Giuseppe Pollicina

Manca meno di un mese al debutto della rassegna teatrale, che si svolgerà nello scena del Teatro Trifiletti ad iniziativa de “Le Alte Terre Di Mezzo”, l’associazione culturale, che ha organizzato gli otto appuntamenti più un concerto in cartellone ed ha investito per la prima volta in un nuovo contesto, meritevole e colmo di esigenze culturali. Il direttore artistico della rassegna Giuseppe Pollicina ha espresso per l’occasione un doppio stato d’animo misto di soddisfazione ed ansia, ma soprattutto responsabilità nei confronti della cultura e di quanti insieme a lui hanno creduto e credono nel progetto.

Siamo in partenza. Il 30 Novembre il debutto con lo spettacolo per ragazzi, e non solo, da titolo “Il lago dei cigni”. Emozioni?

“Molta soddisfazione, alimentata da un lavoro continuo di organizzazione, e responsabilità nei confronti dei tanti abbonati che ci stanno donando fiducia. Non si tratta di un’impresa facile, ma l’amore per il teatro aiuta a superare ogni genere di ostacolo che naturalmente si presenta lungo il percorso. Credo che in questo nostro tempo di forte crisi per il settore culturale, l’unico modo per impedire la morte definitiva del teatro è saper coniugare le risorse a disposizione e la qualità. Una terza via, che rappresenta la soluzione alle due alternative, che normalmente si crede siano le uniche. Da una parte, chi in momenti come questo non riesce ad offrire un prodotto valido, è destinato a scomparire dalla scena, dall’altra, se alla qualità si attribuisce solo un valore venale, per cui l’investimento teatrale diventa un fatto esclusivamente redditizio, c’è il rischio di rimanere esclusi da un sistema che strategicamente agisce per eliminare qualsiasi tentativo di diffondere intelligenze e risorse. Spesso si fa il gioco di chi desidera annullare le nostre tradizioni culturali e di chi ci mette in condizioni di rinunciare ai nostri sogni. Ecco, oggi solo chi si nutre di teatro può sopravvivere”.

Ci spieghi qual è la sua terza via, la sua Terra di Mezzo, tanto per rimanere in tema con la natura del titolo dell’associazione che Le ha riconosciuto il ruolo di conduttore di un progetto così ambizioso?

“Semplice! Non abbiamo pensato al guadagno immediato. Abbiamo preferito dare priorità alle esigenze del pubblico, dando la possibilità a tutti di abbonarsi senza tuttavia sacrificare la qualità. Gli spettacoli in cartellone sono tutti validi e avremo ospiti illustri come Paola Quattrini e Paola Gassman. Finora abbiamo ottenuto un discreto risultato perché gli abbonamenti grazie all’affetto del pubblico si stanno vendendo. E’ stato un duro lavoro, ma i sacrifici pagano e appagano”.

Nello specifico, quali sacrifici comporta la direzione artistica di una rassegna teatrale?

“Trovare continuamente il giusto equilibrio tra le parti, riconoscere ad ogni componente la giusta misura, mediare le esigenze di tutti; ma, in generale, se si fa con passione, ogni sacrificio acquista valore e la fatica diventa meno pressante. Certo, in nome della giusta via, che significa abitare sempre in una “terra di mezzo”, ha dei costi non indifferenti come quello di rinunciare ad ulteriori lavori che indubbiamente avrebbero dato prestigio alla rassegna, ma poi devi necessariamente mettere in primo piano il risultato finale. La passione è la prima cosa e non si può mettere in discussione perché non si può spiegare”.

Cosa si aspetta, in termini di risultato finale, da questa avventura?

“Avrei il desiderio di far crescere la voglia di andare a teatro e far conoscere al pubblico la bellezza dell’arte della recitazione. Questo sarebbe la più grande vittoria per me”.

Chi deve ringraziare per averLe dato la possibilità di realizzare una rassegna teatrale al Trifiletti di Milazzo?

“Intanto mio nonno, il quale nel periodo, in cui il Mandanici era stato chiuso al grande pubblico, e in assenza di un luogo, in cui potevamo assistere agli spettacoli teatrali, mi portava proprio al teatro di Milazzo. Ero un ragazzino e da quell’esperienza mi innamorai del teatro affezionandomi in particolare all’ambiente milazzese, che avevo conosciuto. Per ritornare ad oggi, sono molte le persone che voglio ringraziare e ci tengo ad elencarle tutte se la memoria mi aiuta. Dietro il mio lavoro c’è una squadra di collaboratori che hanno lavorato duramente alla riuscita dell’evento. In primis Giovanna Gebbia, la Presidente di Le Alte Terre di Mezzo, poi Tania Alioto, Vicepresidente dell’associazione che cura i rapporti con gli sponsor, l’amministratrice Simona Alioto e Tiziana La Macchia che si occupa di intrattenere le relazioni con il pubblico, con le compagnie facenti parte della rassegna e dei rapporti con l’amministrazione comunale. Inoltre, ci sono Stefania Gitto, responsabile di sala e Mariella Gitto, che gestisce gli abbonamenti e la biglietteria. Per il settore comunicazione ringrazio Piero Calderone, che ha realizzato la grafica della campagna pubblicitaria, Ivan Bertolami, per i rapporti con la stampa e la televisione, Gaetano Mercadante, addetto alle riprese video da consegnare alla stampa e Antonino Il Grande, fotografo ufficiale della manifestazione. Naturalmente, un grazie davvero particolare va all’Assessore Dario Russo, mostratasi persona lungimirante e disponibile ad accogliere il progetto e a Tindaro Italiano per la collaborazione affettuosa e attiva. Infine, il Sindaco Carmelo Pino, il Vicesindaco Stefania Scolaro e gli amministratori, che ci hanno reso il loro appoggio. Grazie soprattutto alla mia famiglia, agli amici che mi hanno aiutato ed al pubblico, che sarà il nostro punto di riferimento e dal quale aspettiamo consigli per crescere insieme. Grazie infine all’associazione Le Alte Terre Di Mezzo, che ha voluto investire in un progetto di spessore, tutti hanno lavorato, e continuano a farlo, per portare a Milazzo spettacoli nazionali che da tempo mancavano dal panorama teatrale e per far crescere l’offerta culturale del territorio”.

Foti Rodrigo

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