Presentato durante la IV Giornata del rispetto il libro “Angeli ed orchi”, di Nicolò Angileri, poliziotto che opera nella squadra antipedofilia di Palermo. Racconti di bambini violati scritti per chi non vuole vedere ma anche per chi vuol aiutare a cambiare.

Lui si chiama Nicolò, ha 42 anni, dall’89 fa il poliziotto a Palermo, prima inseguiva rapinatori, ma dal 2002 è un angelo. E’ uno dei 13 agenti della IV sezione specializzata minori che ogni giorno, da 10 anni combatte la pedofilia nella terra nutrita ad ipocrisia, omertà e silenzio. La sezione è nata dopo i fatti dell’Alberghiera e come questa ce ne sono pochissime in Italia, anche a Messina, ad esempio, i reati di abuso sui minori vengono affrontati dalla omicidi.

“E’ stato solo un caso finire nella IV sezione- racconta Nicolò Angileri che alla IV Giornata del rispetto organizzata dall’Osservatorio Lucia Natoli ha presentato il suo libro Angeli ed orchi- perché io per molti anni mi sono occupato di rapine, omicidi, lavoravo tutto il giorno, senza pausa. Così quando stava per nascere mio figlio Gabriele ho cercato qualcosa che mi potesse far stare più vicino alla famiglia ed un collega mi ha suggerito quest’ufficio”.

Da quel giorno è cambiata la sua vita e anche oggi, dieci anni dopo, anche quando dice “non so ancora se è la mia strada” si capisce che questo sentiero se lo è tatuato sulla pelle e non respira altra aria che quella pulita dei sogni dei bambini, violati dai mostri che troppo spesso sono i parenti.

Accompagnato dalla moglie e dai due splendidi figli questo agente siciliano che un giorno ha incontrato gli orchi e ha deciso di non voler più inseguire rapinatori ha presentato a Forte Ogliastri il suo primo libro “Angeli ed orchi” che è una raccolta delle storie siciliane di abusi e violenze sui bambini, quelle più “raccontabili”, perché quelle pagine vengono lette anche dai piccoli, negli instancabili giri che i poliziotti antipedofoli fanno nelle aule di tutta la Sicilia.

“La prima volta è stato in una scuola di Corleone- ricorda- io e la mia collega ci siamo andati per caso, perché la direttrice voleva due agenti che intrattenessero i bambini per pochi minuti. Invece abbiamo raccontato cosa facevamo e loro ci hanno ascoltato per ore, facendoci decine di domande”.

Poche settimane dopo i bimbi dell’elementare Finocchiaro Aprile hanno scritto una lettera :“Cari Vittoria e Nicolò, vogliamo dirvi grazie”, e lo hanno fatto con le parole semplici dei bambini che vogliono essere portatori di pace “avete suscitato in noi il senso della diffidenza verso le persone che non ci amano e non ci rispettano, avete avuto molta premura verso di noi. Vi ringraziamo perché ci sentiamo più forti, perché preparati, perché difesi”.

Così Nicolò e gli altri agenti hanno imparato il linguaggio dei piccoli per aiutarli non solo a difendersi ma a denunciare quello che per secoli è stato “indenunciabile”, ad aver fiducia in qualcuno anche quando pensano che non ci sia nessuno in chi averla.

“Il libro è nato dopo un caso che mi ha fatto stare malissimo, quando ho pensato che dovevo smettere- racconta Angileri- Ci ha chiamato il pronto soccorso pediatrico, c’era una bimba di 13 mesi appena visitata da una ginecologa, la bravissima Carola Vicari. Quella piccola era stata violentata senza alcuna ombra di dubbio”. Ad abusare di lei il convivente della madre che, convocato dai magistrati, fu rilasciato perché non disse nulla. Nicolò lo accompagnò all’uscita, passando prima per i sotterranei “E qui è entrato in scena il mio angelo custode, perché gli angeli di cui parlo nel libro sono quelli con le ali, che hanno accompagnato ogni caso. Grazie a quest’angelo ho trovato le parole per farlo confessare”.

In realtà l’orco uscì poche settimane dopo, ma gli agenti lo seguirono, indagarono a fondo e scoprirono che aveva già abusato di altre bimbe. Adesso è in carcere e deve scontare 10 anni.

Storie come queste, svelate grazie ad “angeli” perché troppo spesso i piccoli non sanno come parlare, storie tutte siciliane, sono finite in un libro bellissimo che racconta dei nostri figli e nipoti, violati da chi non t’aspetti. C’è solo la realtà in queste pagine, con qualche mamma o nonna che porta per mano il bimbo a denunciare, con le maestre che hanno i numeri telefonici degli agenti, con le associazioni che collaborano, con ore ed ore passate ad ascoltare intercettazioni, a guardare l’inguardabile e persino ad aver paura, quando squilla il telefono in ufficio e devi correre in una scuola, che stavolta il bambino che soffre possa essere il tuo.

E gli orchi, non hanno la maschera raccapricciante, non sbavano, non hanno le corna o la coda, ma si vestono spesso da angeli, hanno giacca e cravatta e sempre, sempre, sempre, il sorriso.

“Invece sono criminali. Noi non giudichiamo, facciamo il nostro lavoro. Loro commettono un reato e noi li assicuriamo alla giustizia”. Anche se poi non sempre giustizia sarà. Le vittime raramente le rivedono, anche se hanno conservato nei cassetti i disegnini con i grazie e i cuoricini.

La prefazione è di Ficarra e Picone, che hanno incontrato gli agenti della sezione minori in occasione dell’inaugurazione della “baby mobil”, la stanzetta con le pareti colorate, i dipinti di Walt Disney, i giochi ed i banchi piccoli piccoli come a scuola. Sono diventati i padrini di questa squadra di uomini che la notte si portano a casa gli incubi, di questi uomini che “ogni giorno medicano le anime dei nostri angeli, quegli angeli che grazie a un banchetto di scuola forse torneranno ad essere piccoli. Bisogna scovare questi ladri di sogni,perché un bambino violato non sogna più”. Ecco, per dirla con Ficarra e Picone, questo libro scritto da chi cattura i ladri dei sogni dei bambini è rivolto anche a chi vuole che tornino a sognare.

Tempostretto.it – Rosaria Brancato

 

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