MESSINA – La preziosa pratica sostituisce le funzioni vitali interrotte ed è indicata con la sigla BLSD (Basic Life Support – Defibrillation) ed è al centro della nuova stagione della formazione specifica nel campo delle emergenze – urgenze avviato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina in accordo con gli standard proposti e utilizzati dalla Joint Commission International.

 Si chiama “morte cardiaca improvvisa” e nel mondo occidentale colpisce ogni anno centinaia di migliaia di persone: 50 – 60 mila i casi solo nel nostro Paese. Un evento spesso drammatico, l’arresto cardiaco improvviso, le cui gravi conseguenze, tuttavia, possono essere evitate o mitigate intervenendo tempestivamente, attraverso precise manovre, in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

Questa preziosa pratica, che sostituisce le funzioni vitali interrotte ed è indicata con la sigla BLSD (Basic Life Support – Defibrillation), è al centro della nuova stagione della formazione specifica nel campo delle emergenze – urgenze avviato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina in accordo con gli standard proposti e utilizzati dalla Joint Commission International.

 Il progetto formativo, promosso dall’Unità Operativa Formazione e accreditato presso la Commissione per l’Educazione Continua in Medicina, è destinato prioritariamente a tutto il personale sanitario ospedaliero per estendersi, poi, a tutto il personale dell’Azienda.

Le giornate formative si svolgono nei presidi ospedalieri aziendali: sono state, infatti, già realizzate le prime edizioni a Milazzo e Barcellona P.G., a cura del team di formatori interni coordinati dal dott. Salvatore La Rosa, mentre la prossima edizione è in programma il 14 e il 15 settembre nel Presidio Ospedaliero di Lipari. La parte più significativa delle sessioni formative è dedicata all’attività pratica su manichino, con verifica di apprendimento finale e superamento dello skill test.

Il supporto di base delle funzioni vitali rappresenta uno degli anelli che compongono la cosiddetta “catena della sopravvivenza”, ovvero la successione degli interventi che, se strettamente coordinata e precoce, può appunto consentire alla persona di sopravvivere ad un arresto cardiaco improvviso. Questa successione consiste nella chiamata ai sistemi di emergenza (1° anello) e, nell’attesa del loro arrivo, nell’esecuzione di manovre che possano “sostituirsi” al cuore nell’assicurare l’ossigenazione dei tessuti e degli organi (2° anello Basic Life Support) e far riprendere al cuore il battito spontaneo con la defibrillazione (3° anello). Infine il quarto anello: l’intervento avanzato, con farmaci ed altre manovre di supporto, svolte dal personale medico.

«L’importanza e la forza della catena e i risultati, in termini di sopravvivenza, non dipendono solamente dai singoli anelli, – afferma il Commissario Straordinario dell’ASP Messina, il dott. Manlio Magistri – ma dal legame tra gli stessi. Appare dunque evidente la rilevanza della corretta e tempestiva gestione dell’arresto cardiaco».

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