Giuseppe Tedesco – Foto dal web

Giuseppe Tedesco, esponente del Pdl, è il candidato sindaco della lista civica “Unione per il futuro”.

Una candidatura per la discontinuità amministrativa?

«Certamente. E devo dire che i fatti cominciano a darci ragione. Ci riteniamo infatti l’unico soggetto politico capace di operare una razionale e innovativa discontinuità rispetto a questi cinque anni di amministrazione secondo noiinadeguata alleesigenze ed alle aspettative della nostra comunità. È una scelta, la nostra, fondata sulla necessità di progettare un percorso nuovo e autentico che si pone il prestigioso obiettivo di costruire un’Amministrazione comunale in grado di riportare il giusto equilibrio nel nostro territorio. Tale scelta scaturisce dal fatto che poco si è visto di “vera Amministrazione” negli ultimi anni. Dobbiamo restituire alla nostra gente la giusta dignità e il perduto orgoglio di essere e sentirsi guardavallesi. Ci poniamo e ci proponiamo quindi quale seria e valida alternativa ad una dichiarata continuità amministrativa proposta dalla lista avversaria. Sono fermamente convinto che il nostro sia l’unico percorso che si possa intraprendere per cercare di porre soluzione alle tante difficoltà economiche e sociali vissute dalla nostra comunità e che sono, in gran parte, riconducibili all’incapacità dell’Amministrazione Comunale uscente di affrontare strutturalmente alcuni temi fondamentali quali la tutela e la valorizzazione del territorio e ad una ridottissima attenzione che essa ha posto nei confronti della funzionalità dei servizi pubblici essenziali, a partire da quelli ambientali».

Quali sono i punti qualificanti del suo programma?

«Intanto vorrei invitare i cittadini a leggere attentamente il nostro programma per avere meglio chiara la nostra proposta. Gradirei riportare solo qualche esempio di indirizzo programmatico senza scendere nei dettagli. Non abbiamo voluto stupire con effetti speciali o con eleganti papelli. Abbiamo mirato al sodo cercando di dare la giusta sintesi agli obiettivi che vorremmo conseguire partendo da indirizzi semplici e concreti, ma efficaci allo stesso tempo. Per dirne solo una: l’ambiente. Per noi questo è il punto di partenza per lo sviluppo ecosostenibile del nostro territorio. Si badi bene che per noi ecosostenibile non è associabile assolutamente a svendita del territorio, bensì a opportunità concreta scevra da ogni possibile deturpazione. Sappiamo bene che la tutela ambientale e territoriale rappresenta il nostro futuro e soprattutto quello dei nostri figli. Siamo chiamati a restituire loro un’ambiente che noi abbiamo avuto solo in prestito. In questo contesto il Psa (Piano Strutturale Associato), da rivedersi forse in tutto e per tutto, dovrà rappresentare lo strumento strategico per eccellenza utile al conseguimento di un fondamentale indirizzo: parità di trattamento per tutti i cittadini del nostro territorio, senza distinzione alcuna tra frazioni di seria A e frazioni di serie B, senza far cadere necessariamente nell’ingiusta illegalità una parte di popolazione che chiede solo di investire nella propria abitazione, a vantaggio invece di una parte di territorio “meno abusiva” preposta ad investimenti edilizi più intensivi che hanno già dato in altri luoghi dimostrazione del loro carattere completamente fallimentare. Edilizia quindi come punto di arrivo in cui, sì riversare una consistente parte dell’economia reale prodotta dal nostro territorio, ma anche come opportunità di rivalutazione dell’intero patrimonio immobiliare in modo da restituire stimolo ad un mercato che sinora si è dimostrato ostile grazie ad uno sviluppo che ancora si sta attendendo da un ventennio e oltre. L’obiettivo del Psa non dovrà però ridursi solo ad una questione di edilizia residenziale, esso dovrà altresì contenere gli strumenti che diano esatta indicazione di opportune aree sparse per tutto il territorio, in cui collocare attività produttive, sia artigianali che di trasformazione dei prodotti agricoli. E quando dico produttive intendo produttive. In lista giovani e alcune riconferme con una lunga esperienza amministrativa. La lista, che io amo chiamare la mia famiglia e che vuole dare il proprio contributo a questo paese in modo indistinto, è un’idea che coltivo da molto tempo e che oggi, al solo pensiero di poterla mettere in campo, mi rendemolto orgoglioso. Fortemente apprezzata anche dal gruppo dei “veterani”, consapevoli che nuovi impulsi, nuove idee, nuovi stimoli possono arrivare solo da giovani energie che rappresentano il nostro futuro, oggi essa si trova compatta ad affrontare in sinergia i grandi temi legati alla nostra società con la speranza e l’intento di raggiungere il fondamentale obiettivo di una società migliore basata su princìpi di eguaglianza, libertà, democrazia e trasparenza».

Quali impegni per il Borgo e la Frazione montana di Elce della Vecchia?

«Innanzitutto voglio precisare che quando si parla di Elce ci si deve necessariamente riferire anche alle località di Santo Stefano, Nivera, Piano del Gatto, Sciordillà, che insieme formano la parte montana del nostro territorio. Parte montana messa quasi in un angolino e bistrattata e di cui ci si ricorda solo in occasione di elezioni. Dicevo prima dell’importanza che il Psa assume per lo sviluppo di questa parte di territorio in cui ancora oggi, nel 2011, ci si deve sentire “abusivi” sol perché si interviene sulla propria abitazione. Anche un figlio della montagna ha il diritto di costruire la propria casa, oltre un posto dove eventualmente sviluppare la propria attività, in modo assolutamente legittimo. La nostra montagna ha sempre dato dimostrazione di forza, forza che anche nei momenti più bui l’hasemprecondotta a sopravvivere e resistere. Ciò perché ha sempre puntato su un’economia reale, stabile e duratura. Sarebbe allora un incredibile errore pensare che un residente debba essere costretto dai poteri forti del mondo finanziario ad accedere ad un mutuo “a vita” per comperare una casa in altra zona del nostro territorio. Diversa non è la condizione del centro storico, almeno dal punto di vista degli obiettivi da conseguire, con l’unica differenza rappresentata dalla condizione di degrado in cui esso versa, non assimilabile certamente a qualunque altra parte del territorio e che non può trovare l’unica soluzione possibile nel “paese albergo”, ma in soluzioni progettuali e pianificatrici che riportino il borgo al centro del territorio attraverso un intervento di riqualificazione non rivolto ad una disordinata compravendita con successiva ristrutturazione di case, ma attraverso la dotazione di servizi essenziali, quali ad esempio i parcheggi, che attraggano la giusta dose di investimenti in un perpetuo equilibrio tra elementi innovativi ed elementi caratteristici e tradizionali. Alcune scelte operate nel passato, quali l’apertura di nuove strade e piazze, si sono dimostrate più che lungimiranti in quanto hanno dato la possibilità al nostro centro di sopravvivere nel tempo, pur rimanendo esteticamente uno tra i non migliori centri della nostra area. Compito inevaso, seppur dato all’Amministrazione uscente quale principale mandato alla scorsa tornata elettorale, era proprio quello di integrare tali scelte passate con azioni atte a compiere un primo ed indelebile passo verso quel tanto atteso piano di recupero perso ormai nella notte dei tempi. E a poco è valsa la fallimentare e bizzarra vicenda dei finanziamenti da miseria per l’attuazione di quel caotico “sogno dei Borghi Autentici” in cui si è denotata tutta l’impreparazione e lo sbaraglio dell’Amministrazione uscente. Occorrono quindi misure volte alla rivitalizzazione del centro storico».

Il Quotidiano della Calabria – Franco Laganà

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