capo-sud-la-creazione-e-la-ricreazione-1999Caro Tito, poche ore fa, da uno dei telegiornali della RAI, ho appreso la notizia che a Vilnius, capitale della Repubblica di Lituania, tra Russia e mare Baltico, dove sono stato in visita recentemente (domenica 22 e lunedì 23 luglio 2018 con il gruppo di “Capit Molise” come ti ho raccontato nella “Lettera n. 219”), un’agenzia pubblicitaria (Go Vilnius) ha avuto un autentico e brillante “colpo di genio”. Ha infatti lanciato un magnifico ed efficace slogan che ha fatto molto scalpore ma che ha pure suscitato molti apprezzamenti e tanta di quella curiosità da far conoscere a tutto il mondo l’esistenza di questa piccola ma bellissima repubblica baltica che (uscita da appena 27 anni dal giogo sovietico-comunista, assieme alle confinanti consorelle Lettonia ed Estonia) finora riteneva di non avere sufficiente ed utile visibilità internazionale.

Complimenti, perciò, alle autorità turistiche della città di Vilnius e, in particolare, congratulazioni ai due bravissimi e geniali ideatori dello spot che sta facendo il giro del mondo: Skaiste Kaurynaite (27 anni) e Jurgis Ramanauskas (25) entrambi studenti.

VILNIUS PUNTO-G DELL’EUROPA

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La foto principale dello spot pubblicitario (ce ne sono altre due, anch’esse assai eloquenti, una al maschile ed una al femminile) mostra una giovane donna, voluttuosamente distesa su un lenzuolo raffigurante la cartina geografica dell’Europa mentre, in preda al piacere, stringe con una mano il punto in cui si trova la capitale lituana. Accanto a tale composizione narrativa è evidenziata la seguente frase (breve ma assai efficace) scritta in inglese: “Nobody knows where it is, but when you find it it’s amazing … VILNIUS, THE G-SPOT OF EUROPE”. Cioè “Nessuno sa dove sia, però quando lo si trova è fantastico … VILNIUS IL PUNTO-G DELL’EUROPA”. Un’idea davvero geniale quanto intelligente … lieve e forte (soft-hard) allo stesso tempo!

Per quei pochi che ancora non sanno cosa s’intenda per “Punto G” … è un punto che si sa per certo essere posizionato nella vagina ma ancora nessuno sa dove sia effettivamente localizzato. Fatto sta che chi ha la fortuna di toccarlo ha moltiplicato il piacere e l’orgasmo. Di conseguenza, Vilnius sembra essere una città capitale semi-sconosciuta ai più (che non sanno nemmeno dove si trovi, come il “Punto-G”) … per cui i fortunati che ci andranno sicuramente godranno di quei piaceri esaltanti riservati ai più bravi e premurosi!

LA SINDROME DI STENDHAL

copertina-libro-volevo-i-pantaloni-lara-cardella-1989In fondo, tale “estroso” spot è una riedizione in salsa nordico-lituana della nostra italianissima “sindrome di Stendhal” (vedi in fondo la “Seconda Lettura Parallela”) che procura così tante intense emozioni, rapimenti ed éstasi da rasentare l’orgasmo mentale e sessuale o malesseri da stordimento per troppa bellezza vista e goduta. Così, lo stile italiano della “Grande Bellezza” ha imitatori ovunque. E, in effetti, la città di Vilnius, tutta la Lituania e gli altri Paesi che si bagnano nel mare Baltico sono di una bellezza propria del “Grande Nord”. E’ una “bellezza struggente” come struggente è la bellezza del nostro profondo Sud. Due opposti che si attraggono e si calamitano.

SPOT IN STILE OLIVIERO TOSCANI

Inoltre, il ricorso (sebbene con garbo e divertimento) al doppio senso (sessuale) è un espediente tipico della pubblicità, cui ha fatto ricorso persino un genio come il fotografo Oliviero Toscani con i suoi manifesti murali che (negli ultimi 50 anni) hanno spesso sconvolto intere città, ma che, comunque, hanno cambiato per sempre il modo di fare pubblicità a idee, concetti o prodotti. Si pensi ad uno dei suoi primissimi “scoop” (modo di trovare e presentare notizie o immagini anche troppo sensazionali e tali da colpire l’immaginario delle persone che devono acquisire atteggiamenti sociali o merceologici) … quello del grande manifesto murale “Chi mi ama mi segua” (1973) che utilizza una frase del Vangelo con l’aggravante dell’avvenente “lato B” di una ragazza che indossa ovviamente un “Jesus jeans”. Roba da folli nell’anno 1973, eppure il messaggio è passato incolume nonostante le furiose polemiche del ben pensanti e della Chiesa Cattolica. Ma allora era un’Italia fresca di sessantottismo! In Lituania sono ancora doloranti di comunismo-sovietico e lo spot di Vilnius è anche una grande attestazione di democrazia e di libertà!

EUFORIA DI LIBERTA’

oliviero-toscani-chi-mi-ama-mi-segua-1973Dunque, in Lituania (nazione resasi indipendente dalla dittatura comunista-sovietica appena 27 anni fa, il 6 settembre 1991) hanno capito abbastanza presto come si fa a sopravvivere nel mondo capitalistico e competitivo pure in campo turistico ed usano metodi scioccanti o, comunque, tendenti a colpire fortemente la mente delle persone da sedurre, così come adesso vuole, anzi esige il “Mercato globale”.

Al di là delle polemiche o di tanti altri commenti, possiamo dire che questo spot pubblicitario per attrarre tanti tanti turisti a Vilnius e al resto della Lituania (e delle altre due Repubbliche Baltiche di Lettonia ed Estonia) resta un prezioso esercizio di libertà creativa, dopo i lunghi decenni di grigio dominio sovietico. E’ questo spot il segno eloquente di quella che possiamo definire l’euforia (preoccupata) della libertà. Dico “preoccupata” poiché, in tutti gli ex Paesi comunisti ora liberi da me finora visitati, ho notato che nella gente c’è ancora incredulità sulla libertà così insperatamente sopraggiunta e che temono di poter perdere da un momento all’altro se solo il vicino Orso Russo decidesse di tornare a graffiare i Paesi Baltici (con i quali, guarda caso, non ha ancora effettuato ufficialmente nemmeno la delimitazione dei confini nazionali).

IL TURISMO AIUTA LA PACE NEL MONDO

Con questo “slogan” ho concluso nel 1982 il mio depliant a colori “Badolato 4 dimensioni: mare, collina, montagna e lago” (finanziato dalla Pro Loco), cosciente che il turismo (anche di massa) aiuta la conoscenza reciproca e, quindi, l’amicizia tra i popoli e la pace nel mondo.

IL TURISMO E’ LA PIU’ GRANDE INDUSTRIA

logo-papa-francesco-visita-la-lituania-2018Se ci pensiamo bene, il turismo (muovendo milioni, anzi miliardi di persone contemporaneamente) è la prima industria globale. Infatti, questi innumerevoli turisti hanno bisogno di mezzi di trasporto per muoversi, di nutrimento, alberghi, luoghi decorosi e puliti, e quant’altro. Così, lavorano le industrie pesanti (autobus, navi, treni, aerei, ecc,) , l’industria alimentare (agricoltura, pesca, ecc.), edilizia (hotels, case-vacanze, infrastrutture, ecc.), l’industria dell’accoglienza (scuole professionali, intrattenimento, guide, ecc.), l’industria bancaria (depositi, prestiti, transazioni, ecc.) e tante altre industrie minori. Insomma, il turismo fa molto bene all’economia, alla distensione e alla pace!…

Gemellaggio NORD-SUD

Perciò, caro Tito, ci dobbiamo impegnare tutti affinché il “turismo” si moltiplichi e unisca sempre più le genti, creando amicizia e reciprocità. Infatti, pure per questo aspetto della “reciprocità”, invito a realizzare, prima possibile, un “Gemellaggio Grande Nord Europa con i nostri Paesi mediterranei” pure all’insegna dell’Ulisse unificatore (come dicevo nella lettera precedente). In particolare, urge unire pure il “Tridente mediterraneo” delle tre punte continentali più a sud d’Europa (Spagna, Area dello Stretto Reggio-Messina, Grecia) aggiungendo lo Stretto di Istanbul e quello di Gibilterra. Così invito gli abitanti mediterranei ad andare al “Punto-G d’Europa” (cioè a Vilnius e dintorni) e invito gli abitanti del Grande Nord Europa a venire nel nostro Meditarraneo, specialmente nei nostro CAPO SUD (Stretto di Messina-Reggio). Sosteniamo, quindi, lo slogan e lo scoop pubblicitario dei giovani lituani e rendiamolo operativo prima possibile! ANDIAMO TUTTI IN LITUANIA E NELLE ALTRE REPUBBLICHE BALTICHE, come farà Papa Francesco dal 22 al 25 settembre prossimo.

LO SPOT DI BADOLATO IN VENDITA

logo-papa-francesco-visita-la-lituania-2018Già nel 1986 io stesso ho usato uno spot, uno “slogan-scoop” sensazionale come quello di “Badolato paese in vendita in Calabria” per tentare di salvare il borgo del mio comune natio dal più completo spopolamento demografico e da sicura morte. In tanti hanno definito “provocazione” questo mio SOS, questo appello estremo che, a modo suo, ha dato incoraggianti risultati, cambiando decisamente in meglio il corso delle cose. La storia di questi 34 anni ci dimostra che molti altri Comuni hanno ripreso il discorso badolatese della salvezza dei borghi antichi e, nel frattempo, si è creata una apposita cultura, anche se i Governi che si stanno succedendo non hanno preso un atteggiamento deciso per la valorizzazione delle zone interne (quelle più desertificate e disagiate) e delle periferie. Dobbiamo insistere su tale aspetto indispensabile!

PARLIAMO DI ARDITI SLOGANS

logo-papa-francesco-visita-estonia-2018Caro Tito, come sai, la Storia così come la vita quotidiana è traboccante di slogans, termine che pare derivi dal gaelico scozzese “sluagh-ghairm” (pronunciato “slogorm”), tenendo presente che “sgluagh” era il nemico da spaventare con il “ghairm” ovvero con l’urlo o il grido di inizio battaglia. Nonostante siano passati tanti secoli, fondamentalmente lo “slogan” attuale ha conservato il suo significato sostanziale di grido “attacco” per “spaventare”, colpire e conquistare. Perciò, uno slogan può essere o mostrarsi accattivante oppure più ardito, duro, pretenzioso e persino espresso come promessa o minaccia. Fatto sta che resta un “grido” o “sussurro” di conquista per ottenere qualcosa.

Oggi come oggi, si parla sempre più di “politica gridata” (ovviamente sempre a slogan o frasi brevi e atteggiamenti seducenti da intervista televisiva che possa impressionare, “bucare lo schermo” per essere ricordata). Sembra che abbia ragione chi grida di più (leggiamo: chi mostra più muscoli e violenza). Ricordiamo che, nella Prima Guerra Mondiale, l’Italia ha istituito ed utilizzato i reparti speciali dei cosiddetti “Arditi” per le azioni più pericolose ed impossibili. E, nella vita pubblica (specie politica e commerciale), quella dell’ardito è una figura ed un ruolo assai ambìto ed osannato.

logo-papa-francesco-in-lettonia-2018Da ciò, conseguentemente, possiamo parlare di “slogans arditi” prodotti da persone o sistemi già di per sé stessi più audaci e temerari che agiscono senza pudore o senza il senso della misura e dell’equilibrio. Infatti, possono urtare la suscettibilità di molti ambienti o di tantissime persone. Molti spot commerciali televisivi sono stati ritirati per le proteste dei telespettatori, avanzate singolarmente o tramite le associazioni utenti-consumatori. Ricordo che io stesso ho protestato, con lettere ed articoli di stampa (pubblicati anche a livello nazionale), contro alcuni spot-Tv di una marca automobilistica francese che usava il tentato “suicidio” ed altri espedienti inopportuni nei suoi 30 secondi di pubblicità.

CONTRO IL PUNTO-G DI VILNIUS

Onestà vuole che qui io scriva anche delle proteste che lo slogan di Vilnius come “Punto-G dell’Europa” ha avuto in casa. A lamentarsi, ovviamente (trattandosi di sesso) è stata la ancora e sempre sessuofobica Chiesa Cattolica (addirittura equivocando, a mio modesto parere, i termini della questione): “Così si rafforza l’immagine di Vilnius come destinazione per il turismo sessuale” pare abbia detto (come riportano le cronache, io non l’ho sentito) l’arcivescovo della capitale lituana, Gintaras Grusas, criticando altresì lo sfruttamento della sessualità femminile a fini pubblicitari (discorso che meriterebbe più adeguati approfondimenti).

Inoltre, ad imbarazzare la Chiesa Cattolica (secondo quanto emanato dall’agenzia stampa BNS) è la tempistica dell’audace quanto inopportuno lancio pubblicitario, avvenuto (chissà perché?) proprio in vista della visita pastorale di Papa Francesco a Vilnius che dovrebbe realizzarsi in città dal 22 al 25 settembre prossimi (estendendo il viaggio a Lettonia ed Estonia). “L’ufficio turistico della capitale avrebbe dovuto veicolare l’immagine di una città di speranza e misericordia e non riproporre il vecchio cliché di meta a luci rosse low cost” insistono dalla Curia.

copertina-rivista-eros-novembre-1984-primo-numeroIl Primo Ministro lituano Saulius Skvernelis ha cercato di smorzare i toni della polemica, come è suo compito di mediatore nazionale. All’Associated Press ha dichiarato, tra l’altro: “E’ una scelta pubblicitaria strana, ma credo che non vada troppo oltre. La Lituania è un Paese democratico e questa è una decisione della città di Vilnius non del governo. Per quanto riguarda la tempistica nell’imminenza dell’importante visita del Papa, forse ci sarebbe dovuta essere una maggiore coordinazione degli interventi pubblici”.

Inga Romanovskiene (manager della campagna “Go Vilnius” che ha praticamente lanciato lo spot, ideato dai due studenti ultraventenni, nati e cresciuti nella nuova cultura di libertà del dopo-regime comunista totalitario sovietico) conviene sul fatto che la visita del Papa è un evento più unico che raro, quindi assai importante, ma evidenzia il fatto che Vilnius è (come quasi tutte le città e i luoghi turistici del mondo, aggiungo io) vittima di una competizione assai agguerrita, specialmente in Europa. La tanto discussa pubblicità, comunque, costituisce un’idea estremamente coinvolgente per suscitare interesse pure per tutta la Lituania e, quindi, non solo per la capitale, che accoglierà presto il Papa.

IL COMUNE SENSO DEL PUDORE SI EVOLVE

vilnius-punto-g-d-europa-femmina-08-08-2018-spotInoltre, ritengo che talvolta alcune piccole forzature ci vogliano (pensiamo alla minigonna oltre 60 anni fa o ai film di costume) anche per far “crescere” ed evolvere il concetto del “comune senso del pudore” e persino la valutazione dell’offesa al “pudore” come previsto dall’ordinamento giuridico del Paese dove avviene l’evento. Ma trattandosi di un fatto, quello di Vilnius, che ha avuto ripercussioni “globali” (almeno a livello di media) è necessario chiedersi quale sia oggi il “comune senso del pudore” a livello planetario ai tempi di internet, visto e considerato che film e spettacoli sessualmente arditi, spinti o addirittura palesi sono ricercati e consumati molto abbondantemente in pubbliche sale o pubbliche piazze, mentre è stato ampiamente e scientificamente dimostrato che la più audace pornografia è il genere di consumo più usato, specialmente là dove le società sono più chiuse (ad esempio, Paesi islamici) e che, quindi, non c’è morale che tenga di fronte al sesso, purché (è ovvio) non diventi abuso e non sia criminale.

La nuova coscienza pubblica e giuridica nella mentalità occidentale (che comunque nella globalità del mondo domina gli orientamenti) permette un margine abbastanza alto e concreto di espressione (a volte anche imbarazzante), mentre in quasi tutti i Paesi islamici o tradizionalisti o maschilisti nulla di tutto questo è ammesso, per motivi religiosi o politici, oltre che per tradizioni e costumi culturali. Nei Paesi di concezione e diritto occidentale, gli aspri dibattiti sociali e la maturità nostra personale (costruita nei decenni pure con fatica, superando superstizioni e preconcetti persino piuttosto pesanti) sono serviti a ridimensionare il concetto di “offesa al pudore” spostando l’attenzione al bene protetto, cioè alla persona che ha così acquistato un maggior valore umano, sociale, giuridico e istituzionale.

vilnius-punto-g-d-europa-foto-maschio-08-08-2018-spotAdesso da noi persino l’educazione sessuale si insegna nelle scuole pubbliche e quasi nessuno si scandalizza o si dovrebbe scandalizzare a parlare di sesso o di parti intime anatomiche (come vagina, clitoride, pene, seni, ani, ecc.) figuriamoci di “Punto-G” che nessuno ha visto o toccato fisicamente ed è cosa che occupa maggiormente l’immaginario di coloro i quali sanno che esiste e che però, come dice lo spot di Vilnius, non sanno veramente come è oppure dove sia localizzabile.

IL CONTRIBUTO DELLE LOTTE DEL 1968

Caro Tito, io e te abbiamo ormai una certa età (oltretutto tu sei già felicemente nonno di Leonardo, neo-arrivato nella tua famiglia) e, quindi, possiamo testimoniare l’evoluzione della cultura riguardo l’aspetto sessuale e sentimentale avvenuto in Italia e specialmente nel nostro Sud. Circa 60 anni fa (negli anni 50-60) dalle nostre parti poteva essere persino pericoloso guardare o corteggiare una ragazza e le ragazze erano considerate persino “puttane” se osavano indossare una minigonna o addirittura i pantaloni (ricordi l’autobiografia – intitolata “Volevo i pantaloni” – scritta dall’allora adolescente “sicilianuzza bedda” Lara Cardella di Licata e pubblicata nel 1989 – non un secolo fa – con grande successo internazionale?).

vilnius-capitale-lituania-panorama-notturno-lungofiumeCosa succede adesso?… Grazie anche alle lotte femminili e alle lotte studentesche-operaie-intellettuali del 1968 e anni seguenti (le prime lotte veramente globali che volevano cambiare il mondo e renderlo migliore, riuscendoci in buona parte), la morale pubblica si è evoluta lentamente, consolidandosi in una veduta del mondo più rispettosa delle persone, tralasciando i tetri pregiudizi che chiudevano le donne e le condannavano solo se osavano uscire da casa da sole (come ancora avviene in taluni Paesi maschilisti)!

ALCUNI ESEMPI MIEI PERSONALI

Adesso ti presento qualche mia significativa esperienza a riguardo, cominciando da alcune “Lettere su Badolato” (che tu hai pubblicato, poi riprese dalla gentilezza di www.soveratoweb.com) con le quali raccontavo le mie prime esperienze sessuali per dimostrare come eravamo sullo Jonio calabrese durante la nostra adolescenza, negli anni 60. Non ho ricevuto alcuna protesta per queste mie rivelazioni, il che mi sembra abbastanza positivo per la progredita maturità dei lettori. Se qualcuno aveva da ridire o voleva rimproverarmi o dirmi di sentirsi in imbarazzo o addirittura offeso per ciò che aveva letto … ebbene, non me lo ha dimostrato, nemmeno per vie indirette. Ma qui siamo abbondantemente nel 21° secolo!

PRIMA DEL SILENZIO – 1995

vietato-laccessoBasta tornare indietro al 1995 (ad appena 23 anni fa) al mio libro “Prima del Silenzio”. Presentando alcune mie poesie alquanto normali nel linguaggio e assolutamente non erotiche (ma con qualche immagine assai velata di delicato erotismo quotidiano) ho sentito l’esigenza di avvisare il lettore più sensibile, suscettibile o eccitabile a saltare i versi presenti in alcune ben determinate pagine, di cui ho elencato la numerazione da evitare per togliersi da solo dall’imbarazzo salvando così le poesie più leggibili a suo intendimento. Meglio essere chiari fin dall’inizio, poiché non tutti siamo uguali nell’accettare talune posizioni concettuali o espressive. E nessuno può, comunque, proibire ad altri di percorrere vie e sentieri più arditi del solito, fermo restando che non siano proibite e perseguibili dalle leggi correnti. E così avviserò i lettori fra poco quando mi toccherà raccontarti di un episodio “erotico” riferibile a Capo Sud, intuibile dal titolo che ho dato a questa lettera “Capo Sud Calabria è il clitoride dell’Eurafrica”

L’EROTOLOGIA – 1984

Nel 1984, in Agnone del Molise ho invitato alcune persone sensibili allo studio e all’educazione sessuale e sentimentale (in gran parte medici, sociologi, scrittori, ecc.) a fondare assieme a me l’EWA (Erotology World Association – Associazione Mondiale di Erotologia), dopo aver pubblicato numerosi fascicoli della rivista “EROS alta cultura erotika” (di cui riporto la foto della prima copertina). Già il fatto che trattavasi di “alta cultura erotika” avrebbe dovuto far pensare che i temi ivi contenuti fossero assai elevati e che quindi non ci fossero tracce di “pornografia”. Oltretutto la rivista era stata autorizzata dal Tribunale di Roma (direttore responsabile il vibonese Giuseppe De Pietro). La fondazione dell’EWA fu siglata davanti ad un notaio assieme allo Statuto. L’Associazione fu valutata di carattere scientifico-culturale e come tale apparve nel settore riservato alla “Salute” della GUIDA MONACI a livello nazionale, mentre a livello internazionale avemmo l’interesse della Stampa Estera e l’adesione di alcuni giornalisti di altre nazionalità e culture.

oliviero-toscani-zingari-pavia-15-luglio-2017Il Ministero della Pubblica Istruzione riconobbe l’EWA come “ente” degno di attenzione e ci fornì una prima quantità di libri (a nostra scelta) pari a lire 750.000 (oggi sarebbero 750 euro circa), così formammo pure una nostra Biblioteca specialistica ma aperta al pubblico, poiché inserita nel contesto della Biblioteca Comunale di Agnone. La società agnonese non ebbe nulla da eccepire, anzi ha mostrato di apprezzare, e il nostro scaffale librario fu utilizzato frequentemente e in modo lusinghiero da varie categorie di persone. Così come tante persone hanno apprezzato le attività dell’Istituto di Tanatologia, in particolare il Corso di preparazione alla morte del 1996-97.

CONVEGNO DI EROTOLOGIA – 1985

I problemi giunsero con la realizzazione in tre giorni (4-5-6 ottobre 1985) del primo convegno di erotologia su “Amore e Religione” con la presenza di elevati esponenti di 5 religioni (cattolici, valdesi, islamici, greco-ortodossi e induisti di Hare Krishna) e di numerosi intellettuali di alto livello riconosciuto (scrittori, editori, docenti universitari, musicisti, ecc.) provenienti anche dall’estero. Ebbene, dopo le prime relazioni ufficiali, alla pausa caffè il vescovo e i preti cattolici hanno abbandonato indignati il convegno, ma il terzo giorno hanno poi chiesto scusa a tutti per questo “sgarbo”. Però i cattolici hanno dimostrato ancora una volta e a tutti non soltanto di essere imperterriti “sessuofobici” ma di non voler sentire assolutamente discutere o semplicemente parlare (anche scientificamente) di Amore! Questa era la situazione al 1985. Poi non so.

Penso che questi cattolici (alcuni dei quali hanno continuato a fare accesissime ed offensive polemiche in spirito di crociata, attaccandomi persino personalmente) abbiano poi contribuito a rendere impossibile il clima sociale di Agnone a nuove esperienze del genere, di tipo “interreligioso” o “ecumenico”, quantunque l’evento abbia avuto l’attenzione di mass-media anche esteri e quantunque Agnone avesse avuto la possibilità concreta di divenire una capitale mondiale dell’ecumenismo e un luogo di mediazione socio-culturale tra opposte o diverse tendenze. Ma questa resta soltanto una delle innumerevoli realizzazioni, proposte ed occasioni di contenuti e visibilità internazionale che ho presentato ad Agnone, sempre a mie spese e su un piatto d’argento, ma perse irrimediabilmente da questa Comunità (adesso in netto e veloce declino, nonostante tante vane illusioni e tradizionali prosopopee).

Mi resta però la grande soddisfazione personale di aver visto giusto e di essere stato lungimirante. Infatti l’anno seguente 1986 (il 27 ottobre) Papa Giovanni Paolo II ha realizzato in Assisi il primo dei due incontri tra gli esponenti delle maggiori Religioni operanti nel mondo, meditando insieme sulla urgenza di una effettiva Pace universale. Il secondo incontro interreligioso si è svolto il 24 gennaio 2004 sempre ad Assisi dove ero presente come giornalista accreditato. In sèguito tale discorso è proseguito (ma senza appuntamenti frequenti e con poco interesse) con gli altri due papi Benedetto XVI e Francesco. Peccato!

CAPO SUD … DALLA CREAZIONE … ALLA RICREAZIONE

Caro Tito, come già sai, nell’estate 1999 ho proposto all’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria di valorizzare a 360 gradi il fatto che la costa tra Brancaleone e Scilla risulta essere geograficamente la più a sud della penisola italiana e la terza zona più a sud del continente europeo. Nel preparare il “Progetto Capo Sud” da consegnare all’allora Presidente, dottore Cosimo Antonio Calabrò, ho preparato in una pagina un adesivo artigianale raffigurante (sopra) il particolare della “Creazione” dipinta nella Cappella Sistina da Michelangelo attorno al 1511 e (sotto) la cartina geografica della Calabria e della Sicilia, evidenziando nell’una l’incontro del dito di Dio e del dito di Adamo e nell’altra la zona dello Stretto di Messina-Reggio.

Accanto alla Creazione di Adamo ho scritto: “CAPO-SUD … LA CREAZIONE” e accanto a Calabria-Sicilia “LA RI-CREAZIONE…” volendo significare visivamente ed evocativamente il fatto che entrambi i casi hanno qualcosa di “divino” e di sacro, di bellezza eterna ed esaltante proprio come afferma il famoso scrittore di Palmi, Leonìda Rèpaci (1898 – 1985) nella sua stupenda e commovente dichiarazione d’Amore alla sua Terra natìa: “Quando fu il giorno della Calabria” (che ritengo opportuno riproporre, alla fine di questa Lettera n. 220, come “Prima Lettura”). Ho provveduto a disegnare e colorare in giallo attorno al dito di Dio e a quello di Adamo (prima figura) e poi attorno allo Stretto di Messina-Reggio (seconda figura) i raggi solari che possano essere considerati come le scintille della luce divina o da una scossa elettrica causata dal momento della “creazione” nell’un caso e nella “ri-creazione” nell’altro (Calabria e Sicilia, come zona elettrizzanti, conturbanti e addirittura scioccanti per estrema bellezza e grande suggestione).

STOP LETTURA – VIETATO PROSEGUIRE

Come ho preannunciato, qui dovrebbe concludersi la lettura da parte delle persone che sono sensibili a taluni temi e termini di carattere anatomico-sessuale. Mi libero così, con questo avviso, da ogni responsabilità verso coloro che, intendendo proseguire, poi avrebbero voglia di protestare. Per piacere, saltate da qui fino alle due “Letture Parallele” che potete leggere senza alcun problema di imbarazzo o di pudore offeso. Grazie!

LA RI-CREAZIONE

Nella lingua calabrese, l’espressione “m’arricriyu” (mi ricreo, mi scialo, mi diverto all’ennesima potenza, sono al settimo cielo, godo assai, sono felice e via dicendo, spesso usato come piacere sessuale nel fare l’Amore, specialmente in modo copulatorio uomo-donna) ha un valore concettuale massimo e assoluto. Più di questo non è dato avere, ottenere e persino immaginare. Quindi, LA RICREAZIONE ha o può avere (nel contesto di Capo Sud, ma comprensibile anche altrove) il significato di “ripetere” i momenti solenni e sublimi della “Creazione” .. per questo ho scritto tale termine con il trattino in mezzo “RI-CREAZIONE” (la “ri-nascita”) per una maggiore e migliore e più profonda percezione, dando per scontato che la “Creazione” (la venuta alla Vita cosciente, la nascita) sia stato il momento e l’evento più stupendo dell’essere vivente.

Nella lingua italiana, l’espressione “ricrearsi” è meno intensa, anche senza perdere il suo importante significato di fondo. Solitamente significa: passare il tempo giocando, spassarsela, svagarsi, trastullarsi e così via (possiamo pure inserire il fare la vacanza, il riposo ricco di attività ricreative). Bisognerebbe leggere gli Statuti delle Associazioni o dei Circoli ricreativi per appurare cosa intendano coloro che vi trascorrono molto tempo. Ricordando le nostre “ricreazioni” scolastiche (quando esistenti), possiamo dire che la “ricreazione” è un lasso di tempo (10 – 15 minuti) utile per riposarsi dalla fatica o dall’impegno del “lavoro” … per riprendere fiato, per “ricaricarsi”. L’equivalente dell’odierna “pausa caffè”. Un tempo di benessere!

RI-CREAZIONE COME VACANZA O SOGGIORNO

davNel termine “RI-CREAZIONE” abbinato o riferito a CAPO SUD, intendevo riferirmi alle bellezze del posto e a tutto ciò che può offrire l’ambiente e la zona (gastronomia, cultura, amicizia, divertimento, amori, ecc.). Non dimentichiamoci che sono proverbiali e universalmente riconosciuti i modi e i tempi dell’ospitalità meridionale e, in particolare, del profondo Sud italiano e mediterraneo in genere. Quindi CAPO SUD (come “cuore del Mediterraneo”) è una garanzia di benessere e di godimento … tanto che si diventa tristi nel distaccarsi per ritornare alle proprie abitudini. Uno spot, quello della “RI-CREAZIONE”. Uno spot che ho inserito alla pagina 401 del secondo volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” tra le tantissime pagine di resoconto del “Progetto CAPO SUD” fino all’anno 2006 e che qui evidenzio in foto.

LA SCELTA TRA SPOT SOFT E HARD

Caro Tito, ti scrivo di questo mio dilemma proprio adesso (a distanza di ben 19 anni dall’idea di Capo Sud), pure per inserire la mia similitudine nel contesto dello spot pubblicitario di Vilnius come “Punto-G” della Vagina-Europa. Infatti, nel pensare ad uno spot per CAPO SUD ho realizzato due opzioni: quella SOFT-MORBIDA che ti ho appena descritto “CAPO SUD – LA CREAZIONE … LA RI-CREAZIONE” (con un ovvio sottinteso sessuale comprensibile pienamente soltanto da chi è veramente e profondamente “calabrese”) e quella HARD-FORTE che ti vado a descrivere e che ha una qualche attinenza al recente spot lanciato al mondo dalla città di Vilnius, principalmente per veicolare il seguente semplice messaggio-invito: “Noi esistiamo e, se venite qui, Vi daremo (Vi assicuriamo) il massimo del piacere”.

IL MIO SPOT HARD PER CAPO SUD

I due giovani studenti lituani hanno pensato che l’Europa sia una grande vagina e Vilnius sia quel Punto-G su cui tanto si fantastica per raggiungere il culmine del piacere sessuale. Il mio “spot hard” (che per troppo pudore non ho inserito nel “Progetto Capo Sud” che ho presentato nel 1999 alla Provincia di Reggio e ad altri enti e personaggi) concepiva il mare Mediterraneo come una grande vagina (riferibile alla primordiale GRANDE MADRE MEDITARRANEA) del continente “EURAFRICA” e la Calabria (quindi CAPO SUD”) fosse il clitoride per la massima esaltazione del piacere e del godimento generale … quasi il “Paradiso Terrestre” di adamitica memoria.

castello-vicino-vilniusDa buon erotologo non potevo non pensare al massimo del piacere che il clitoride solitamente dà nell’intimo incontro uomo-donna. Da buon sociologo o filosofo non potevo non tenere presente che l’Umanità è nata proprio in Africa (quindi “MAMMA-AFRICA”) e che l’Europa ne è l’estensione geografica e antropologica, formando un unico continente che possiamo chiamare EURAFRICA. In tale dominazione ero stato influenzato dalle prime migrazioni alcune delle quali ho fotografato tra il 1973 e il 1977 per la mia tesi di laurea. Inoltre, fin da bambino ho sempre seguìto le cose dell’Africa ed era già chiaro nel 1965-68 (fin dai tempi del mio liceo dai Salesiani di Soverato, nei cineforum che vedevamo poi discutendo sull’Africa) che la sovra-popolazione africana avrebbe (prima o poi) “invaso” la vicina Europa la quale invece si andava spopolando per l’emigrazione, per le diminuite nascite e per altri motivi.

Oggi che tale evento epocale si sta verificando ed è sotto i nostri occhi è più facile capire di cosa sto parlando. Ma, allora, nell’estate 1999 (benché la Calabria e la Sicilia avevano già vissuto i primi sbarchi di profughi e di migranti) il discorso che stava sul mio “spot-hard” rischiava di essere frainteso e non percepito per ciò che intendeva essere e rappresentare. Non era tanto l’aggravante immaginifica sessuale che mi ha dissuaso a non inserirlo nel “Progetto CAPO SUD” quanto il timore di non essere capito e, quindi, di mandare a monte più velocemente un “Progetto” già di per se stesso non immediatamente comprensibile (come in fondo è stato, salvo poche ed elette eccezioni, come dimostrano i 19 anni che ci separano dalla presentazione alle Autorità territoriali calabresi).

CAPO SUD CLITORIDE DI EURAFRICA

Completo la descrizione dello “spot hard” omesso dal Progetto CAPO SUD. Intanto, intravedevo come tanti (persino prima del 1999) che, per troppe e continue guerre ed altri gravi problemi (tra cui il sovraffollamento), l’Africa si sarebbe “travasata” (con intere popolazioni in fuga) principalmente in Europa, come stava già succedendo con le genti del medio ed estremo Oriente (ricordo che il mio paese, Badolato, borgo già dal 1997 accoglieva centinaia di migranti kurdi e di altre provenienze, diventando primo “paese d’accoglienza di massa” in Italia).

Poi, consapevole del mito della “Grande Madre Mediterranea” (le cui statue originali ho visto in parecchi musei), spesso rappresentata con numerose mammelle, mi andavo convincendo che il mare Mediterraneo altri non è stato e continua ad essere se non il “liquido amniotico” di quel grande “utero” mediterraneo (formato dalle coste continentali di Europa, Africa e Asia minore) che ha protetto e fatto nascere tanti popoli e tante civiltà (ecco qui il concetto della Grande Madre Mediterranea).

Amavo perciò credere o immaginare che la Calabria (e quindi CAPO SUD), come penisola, fosse o fungesse da antico, ancestrale e mitico “clitoride” della Grande Madre Mediterranea. Un clitoride (o una clitoride, che dir si voglia) che avviava e partecipava alla bellezza e alla promozione della vita, della procreazione di popoli e civiltà. Questa era la base concettuale, difficilmente comprensibile per coloro i quali (e sono la stragrande maggioranza) che nulla sapevano e niente ancora sanno di queste sottigliezze storico-antropologiche, pur tanto importanti per capire e meglio godere del “genius loci” (“spirito del luogo”). Una vacanza (più o meno lunga), una semplice gita turistica viene enormemente arricchita e valorizzata, con gusto e soddisfazione, se si conoscono (almeno in linee generali) i miti e la storia del posto visitato.

LO SPOT COMPLETO

Nel 1999 non ho usato o pubblicizzato lo “spot hard” poiché la frase che lo completava poteva irritare altri luoghi e, quindi, altre genti e altre situazioni. Lo spot completo era: “TUTTI SI SENTONO L’OMBELICO DEL MONDO, MA SOLTANTO CAPO SUD CALABRIA E’ IL CLITORIDE DELLA TERRA”.

L’ombelico del mondo (cantato anche da Jovanotti, alias Lorenzo Cherubini (Roma 1966), con l’omonima bella canzone dell’anno 2000), anticamente, era considerato il centro sacro della Terra, punto di incontro tra cielo, terra e inferno ovvero l’ombelico del mondo era il luogo dove ha avuto origine la creazione e dove era possibile incontrare la divinità, la Luce. Tanto per dare un’idea, nel passato erano considerate “città ombelico del mondo” quelle di Gerusalemme, Roma, Pechino e più recentemente la Cusco del periodo incaico in Perù. Ecco pure perché ho pensato a CAPO SUD come momento facente parte della creazione e della Luce divina e mediterranea, ma soprattutto come “unico” luogo della più vera RI-CREAZIONE.

Ancora di più e meglio mi rendo conto adesso (specialmente dopo il magnifico spot pubblicitario di Vilnius come Punto-G dell’Europa) che i miei due spot quello SOFT e quello HARD possono apparire piuttosto macchinosi, per cui è necessario pensare prima di capire il valore e l’effetto delle frasi … mentre lo spot lituano è più fresco e più immediatamente comprensibile. Forse per difetto mio di fabbrica o per troppo intellettualismo, i miei due spot sono da considerarsi poco esigibili a prima vista, conservando tuttavia la loro efficacia ad una seconda lettura.

L’ARMONIA E’ L’ETICA PIU’ COMPLETA

Caro Tito, non posso concludere questa Lettera n. 220 senza fare almeno un accenno all’Armonia, cui (in fondo in fondo) fanno riferimento i due spot promozionali di CAPO SUD ed anche, a mio modesto parere, lo spot pubblicitario di Vilnius come Punto-G. In pratica, tali spot puntano a presentare un luogo come un nuovo “Eden” dentro cui tuffarsi per gioire, per stare bene, per godere ed essere felici, per arricchirsi interiormente e ottenerne “benessere” (posizione tanto ambìta e ricercata oggi in ogni modo). Sempre meglio che incitare alla guerra, direbbe qualcuno. Sì, sempre meglio che proporre luoghi e situazioni di tristezza, di stress o di altre difficoltà. Del tipo “FATE L’AMORE NON FATE LA GUERRA” (uno degli slogan più fortunati del periodo della contestazione studentesca e dei moti degli anni 60-70 del 20° secolo).

Come sai, ho trattato spesso dell’ARMONIA (nelle mie pubblicazioni e nelle mie conferenze pure scolastiche, così come nei dialoghi ed in altri interventi). A cominciare dal primo libro di poesie GEMME DI GIOVINEZZA (1967), continuando poi con LETTERE AL FUTURO (1990) ed UN FUTURO PER L’ALTO MOLISE (1990). Proseguendo con STORIA DELL’INTELLIGENZA (1992) specialmente con la frase di sottotitolo “Quando l’intelligenza, se è vera Intelligenza, si fa Amore. Quando l’Amore, se è vero Amore, si fa Intelligenza”.

In particolare, nel libro PRIMA DEL SILENZIO (1995) ho inserito (alle pagine 55-68) le mie convinzioni sull’Armonia come prioritaria nella vita del mondo, dei popoli e delle singole persone. Sai bene che quando abbiamo in testa un pensiero martellante, la nostra mente lavora incessantemente per trovare le migliori e più convincenti soluzioni. Nel LIBRO-MONUMENTO PER I MIEI GENITORI (2005-2007) ho evidenziato ricorrentemente in tutti i 7 volumi la “convergenza verso la felicità e l’Armonia”, intendendo, con questo, che L’ARMONIA dovrebbe essere il fine ultimo della stessa felicità.

Così, patito di ETICA, sono giunto col tempo e i ragionamenti alla conclusione che LA MIGLIORE ETICA E’ PROPRIO L’ARMONIA, poiché quando si è in ARMONIA tutto risponde a questa massima e compiuta regolarità della Wita così come dell’Universo. Te ne ho voluto accennare in breve adesso, sia perché attinente al tema trattato negli spot (andando nel profondo, al di là di polemiche o fraintendimenti, tutti gli animi onesti e amorosi tendono all’Armonia) e sia perché mi sembra altamente strategico il discorso dell’Etica applicata all’Armonia. Sono, quindi, da considerarsi “spot etici” quelli miei e quello di Vilnius, benché apparentemente contestabili? Personalmente ritengo di sì.

Ovviamente il rapporto “Etica e Armonia” presuppone una approfondita indagine filosofica ed operativa da portare avanti con totale scrupolo e in piena coscienza da perfezionare al massimo possibile, confrontando tutte le altre posizioni in merito. Nel caso giungessi a qualche determinazione di particolare interesse interpersonale e sociale, non tarderò ad aggiornarti. Intanto passo al …

SALUTO FINALE

A proposito di lettura, caro Tito, e a conclusione di questa Lettera n. 220, ti lascio godere (come “Lettura parallela”) la meravigliosa dichiarazione d’Amore che Leònida Répaci (illustre calabrese della diàspora del 20° secolo) ha scritto per la nostra Calabria. Spero che i lettori (che ancora non conoscono questo stupendo testo) possano deliziarsi, trasmettendolo o segnalandolo ad altri. Per completezza maggiore e attinente aggiungo il mio articolo ”La Sindrome di Stendhal anche per l’ Alto Molise” pubblicato il 27 agosto 2014 da varia stampa regionale e qui ripreso da www.altomolise.net sito di Agnone.

Grazie! Buon Ferragosto mediterraneo a CAPO SUD in compagnia di tutta la tua famiglia, compreso il tuo primo nipote appena nato! Alla prossima Lettera n. 221. Cordialità!

Domenico Lanciano Azzurro Infinito, giovedì 10 agosto 2018 ore 23,41 Talune foto sono state prese dal web

PRIMA LETTURA PARALLELA

“QUANDO FU IL GIORNO DELLA CALABRIA” – di LEONIDA REPACI

Quando fu il giorno della Calabria Dio si trovò in pugno 15000 km. quadrati di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi. Diede alla Sila il pino, all’Aspromonte l’ulivo, a Reggio il bergamotto, allo Stretto il pescespada, a Scilla le sirene, a Chianalea le palafitte, a Bagnara i pergolati, a Palmi il fico, alla Pietrosa la rondine marina, a Gioia l’olio, a Cirò il vino, a Rosarno l’arancio, a Nicotera il fico d’India, a Pizzo il tonno, a Vibo il fiore, a Tiriolo le belle donne, al Mesima la quercia, al Busento la tomba del re barbaro, all’Amendolea le cicale, al Crati l’acqua lunga, allo scoglio il lichene, alla roccia l’oleastro, alle montagne il canto del pastore errante da uno stazzo all’altro, al greppo la ginestra, alle piane la vigna, alle spiagge la solitudine, all’onda il riflesso del sole. Diede a Cosenza l’Accademia, a Tropea il vescovo, a San Giovanni in Fiore il telaio a mano, a Catanzaro il damasco, ad Antonimina il fango medicante, ad Agnana la lignite, a Bivongi le acque sante, a Pazzano la pirite, a Galatro il solfato, a Villa San Giovanni la seta greggia, a Belmonte il marmo verde. Assegnò Pitagora a Crotone, Orfeo pure a Crotone, Democede pure a Crotone, Almeone pure a Crotone, Aristeo pure a Crotone, Filolao pure a Crotone, Zaleuco a Locri, Ibico a Reggio, Clearco pure a Reggio, Cassiodoro a Squillace, San Nilo a Rossano, Gioacchino da Fiore a Celico, Fra’ Barlaam a Seminara, San Francesco a Paola, Telesio a Cosenza, il Parrasio pure a Cosenza, il Gravina a Roggiano, Campanella a Stilo, Mattia Preti a Taverna, Galluppi a Tropea, Gemelli-Careri a Taurianova, Guerrisi a Cittanova, Manfroce a Palmi, Cilèa pure a Palmi, Alvaro a San Luca, Calogero a Melicuccà, Rito a Dinami. Donò a Stilo la Cattolica, a Rossano il Patirion, ancora a Rossano l’Evangeliario Purpureo, a San Marco Argentano la Torre Normanna, a Locri i Pinakes, ancora a Locri il Santuario di Persefone, a Santa Severina il Battistero a Rotonda, a Squillace il Tempio della Roccelletta, a Cosenza la Cattedrale, a Gerace pure la Cattedrale, a Crotone il Tempio di Hera Lacinia, a Mileto la zecca, pure a Mileto la Basilica della Trinità, a Santa Eufemia Lametia l’Abbaziale, a Tropea il Duomo, a San Giovanni in Fiore la Badia Florense, a Vibo la Chiesa di San Michele, a Nicotera il Castello, a Reggio il Tempio di Artemide Facellide, a Spezzano Albanese la necropoli della prima età del ferro. Poi distribuì i mesi e le stagioni alla Calabria. Per l’inverno concesse il sole, per la primavera il sole, per l’estate il sole, per l’autunno il sole. A gennaio diede la castagna, a febbraio la pignolata, a marzo la ricotta, ad aprile la focaccia con l’uovo, a maggio il pescespada, a giugno la ciliegia, a luglio il fico melanzano, ad agosto lo zibibbo, a settembre il fico d’India, a ottobre la mostarda, a novembre la noce, a dicembre l’arancia. Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate. Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione. Dopo le calamità, le necessità: la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno della giustizia, il bisogno della libertà, il bisogno della grandezza, il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio. E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore. Quando, aperti gli occhi, poté abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta , Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi, lentamente rasserenandosi, disse: – Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto.

 

SECONDA LETTURA PARALLELA

La Sindrome di Stendhal anche per l’ Alto Molise Pubblicato da www.altomolise.net il 27 agosto 2014 alle ore 12:27 nella categoria “Attualità”.

Il grande scrittore francese Marie-Henri Beyle (1783-1842), meglio conosciuto come “Stendhal”, ha dato nome ad una particolare “sindrome” o affezione psicosomatica che provoca fortissime emozioni (spesso anche tachicardia, vertigini, confusione e persino allucinazioni) al cospetto di opere d’arte o panorami o situazioni di straordinaria bellezza. Ovviamente, la cosiddetta “Sindrome di Stendhal” colpisce principalmente persone dotate di particolare sensibilità umana ed artistica.

E’ luogo comune che tale sindrome sortisca unicamente a Firenze (infatti, taluni la chiamano “sindrome di Firenze”) ma pure a Roma e a Napoli, città che hanno un’altissima concentrazione di opere d’arte, di paesaggi e di atmosfere mozzafiato. Ma si sa che si possono avere elevatissimi livelli di emozioni un po’ ovunque, anche in Alto Molise. Infatti, l’Università delle Generazioni da quasi tre decenni accompagna gratuitamente turisti e visitatori in lungo e in largo per tutto il comprensorio altomolisano e per l’altovastese. Ha constatato che quasi tutte le persone (le quali non hanno mai visto Agnone ed suoi dintorni) restano estasiati ed incantati dinanzi alla moltitudine di bellezze e di suggestioni così bene concentrate in pochi chilometri quadrati.

L’incanto e l’estasi altomolisana e altovastese producono sempre più spesso i sintomi tipici della “sindrome di Stendhal” e ciò è la conferma che questo territorio montano possiede veramente una grande attrattiva che si traduce in forti esclamazioni di stupore e di godimento che superano spesso la normale “orgasmicità turistica” tanto da raggiungere situazioni di momentaneo stordimento sotto l’effetto delle meraviglie che vengono man mano scoperte e godute (complice pure l’arte eno-gastronomica). Tutto ciò potrebbe essere riconducibile pure alla genuinità di aria, sapori, odori e alla magica tranquillità che taluni avranno dimenticato a furia di stare nel caos e nei ritmi delle città.

Sarebbe assai utile mettere a confronto situazioni simili esperite dalle varie guide turistiche o da semplici accompagnatori che hanno avuto e continuano ad avere il privilegio di vedere persone emozionarsi a tal punto da far temere per la loro salute. L’effetto Stendhal in Alto Molise potrebbe essere più diffuso di quanto non si creda. Alcuni decessi in montagna per infarto, ad esempio, potrebbero essere conseguenza sì di affaticamento ma spesso abbinato alle emozioni che si provano fortemente anche perché le si è cercate proprio in quei punti di grande attrazione pure magnetica.

L’Università delle Generazioni auspica che Comuni, Pro Loco, Asrem ed altre associazioni territoriali ma anche nazionali (come quelle di Medicina del Turismo) realizzino un’utile conferenza interdisciplinare per trattare l’argomento, visto e considerato che queste nostre montagne sortiscono sempre di più effetti ed affetti assai profondi e coinvolgenti … proprio da “Sindrome di Stendhal”. (Domenico Lanciano) – STOP –

 

 

 

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