Uno sviluppo armonico che parta in sinergia dal mare e dalla montagna che attraverso le fiumare unisca un territorio ricco di ruralità al centro storico.

Ad affermarlo  Nicola Lucifero, Candidato alla carica di Consigliere Comunale, Patto Civico per Guardavalle, che continua: <<Prendo spunto, per una lunga e approfondita riflessione, dall’intervento eseguito nell’iniziativa elettorale Patto Civico per Guardavalle nella frazione montana dal candidato alla carica di Consigliere Comunale e amico Domenico Pizzi.

Credo che non sia il solo a dover chiedere e ripetere costantemente il perché, cosa nei secoli ha spinto i nostri avi nello scegliere il territorio di Guardavalle come luogo per piantare radici stabili come famiglia, figli, lavoro, casa e sacrifici. Sono convito che non necessita l’aiuto del sociologo per far ben comprendere che c’erano nel territorio Guardavallese tutte le condizioni ed esigenze del periodo.

Tre fiumare da cui poter attingere, acqua per il consumo umano e agricolo, sabbia e pietre da poter usare per la costruzione di case e produzione di calce. Un territorio predisposto al soddisfacimento alimentare nelle quattro stagioni per una popolazione operosa e incline al sacrificio. Un territorio come quello della frazione marina e “pietra rotta”, a salire verso il centro storico, granaio dei Guardavallesi e zone come “u finicchju e ruzzeju” vigneti in grado di produrre, per i non smemorati guardavallesi, vini di qualità e quantità eccelsa tale da far invidia alle produzioni dilettantistiche odierne.

Uliveti sparsi in ogni luogo e collina. Bestiame per uso agricolo e alimentare. Una frazione montana popolosa come “Pietracupa” in grado di soddisfare autonomamente il fabbisogno alimentare dei residenti del posto. Nei secoli Guardavalle è stato un grosso centro agricolo in grado di produrre ed esportare nei territori limitrofi.

Nicola Lucifero

Chi produceva il grano e altro per soddisfare le tante esigenze alimentari dei tremila operai delle Ferriere di Mongiana?
Quanti erano i carri con i buoi che prendevano la direzione Soverato e non solo per vendere quanto prodotto a Guardavalle?
Guardavalle, una storia tutta contadina messa nel dimenticatoio dai tanti radical chic della pseudo sinistra locale.
Può Guardavalle emergere dal torpore e dalla pesante involuzione economica e sociale dell’ultimo decennio targato “Trasparenza e Partecipazione”? SI

Come e da dove partire? Come tutte le strade portano a Roma, tutti gli sforzi in termini di progettualità, opere, azione, risorse devono collegare in sinergia il territorio marino, montano, rurale al centro storico Guardavallese.

Sento discorsi circa sottopassi o sovrappassi buttati in pasto a cittadini tanto per fini elettoralistici quanto per riempire venti minuti di sterile comizio. Credo che per portare la “strada dello sviluppo dei prossimi decenni” a “Roma” o meglio a Guardavalle è obbligatorio partire da opere e azioni strategiche.

Immaginate un sovrappasso o sottopasso unitamente una rotatoria nell’area ex silos Passante in grado di mettere in collegamento la fascia a mare di Guardavalle e Monasterace, una strada a salire e un ponte che metta in rete, comunicazione e conurbazione Viale Europa e Loc. Vescovado di Guardavalle con la Frazione di Campo Marzo di Monasterace e a salire lungo la fiumare un tracciato a lato che risalga, apra e colleghi territori pieni di ruralità per giungere come meta il lungofiume nell’area adiacente al depuratore di Guardavalle Centro?

Immaginate una progettualità analoga sulla fiumara “Munita”. Un sovrappasso o sottopasso nell’area adiacente o nelle vicinanze della fiumara in grado di mettere in collegamento la fascia a mare nella sua interezza da “Fiume a Fiume” e dal fiume Munita o presso le sue vicinanze risalire per le campagne e aver come meta finale la località “duestrade” e quindi il centro storico?

Roba da pazzi o politici? La montagna e i fiumi? Stesso discorso a scendere.

Il discorso di Pizzi in merito ad usi civici e strada provinciale di collegamento con i Comuni montani di Spadola, Simbario e Serra San Bruno?
Una questione annosa mai risolta, meritevole della dovuta attenzione e azione per dare dignità ai tanti residenti delle frazioni montane che con sacrificio e umiltà hanno dato continuità della loro presenza in quel territorio da noi addetti alla politica abbandonato.

Sono convito che solo fiducia, azioni e progettualità sinergica possono travolgere dal torpore e l’involuzione un territorio, una comunità come quella Guardavallese che ha ancora e per decenni molto da dire e dimostrare.
Grazie a Domenico Pizzi per lo spunto e spero di trovare giovani come lui al mio fianco tra i banchi della nuova Consiliatura.
Nicola Lucifero, Candidato alla carica di Consigliere Comunale, Patto Civico per Guardavalle.>>