foto RIVOLUZIONE 0Caro Tito, nella mattinata di mercoledì primo gennaio 2014, capodanno, mi sono svegliato con una insistente idea in testa: quale rivoluzione sarà quella del 21° secolo, dal momento che il mondo sta ribollendo sempre più intensamente e pericolosamente?… E’ probabile che tale preminente idea sia stata l’inconscia conseguenza non dello spumante bevuto (io sono astemio) bensì dei botti e dei fuochi d’artificio che pure in Agnone del Molise hanno dato, con tale lieto e preferibile bombardamento, l’addio al 2013 e il benvenuto al 2014. Infatti, quando si pensa ad una “vera” rivoluzione (quella per la presa del potere politico che permetta di governare una nazione o il mondo stesso) si danno per scontate guerre civili, vittime e distruzioni, come la Storia purtroppo insegna.

foto RIVOLUZIONE 1In effetti, il termine “rivoluzione” (ribadisco, bisogna usare tale termine esclusivamente per la presa del potere, specie se dopo una spietatissima dittatura) evoca e significa lotte, combattimenti, sangue, sofferenze immani (lo dimostrano ancora oggi le guerre civili in atto in Siria e in altre zone del nostro martoriato pianeta). E’ raro trovare nella Storia umana “rivoluzioni” pacifiche senza spargimento di sangue. Tuttavia, da qualche tempo il termine “rivoluzione” è assai abusato e male utilizzato nel linguaggio corrente, poiché si è soliti definire impropriamente “rivoluzione” un qualsiasi grande e determinante cambiamento (spesso di natura migliorista) che avviene nei campi più diversi come, ad esempio, rivoluzione industriale, rivoluzione scientifica, economica, religiosa, culturale, giovanile, sessuale, eccetera.

foto RIVOLUZIONE 3Però, secondo me, sarebbe opportuno riportare la parola “rivoluzione” al suo significato principale ed originario, storicamente più vero ed appropriato. E, nelle vicende umane, “rivoluzione” può essere soltanto significare un radicale cambiamento politico, ciò che poi caratterizzerà la nazione, lo Stato governato con nuovi uomini, metodi e culture socio-politiche, differenziandosi nettamente dal precedente regìme. Una rivoluzione più è radicale e più porta ad una netta rottura o “discontinuità” (termine assai di moda oggi ma in modo troppo immaginifico e assai poco concreto). E’ accaduto con tutte le vere rivoluzioni, anche se poi la natura umana è solita livellare e disinnescare alla lunga qualsiasi tentativo innovativo, nel bene e nel male. Comunque, tra le più vere rivoluzioni ci sono quelle propriamente “top” o “epocali” che hanno cambiato definitivamente o almeno corretto in modo determinante e visibile il mondo, apportandovi nuova indubitabile linfa vitale. E’ il caso, ad esempio, della Rivoluzione Francese (1789-1793) che, pur tra fortissime contraddizioni, ha significato davvero molto non soltanto per la Francia ma per tutto il pianeta, poiché costituisce uno spartiacque tra il vecchio e il nuovo modo di concepire e governare una nazione e un mondo.

foto RIVOLUZIONE 4Chiarito il termine (perché bisogna sempre distinguere il tema su cui si disquisisce), “La Rivoluzione del 21° secolo” se ci sarà (ma sono convinto che ci sarà, eccome!) avrà le caratteristiche tipiche di una “top revolution” ovvero di “una rivoluzione epocale”, un evento che porterà al comando del mondo (ormai dobbiamo per forza parlare di governo globale, palese od occulto) persone, gruppi e valori nuovi o rinnovati (nel bene o nel male). Sarà violenta e cruenta?… Più probabilmente sì, ma ovviamente speriamo di no!… Dipenderà da come si sta già preparando e quale filone sarà alla fine prevalente. Il metodo violento, distruttivo e catastrofico è ciò che, poveri noi, al momento sta prevalendo.

foto RIVOLUZIONE 5Ricordo, ad esempio, che la Rivoluzione Francese è stata preparata da rivendicazioni e innovazioni che il cosiddetto “Illuminismo” (corrente prettamente filosofica, punta di diamante del movimento socio-culturale ed economico che portò al ribaltamento, alla grande svolta) ha saputo sintetizzare e fare esplodere. E’ stata una rivoluzione per il cambio delle classi sociali al potere (sicuramente) ma anche una rivoluzione di valori … gli stessi che, paradossalmente, aveva smarrito o tradito la Chiesa Cattolica divenuta essa stessa potere regressivo e repressivo quando invece avrebbe dovuto essere “Chiesa di servizio all’umanità” ovvero “una Chiesa povera per i poveri” … proprio quella che oggi – a distanza di oltre 200 anni dalla Rivoluzione Francese – vorrebbe Papa Francesco!

Slogan-valori memorabili come “libertà, uguaglianza, fraternità” (già patrimonio e proposta degli antichi filosofi politici e degli illuminati delle grandi religioni storiche) restano ancora attuali, promemoria di un’altra rivoluzione epocale quale fu principalmente, ad esempio, quella di Gesù di Nazareth (detta Cristianesimo) … la quale, a sua volta, trova nel nostro Pitagora (come abbiamo già evidenziato presentando il libro di Salvatore Mongiardo “Cristo ritorna da Crotone” nello scorso mese di dicembre) le sue più convincenti e perpetue basi. Valori, ovviamente, in gran parte utopici (constatata sempre la natura umana e sociale) ma che hanno avuto un grande e determinante punto di riferimento per le Carte costituzionali di quasi tutti gli Stati formatisi dopo quella rivoluzione e anche dopo la “Rivoluzione marxista” di base (che, guarda caso, trova tuttora nel filosofo calabrese-universale Tommaso Campanella una fonte ineludibile ed inesauribile).

Come ho accennato sopra, tutte le rivoluzioni hanno in sé quel poco o quel tanto di “utopìa” (che altro non è se non una congenita aspirazione umana-filosofica-esistenziale o l’inguaribile ottimismo della volontà) necessaria per gli sconvolgimenti epocali. E le utopie sono il propellente per fare scoppiare le rivoluzioni piccole o grandi, nazionali o epocali e globali. Ben sappiamo che la Calabria è da sempre “terra di utopie” e che tali sue utopie (si sta sempre più dimostrando storicamente) sono state parte almeno (se non tutto) del propellente delle più importanti rivoluzioni del mondo. Adesso bisognerà vedere che tipo di rivoluzione si sta preparando (nel bene e nel male) avente come base pure la Calabria.

foto RIVOLUZIONE 6E poiché sono personalmente convinto che “La Rivoluzione del 21° secolo” partirà o avrà radici ancora una volta in Calabria (plurimillenaria terra-laboratorio delle contraddizioni e delle aspirazioni del mondo intero) ho chiesto a Franco Arcidiaco (fondatore e direttore della “Città del Sole Edizioni” in Reggio Calabria www.cdse.it) di esaminare la possibilità di realizzare una rivista cartacea o, meglio ancora, internet intitolata proprio “La Rivoluzione del 21° secolo” chiamando le migliori menti contemporanee (con uno sguardo pure al passato) ad immaginare come quando e perché ci sarà una tale rivoluzione epocale da qui all’anno 2100.

In attesa che l’editore Franco Arcidiaco dia una risposta, proverò io stesso a continuare, per qualche lettera ancora, a delineare più esplicitamente alcune mie impressioni ed ipotesi su “La Rivoluzione del 21° secolo” a cominciare dalla “Rivoluzione mafiosa globale” (che mi sembra quella più complessa e probabile), ma accennando pure a quella che già ho definito “La rivoluzione dei piragna” (cioè di coloro che stanno spolpando, ossificando e desertificando in tutti i modi il mondo), convinto come sono che la Bastiglia del 21° secolo non potrà che essere Wall Street (il palazzo della Borsa di New York dove si decidono più concretamente i destini di ricchezza per pochissimi e di povertà per l’intera umanità). Uno sguardo bisognerà dare ad altre variabili come, ad esempio, a quella del “clima” poiché è assai verosimile che sarà il nostro pianeta a fare la sua “rivoluzione epocale” non più sopportando le nostre immani e fatali sevizie. Chi vivrà vedrà!

Saluti e baci, Domenico Lanciano

Domenico Lanciano - Giornalista
Domenico Lanciano Giornalista

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