(Foto dal web) – Sono ormai tre anni che la signora Giuseppa Tisano di Bivongi, ammalata di sclerosi multipla e costretta su una sedia a rotelle, è impossibilitata a sottoporsi a fisioterapia perché l’ambulatorio del paese è al primo piano, e non c’è l’ascensore. «Sono stata ieri a Messina per controlli – ci racconta la signora Tisano – e mi hanno raccomandato di fare fisioterapia. Prima l’Asl di Locri mi mandava il fisioterapista a casa. Ora, dopo che il terapista si è pensionato, tre anni sono ferma. Ho una carrozzella elettrica che mi permette di uscire e raggiungere l’ambulatorio, solo che qui ci sono due rampe di scale, e quindi devo rinunciare. Ho provato a raggiungere il primo piano dell’ambulatorio, dove si fa la terapia, con una specie di lettiga, però girare e imboccare la seconda rampa è troppo difficile. Sono riuscita a fare un solo ciclo di terapia, ma poi ho dovuto rinunciare perché c’era anche il rischio di cadere dalla lettiga quando la piegavano per affrontare la seconda rampa». «Mi appello alla sensibilità della responsabile del Distretto della Locride, dott.ssa Silvia Falvo – ci dice la figlia Angela – per aiutare mia madre. O far venire a casa un fisioterapista oppure trasferire il reparto di fisioterapia dell’ambulatorio di Bivongi dal primo piano al pianterreno. Cosa fattibilissima, visto che non c’é da affrontare nessuna spesa». Per tutto questo tempo la signora si è dovuta arrangiare, a fare qualche esercizio con la figlia. Paliativi, perché occorre una figura professionale: infatti, non nota miglioramenti.

Gazzetta del Sud del 14 ottobre 2011 – Ugo Franco

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