L’Archivio Diaristico Nazionale ha una sezione dedicata ai << Diari dall’isolamento – Italiani in quarantena >> di cui un’antologia può essere consultata nel sito << https://www.promemoria.org/italiani-in-quarantena/ >>. Spedirò per Posta copia del libro dell’amico Mimmo Barbaro a questi Archivi di Pieve Santo Stefano perché ne resti maggiore utilità e memoria, così come farò pervenire altre copie alle principali Biblioteche Nazionali italiane, ai sensi della Legge n. 106 del 15 aprile 2004 “Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinate all’uso pubblico” che (assieme al DPR 252 del 03 maggio 2006) regola l’obbligatorietà dell’invio dei libri pubblicati alle strutture istituzionali territoriali. Tra questi c’è la Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro ( http://www.bibliotecacalabresesoriano.it/ e tel. 0963-352363) che è da considerare come una Biblioteca Regionale Centrale per noi nati in terra di Calabria o per pubblicazioni su argomenti calabresi.

4 – ALTRI LIBRI DEL DOTTORE BARBARO

Dal sito www.domenicobarbaro.it riprendo la bio-bibliografia dell’amico Mimmo Barbaro, incontrato al Liceo classico statale di Locri nel 1969 e poi ritrovato all’Università di Roma “La Sapienza” dove ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia. Successivamente si è specializzato in Psichiatria all’Università di Napoli. Vive e lavora a Isernia (mia stessa provincia di residenza o, meglio, di “esilio”) dove da oltre 40 anni svolge attività di psichiatria clinica e psicoterapia.

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Per circa un ventennio ha diretto il Servizio Tossicodipendenze di Isernia e Venafro dedicandosi pienamente, nei primi anni, alla prevenzione e al trattamento del disagio giovanile.

All’interno del mondo scolastico ha partecipato come formatore a numerosi corsi dedicati all’aggiornamento dei docenti, oltre a svolgere il ruolo di consulente nei CIC degli Istituti superiori.

Ha fatto parte della Consulta Nazionale delle tossicodipendenze istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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E’ autore di un libro intitolato “Da un capodanno all’altro – storie di droga in provincia” (1999) in cui ha descritto l’evoluzione del fenomeno in una realtà periferica, e di numerosi articoli giornalistici sul fenomeno della devianza giovanile e sulle trasformazioni generazionali nella cultura inquieta, e spesso inquietante, del nostro tempo.

In epoca recente ha dato alle stampe altre due pubblicazioni. La prima “Se Giulio non cambia…” per l’editore Gangemi di Roma (2014) e la seconda “Pedagogia dell’onnipotenza” (2016).

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In occasione del Natale 2020 ha pubblicato l’opuscolo “Dieci volte Natale” una bella e toccante raccolta di poesie su tale appuntamento religioso e familiare annuale, con un accorato sguardo agli immancabili eventi drammatici del mondo, specialmente a quelli che vedono soffrire gli innocenti e i bambini. Ne abbiamo scritto il 22 dicembre 2018 (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-232-auguri-di-ben-buon-etico-natale-con-le-poesie-dello-psichiatra-domenico-barbaro-calabro-molisano-di-plati-e-isernia/) ed abbiamo diffuso tale opuscolo con la “Lettera a Tito n. 313” il 13 dicembre 2020 (https://www.costajonicaweb.it/wp-content/uploads/2020/12/Domenico-Barbaro-DIECI-VOLTE-NATALE-Poesie-08-dic.-2020.pdf).

5 – IN WWW.COSTAJONICAWEB.IT

Caro Tito, questo sito (ripreso spesso molto lodevolmente ed utilmente da www.soveratoweb.com e da www.ilreventino.it) ha trattato i temi medico-sociali del dottore Barbaro nei seguenti momenti: il 13 maggio 2013 (https://www.costajonicaweb.it/intervista-a-domenico-barbaro-psichiatra-e-psicoterapeuta-ex-direttore-del-sert-isernia-venafro/); il 12 giugno 2014 (https://www.costajonicaweb.it/lautore-domenico-barbaro-presenta-il-libro-se-giulio-non-cambia-tra-storia-e-sociologia-sulle-droghe/); il 20 agosto 2014 (https://www.costajonicaweb.it/sabato-23-agosto-alle-ore-1830-a-plati-r-c-si-presenta-il-libro-dello-psichiatra-domenico-barbaro-se-giulio-non-cambia/); l’11 febbraio 2015 (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-104-umanizziamoci-con-lassociazione-volontari-ospedalieri/);

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il 14 dicembre 2016 (https://www.costajonicaweb.it/presentazione-del-libro-la-pedagogia-dellonnipotenza-dello-scrittore-domenico-barbaro/); il 18 dicembre 2016 (https://www.costajonicaweb.it/la-pedagogia-dellonnipotenza-intervista-allo-psichiatra-isernino-domenico-barbaro-originario-di-plati-rc/); il 21 dicembre 2016 (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-163-buon-natale-a-tutti-ricordando-aleppo/) e il 13 dicembre 2020 (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-313-natale-di-solidarieta-ai-tempi-del-covid-19-nel-funesto-anno-2020/).

6 – OMAGGIO ALL’8 MARZO DELLE DONNE

Siamo nell’imminenza dell’8 marzo “Festa delle Donne”. Vorrei suggerire ai nostri Lettori tre piccoli modi per considerare tale ricorrenza che vale 365 giorni l’anno per tutti gli anni. La prima è quella di rendere omaggio a tutte le donne del Covid (vittime, sanitarie, soccorritrici, familiari, ecc.) attraverso la diffusione del libro di Domenico Barbaro << IO, IN QUARANTENA >> qui allegato in DPF. Con preghiera di diffonderlo e di condividerlo il più possibile.

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La seconda è di esaminare la possibilità di regalare il libro << DONNE – Racconti cosentini >> di Rita Fiordalisi per come proposto dall’Editoriale Progetto 2000 (deguzza@tin.it). La terza è far girare la foto inviatami dal dottore Guerino Nisticò (animatore culturale e guida turistica in Badolato – CZ) e che rappresenta il ricordo di una delle tante ragazze badolatesi e del meridione italiano che sono state richieste come moglie da giovani agricoltori della Pianura Padana tra il 1945 e il 1980. Tale “pietra della memoria” è stata scolpita da Gianni Verdiglione il quale (assieme a Pepé Argirò, Domenico Gallelli e Vincenzo Invento) stanno ricamando Badolato Superiore con indicazioni di fatti, personaggi e significati utili a mappare il borgo antico (per i turisti e i residenti) con la letteratura del popolo che per mille anni ha abitato questo luogo di grandi sofferenze, lavoro, evocazioni e sentimenti, ma anche di un’infinità di canzoni create da semplici contadini, artigiani di operai.

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Sarebbe pure utile far girare il link << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-320-la-difficile-emigrazione-femminile-matrimoniale-e-contadina-in-italia-da-sud-a-nord-1945-1985/ >> che intende celebrare le donne e le lavoratrici del popolo badolatese e meridionale. Nella “pietra della memoria” qui evidenziata c’è scritto << VINNA NU BELLU GIUVANOTTU DA CAMPAGNA E VERONA E SA LEVAU”. Tradotto dal badolatese all’italiano: “E’ venuto un bel giovane dalla campagna di Verona e l’ha sposata” (letteralmente “se l’è portata via”).

7 – SALUTISSIMI

Caro Tito, ci vorrebbe maggiore mobilitazione e responsabilità per contrastare più efficacemente il Covid-19. Mi vorrei sbagliare, ma fin dall’inizio ho percepito che c’è qualcosa che non quadra in tutta questa pandemia. Però, ormai che c’è non abbiamo scelta. La << RESISTENZA >> popolare è, intanto, quella di ridurre al minimo possibile i danni umani, sociali, economici e politici di tale pandemia “indotta”. E poi è urgente giungere ad una migliore e più efficace visione del Mondo e della Wita, con l’impegno di più persone e popoli possibile.

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In questi ultimi mesi mi sono giunte diverse richieste di inserire (in queste Lettere a Tito) “finestre di evidenza e di memoria” che non posso aprire come vorrei, per mancanza di tempo amatoriale ma anche per insufficienti energie personali. Perciò, se tu sei d’accordo, la prossima “Lettera n. 322” potrà essere dedicata ad una << MISCELLANEA >> per poter dare a tutti i richiedenti un pur minimo spazio di visibilità e comunicazione. Intanto, ti ringrazio, a mia volta, per il prezioso spazio che tu concedi a me, pure per essere utile ad altri e, in particolare, alla nostra Terra, a tutto il Sud e, per quanto possibile, all’universo-mondo. Con tanta cordialità,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

Iter Love City, lunedì 01 marzo 2021 ore 10.00 – Le foto (che non hanno un autore evidenziato nel testo) sono state prese dal web.

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