Il-ratto-delle-Sabine-3Grande successo al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme per la commedia “Il ratto delle Sabine” andata in scena nell’ambito della rassegna teatrale “Vacantiandu – Città di Lamezia Terme”, promossa e organizzata dall’associazione “I Vacantusi” sotto la direzione artistica di Nicola Morelli e Walter Vasta. Sul palco i bravissimi attori della compagnia Teatro Stabile Nisseno di Caltanissetta con la regia Angelo Tosto, capeggiati dai due brillanti cabarettisti Toni e Totino, che insieme a Giovanni Speciale, Salvina Fama, Giuseppe Speciale, Teresa Calabrese, Diletta Costanzo, Raimondo Coniglio, Ilaria Giammusso, Giuseppe Minnella e Giulia Frangiamone, hanno messo su uno spettacolo di gran successo, fatto di battute esilaranti e doppi sensi.

Una farsa in due atti, scritta da Franz e Paul Von Schonthan, che ha coinvolto il pubblico in sala mettendo in scena la storia del professor Molmenti, uomo di lettere con un sogno nel cassetto: far rivivere gli scritti di Tito Livio in cui si narrava il furto (il ratto appunto) delle donne del vicino popolo Sabino a opera dei romani (Romolo imperatore invitò con l’inganno tutta la popolazione dei Sabini a uno spettacolo e poi ne fece rapire le mogli con lo scopo di rimpinguare le città romane di nuove generazioni). Ma non solo questo. Dono del cielo, la tranquilla vita di paese di questo professore viene sconvolta dall’arrivo di una compagnia di attori girovaghi (i tromboni). Il capocomico Trombone va a casa del professore con l’intento di fargli prenotare dei posti a teatro. Forte della passione comune il professore confessa a Trombone d’aver scritto una tragedia e vorrebbe che lui la mettesse in scena. Affida quindi il copione (e il segreto della sua stesura) a questo scapestrato Chaplin, che pesandolo (letteralmente, lo pesa) comprendendone quindi, a suo modo, lo “spessore”, dà infine il suo supporto alla messa in opera di questa tragedia. Ma l’entusiasmo iniziale del professore che vede finalmente l’onirico trasformato in materia durerà poco: man mano che la narrazione procede si comprende, infatti, la limitatezza della cultura del comico, l’approssimazione che contraddistingue il suo lavoro, l’incomprensione reciproca sui grandi sistemi valoriali.

Come se parlassero lingue diverse i due attori inscenano momenti esilaranti scambiandosi opinioni che sfiorano il teatro dell’assurdo di Brecht. Una commedia in movimento che s’alimenta dell’umiltà e dell’impegno dei suoi protagonisti e che ruota tutto interno alle battute esilaranti dei due cabarettisti Toti e Totino. “Il tutto – afferma il regista Tosto – con la complicità e il talento dei miei fidati amici del Teatro Stabile Nisseno, che mi danno anche l’opportunità di giocare al grande gioco del teatro con due “Cavalieri” della comicità, come Toti e Totino, miei vecchi compagni (televisivi) d’arme. Fare del buon teatro paga sempre e questa è un’occasione unica di poter fare bene, raccontando di una compagnia teatrale che riesce solo a far male! Se riesco in questa operazione, mi do alla politica”.

A conclusione della serata lametina c’è stato anche spazio per la solidarietà. Dal palco del Teatro Grandinetti infatti, i rappresentanti della Caritas diocesana hanno infatti lanciato un appello a tutti i presenti in sala affinché contribuiscano alla raccolta alimentare e degli indumenti che quotidianamente vengono effettuate nei tre punti di raccolta diocesana a Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia. Un’iniziativa sposata in pieno dall’associazione “I Vacantusi”, a conferma della propensione al sociale e all’aiuto dei più bisognosi da parte della compagnia teatrale lametina, da sempre impegnata in iniziative benefiche.

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