A partire dalle 17.00 di ieri, 23 febbraio, le reti di monitoraggio dei Centri di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile hanno registrato un incremento del tremore vulcanico accompagnato dalla ripresa dell’attività stromboliana al Nuovo cratere di Sud Est del vulcano Etna. Dalle 19.07 questa attività è evoluta in fontane di lava con emissione di una quantità significativa di ceneri vulcaniche in atmosfera e una colata lavica nella Valle del Bove. 

In seguito a questo evento – il più intenso tra quelli che si sono verificati nel corso della settimana – sulla base delle osservazioni visive e strumentali dei fenomeni vulcanici e dei comunicati dei Centri di Competenza, il Centro Funzionale Centrale per il Rischio Vulcanico ha emesso un avviso di criticità elevata per l’area sommitale del vulcano, ordinaria nelle aree del medio versante, pedemontana e urbana.

L’attività vulcanica è cessata dopo poche ore, alle 21.02, mentre l’emissione di lava dalla base del cono di Sud Est è proseguita sino alle prime ore di questa mattina.

Lo spazio aereo dell’aeroporto di Catania è stato chiuso a causa della cenere vulcanica fino alle 22.00 di ieri, quindi il traffico aereo è ripreso regolarmente.

Resta valida fino al 28 febbraio l’ordinanza del Prefetto di Catania che dispone l’assoluto divieto di accedere al vulcano sul versante Sud oltre quota 2920 metri (in prossimità della Torre del Filosofo) e sul versante nord oltre quota di 2990 metri (in prossimità di Punta Lucia).

Il Centro Funzionale Centrale continua nell’attività di vigilanza attraverso i Centri di Competenza preposti al monitoraggio e alla sorveglianza dei vulcani italiani – Ingv e Università di Firenze – e attraverso le strutture operative e i presidi territoriali.


Foto: attività stromboliana al Nuovo cratere di Sud-Est del 17 febbraio 2013 (dal sito dell’Ingv, sezione di Catania)

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