Le “rumorose” dichiarazioni dell’ex sindaco Ussia, dopo la sentenza del TAR del Lazio che ha respinto il ricorso; il silenzio del PD; la desertificazione della cultura e della politica.
Di seguito la nota diffusa dagli ex consiglieri di opposizione del Comune di Guardavalle Antonio Tedesco, Antonio Purri e Francesco Montepaone: <<Lunedì 29 novembre 2021, viene pubblicata la sentenza del TAR del Lazio che respinge il ricorso amministrativo proposto dall’ex sindaco Ussia e degli ex consiglieri comunali di maggioranza.
Resta quindi confermato il decreto del Presidente della Repubblica con il quale il 23 febbraio 2021 è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale di Guardavalle.
Come reazione a tutto ciò, l’ex sindaco ha intrapreso la sua sfida personale facendo delle dichiarazioni a dir poco scomposte.
- La commissione di accesso composta da: Dott Luigi Guerreri Vice Prefetto, Dott. Luigi Cipriano Capitano del Comando Provinciale dei Carabinieri, Dott. Gasparini La Rosa del Comando Provinciale della Guardia di finanza, avrebbe falsificato la documentazione per poter portare allo scioglimento del Consiglio Comunale di Guardavalle.
- I Giudici del TAR Lazio avrebbero deciso di respingere il ricorso presentato con superficialità senza addirittura leggere con attenzione la documentazione.
- La stessa Commissione straordinaria composta da: Dott. Campini Presidente Viceprefetto, Dott. Gino Rotella Vice Prefetto di Catanzaro, Dott.ssa Manuela Curra’ della Prefettura di Crotone, chiamati nella qualità di tecnici a gestire il Comune in questa fase di emergenza, viene chiamata in causa, in maniera sbadatamente maldestra, in soccorso alle sue strampalate tesi…
- Viene coinvolto anche il Responsabile dell’ufficio tecnico, descritto come suo dipendente che prima di assumere decisioni avrebbe avuto bisogno del suo bene placido.
Quindi, stando a quanto ha affermato nelle sue interviste l’ex sindaco Ussia, la commissione di accesso, i giudici del Tar del Lazio, la commissione straordinaria, forse la stessa caserma dei Carabinieri, il giornalista di Striscia la Notizia, Brumotti, e chissà chi altri ancora… avrebbero, tutti in accordo, ordito un complotto contro l’ex sindaco Ussia, per portare allo scioglimento il consiglio comunale di Guardavalle.
Come ex consiglieri comunali di minoranza di Civiltà Politica, non condividiamo, nella maniera più netta, nulla di quanto l’ex sindaco Ussia ha dichiarato e affermato nell’intervista all’emittente locale Tele-Jonio, a mezzo stampa e sui social.
Affermazioni gravi e politicamente sbagliate, concepite in un’ottica populista e fuorviante, dalle quali vogliamo prendere le distanze, ribadendo la nostra disapprovazione totale.
Affermazioni che mettono in difficoltà ancora di più il paese e tutta la comunità di Guardavalle, danneggiando ulteriormente la nostra immagine.
Sin dall’inizio della vicenda, iniziata nel Dicembre 2019, dopo la penosa e imbarazzante intervista rilasciata al giornalista Brumotti di Striscia la Notizia, non abbiamo mai condiviso il comportamento dell’allora sindaco e della maggioranza.
La scelta di affrontare la questione con presunzione e con tono di sfida, come se si trattasse di un problema personale e non invece di un problema politico amministrativo di rilevante importanza sociale, così come poi si è rilevato, e che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale del 23 febbraio 2021 e al non accoglimento del ricorso al Tar del Lazio del 29/11/2021.
In quel tempo, nella unica riunione in cui siamo stati chiamati, abbiamo cercato, senza pregiudizi e con spirito collaborativo di dare qualche consiglio. Non siamo mai stati ascoltati. Anzi la maggioranza è andata dritta alla ricerca del complotto e dei fantasmi, sbattendo la testa contro il muro.
L’ex sindaco Ussia, nella sua lunga, inopportuna, confusa, inutile e forse pericolosa intervista, dichiara di parlare a nome di tutta la comunità e a difesa di tutti i consiglieri comunali e di tutta la cittadinanza.
Noi consiglieri di opposizione non abbiamo dato nessuna autorizzazione all’ex sindaco di parlare anche a nostro nome.
E in ogni caso, non può Ussia arrogarsi il diritto di parlare a nome di tutti, non solo perché non è più sindaco dal 23 febbraio 2021, ma semplicemente perché nei fatti non rappresenta tutti.
Può parlare a nome della sua maggioranza consigliare, e forse nemmeno di tutta; può parlare a nome del suo partito, il PD, di cui è “leader indiscusso”, e può dire e fare ciò che vuole e quanto il suo “istinto” gli suggerisce, senza pensare, senza riflettere e senza consultare nessuno.
Durante tutta la vicenda, il PD di Guardavalle non ha mai pensato di sedersi un attimo, riflettere, aprire una discussione e un sereno confronto politico. Il PD ha scelto la strada del silenzio e del nascondersi: “tanto tutto passa e tutto finisce nel dimenticatoio”.
Ha deciso d’inseguire, con testardaggine, le sciagurate posizioni del sindaco.
Bisognava affrontare tutta la problematica questione a viso aperto con coraggio, onestà politica e intellettuale, e soprattutto senza pregiudizi. Pertanto, pesanti sono le responsabilità politiche che porta sulle spalle tutto il gruppo dirigente del PD di Guardavalle.
L’ex-sindaco Ussia, nonostante tutto l’accaduto, ancora oggi, parla e si comporta come se nulla fosse successo, come già detto, dichiara di parlare a nome di tutta la comunità e non può farlo, appare sempre e in ogni occasione sui social con la fascia tricolore e a lato la scritta Pino Ussia Sindaco di Guardavalle, e sarebbe opportuno di non farlo.
La proposta di incandidabilita’ fatta dalla Prefettura di Catanzaro, complica ancora di più tutta la vicenda giudiziaria e rende ancora piu’ difficile il percorso di riabilitazione politico-amministrativa.
Non servono e forse sono dannosi “processi fai da te”, ma unica e sola strada è quella del ricorso al Consiglio di Stato.
In conclusione: siamo senza sindaco e senza consiglio comunale, senza rappresentanza democraticamente eletta. Un paese confuso e allo stremo. Democrazia in quarantena per 18 mesi e forse oltre. Una comunità divisa e lacerata senza riferimenti politici. Un degrado civile galoppante e un malessere generale diffuso in tutta la popolazione.
Rimane la necessità di riconquistare spazio e terreno per un rinnovato impegno politico e sociale, aprire la strada a un vero rinnovamento della politica, arrestare il processo di desertificazione culturale e politica, per ridare speranza a una cittadinanza stanca e soprattutto coinvolgere le giovani generazioni nella costruzione di un futuro diverso e migliore.>>