lamezia_terme-stemma_295_300Non colgono ancora una volta nel segno le osservazioni diffuse qualche ora fa da esponenti dell’opposizione sul tema della rimodulazione del piano di riequilibrio, approvata in Consiglio Comunale lo scorso 12 novembre.

Se proprio di brutta pagina si vuole parlare, allora più correttamene si dovrebbero ricordare le innumerevoli pagine scritte dall’Amministrazione Speranza che ha consegnato al Sindaco Mascaro 41 milioni di disavanzo tecnico, 13 milioni e mezzo di passività potenziali, fondi vincolati mai ricostituiti, più di due milioni di debiti fuori bilancio, 13 milioni di debiti di funzionamento, casse vuote, masse di creditori disperati, in sintesi : una città in ginocchio.

Queste sono le pagine che l’amministrazione Mascaro, suo malgrado, è stata costretta a leggere e continua a sfogliare ogni giorno unitamente a quelle di un piano di riequilibrio, approvato nel 2014, che non aveva alcuna chance di andare avanti, cosi come certificato dalle innumerevoli richieste di chiarimenti effettuate dal Ministero nella nota istruttoria trasmessa nei primi mesi del 2015 .

Non si comprende, allora, dove fossero i “risultati positivi” ottenuti dal piano Speranza dato che la predetta nota, al contrario, aveva di fatto rispedito il piano al mittente, mettendo in luce criticità di varia natura quali l’esposizione di passività potenziali “non ben definite” e chiedendo conto delle “misure poste in essere per rendere più incisiva l’attività di riscossione” nonché di fornire le copie delle delibere (che non c’erano) con le quali dare dimostrazione della copertura minima del costo dei servizi a domanda individuale.

Pagine, quelle del piano, che costituivano mere affermazioni di principio, da subito rinnegate da azioni e fatti che andavano nel senso opposto.

E non possiamo non ricordare ancora una volta che, mentre il piano si doveva fondare sulla ripresa della riscossione, 11 giorni prima si rinviava la riscossione della TARI 2014 al 2015, quindi a dopo le elezioni, costringendo così l’Amministrazione Mascaro a richiedere due annualità di TARI insieme.

Nello stesso piano si prevedeva la passività ICOM per 10 milioni in 10 anni (dato che non corrispondeva a nulla, né alla domanda di risarcimento che era superiore a 50 milioni, né all’importo quantificato dai CTU, circa 22 milioni, né a quanto il Comune aveva sostenuto di dover pagare con propria CTP, zero) ed intanto si perdurava nella erogazione di servizi, soggetti a copertura minima del costo, a tariffe vicine allo zero, raggiungendo una copertura globale nel 2014 pari al 17per cento (a fronte del 36 per cento stabilito dalla legge) e irresponsabilmente non si attivava la riscossione della principale fonte di entrate proprie del Comune, l’ICI-IMU, ferme all’annualità 2009.

Queste le incongruenze del piano di riequilibrio Speranza, trovato dalla Giunta Mascaro nel limbo di una istruttoria pendente, e quindi da rimodulare, non per scelta, ma per ivi prevedere il ripianamento del maggior disavanzo di amministrazione determinato dal riaccertamento straordinario dei residui (circa 41 milioni di euro in 30 anni, € 1.371.000 per ogni esercizio), il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Fondo pluriennale vincolato, le passività potenziali, con stralcio della posizione Icom che non aveva più senso prevedere, così come rideterminate a seguito di una approfondita analisi condotta per non riconsegnare al Ministero e alla Corte dei Conti una paginetta indicante valori forfettari e non supportati da alcuna analisi.

Inoltre si è dovuto dare dimostrazione della concreta attività messa in cantiere al fine di recuperare sul piano della riscossione, lasciando da parte le affermazioni di principio della Giunta Speranza la quale si era guardata bene dal richiedere ai cittadini il versamento dei tributi, operazione scomoda ed impopolare da lasciare ad altri.

Quindi la Giunta Mascaro, prendendo atto del deliberato del 10 ottobre 2014 del Consiglio Comunale, ha dovuto rimodulare il piano non per scelta ma per necessità.

La Giunta Mascaro, infatti, è bene precisarlo, avrebbe voluto partire da altre condizioni finanziarie sulla base delle quali pensare a “contenuti, proposte e progetti”, per citare alcune note degli ultimi giorni, e non intraprendere il proprio cammino nelle maglie soffocanti di un piano decennale di riequilibrio.

Prive di fondamento sono poi le osservazioni secondo le quali il piano rimodulato sarebbe privo di dati essenziali quali i flussi di cassa, dato che esso è stato predisposto seguendo pedissequamente lo schema istruttorio della Corte dei Conti e che è evidente che il piano potrà reggere soltanto se le entrate ivi previste si realizzeranno concretamente, ragion per cui i flussi di cassa in entrata e in spesa sono già presenti .

Appare allora chiaro il disegno che muove chi ha contribuito a portare la città in questo stato: quello di voler attribuire ad altri la paternità del piano, quasi a voler mettere le “mani avanti” nell’ipotesi, purtroppo da mettere in conto, di fallimento dell’operazione riequilibrio per effetto della bocciatura del piano da parte degli organi di controllo.

Bocciatura che, se malauguratamente dovesse venire, non sarà certo a causa del lavoro responsabilmente svolto in questi mesi dalla Giunta Mascaro, ma esclusivamente per responsabilità certificata da dati di fatto di chi, in molti anni di amministrazione, ha ridotto la città nello stato di collasso finanziario in cui si trova.

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