Salvatore-De-BiaseE’ Prossima l’uscita dell’ultimo lavoro di Salvatore De Biase, un libro che porta il titolo: “Tuttu Passa” nostalgici racconti poetici, ancorati ad un passato che non può cancellarsi per l’incuria del tempo. Il suo ultimo scritto “Tuttu passa….si presenta decisamente come “fatica” più matura, interfacciandosi nei gangli della cultura calabrese, poetando e rivolgendo interrogativi a larghe vedute-

Per come affermano i critici, De Biase è una sorta di cantore di nostalgici pensieri che richiamano storie rivedute come, “Gennarino Esposito e Totò,” o i perché contenuti nella prosa di “Ntoni e S. Giuseppi, “la figura del santo rivista, rivisitata sotto altra luce; a continuare “Partu…”, il saluto del laureato che va via dalla sua Calabria ricordando le sue bellezze ed invocando un perdono; infine “I guai da pignata i sa lla cucchiara ca ci rota…,” una presa in giro della Calabria , nella riflessione, molto divertente che comunque porta verso il sorriso.

I suoi precedenti scritti come “FHORZA GUALA “ una raccolta di poesie in vernacolo presentate nell’ambito della storica manifestazione Fieristica Lametina, per tramite “l’Associazione Culturale Magazzino A.L.A. “ del Presidente della pro-loco Vincenzo Ruberto. RUMANZELLI CALABRISI “ una raccolta di storie vissute e raccontate in prosa dialettale, di grande significato storico-culturale, i cui proventi, nell’anno 2004, sono stati devoluti all’’AISM, la quale ne ha curato la vendita promozione .

“LAMETE, IL TERZO FRATELLO DI ROMOLO E REMO,” costellato da fantasie, espresse sempre in vernacolo, per una lettura piacevole, che porta “ un sorriso in poesia”senza trascurare la riflessione. Anche qui un’altra donazione. Questa volta al reparto DIALISI dell’Ospedale Lametino, dove, attraverso la vendita del libro, sono stati regalati 5 televisori al plasma, per aiutare, nelle lunghe ore di attesa, i pazienti dializzati. Scelta questa dettata anche dal fatto che egli conosce e vive il sociale, lavora nell’ambito ospedaliero, vive la politica e il mondo sindacale-

Un’altra opera, molto impegnativa, è stata JIUDA FHU’ NNU TRADITURI, O U MEGLIU AMICU DU SIGNURI ? che porta nel suo interno, interrogativi, commedie dialettali, e soprattutto sorrisi in forma poetica- Il tutto frullato in una riflessione candida, semplice, di facile lettura- “FHATTI PPI RIDARI E PPI CIANGIRI ”,storie in vernacolo calabrese-lametino, che prendono spunto proprio dal titolo del libro.

DE BIASE, può essere definito un Poeta-raccontatore, che si rifà all’espressione del grande studioso-ricercatore dei valori del passato, Prof. Vincenzo Villella, quando egli afferma: “da quando il passato non getta più la propria luce sul futuro, lo spirito dell’uomo brancola nelle tenebre”. Dunque il dialetto è un punto di riferimento da valorizzare, salvaguardare e proiettare nel futuro. Sicuramente va considerato come elemento indispensabile per l’identificazione di un territorio, importante per il recupero linguistico culturale, umano, rispetto ai processi di esagerata modernizzazione, che spessa annullano le tradizioni territoriali.

Questo è quanto affermato nei vari scritti e nelle varie manifestazioni da parte del: Prof. Vincenzo Villella- Prof. Urbano Caporale- Prof Filippo D’Andrea- Avv. Fabrizio Falvo-Prof Gianni Torchia- Avv. Pasqualino Scaramuzzino-Prof. Antonio Zaffina- Prof.Tommaso Cozzitorto- Prof. Giovanni Cimbalo; Prof.ssa Ines Pugliese.

 

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