La senatrice Dafne Musolino di Italia Viva ha espresso le sue preoccupazioni riguardo al provvedimento in discussione, noto come il DL Caivano, che mira a contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa, la criminalità minorile e a migliorare la sicurezza dei minori nell’ambito digitale. In un intervento appassionato, la senatrice ha evidenziato varie ragioni per le quali questo decreto-legge non convince.

Innanzitutto, ha sollevato il timore che il DL Caivano sia il risultato del sensazionalismo del momento, anziché una risposta basata su un’analisi accurata dei problemi sociali e delle loro radici. La senatrice ha sottolineato che il provvedimento sembra mirare a offrire una soluzione rapida a un problema con radici profonde anziché affrontare le cause sottostanti.

La visita della Premier Meloni a Caivano è stata considerata un importante momento di ascolto e discussione, ma secondo la senatrice, non dovrebbe costituire la base per un intervento di tale portata. Invece, sarebbe necessario condurre un’analisi approfondita del contesto e delle cause dei problemi sociali in tutte le aree simili in Italia, non solo a Caivano.

Un’altra critica mossa dalla senatrice riguarda la presunta violazione del principio giuridico secondo il quale le leggi devono essere generali ed astratte, disciplinando casi specifici in modo generale ed applicabile a tutte le situazioni simili. L’intervento mirato a Caivano sembra essere contrario a questo principio, introducendo norme ad hoc per un caso specifico.

La senatrice ha enfatizzato che questa violazione costituisce un pessimo esempio di legislazione, non solo perché il governo sembra usurpare il potere legislativo tramite la decretazione d’urgenza, ma anche perché questa azione suggerisce che alcune emergenze sociali siano più gravi di altre. Questo approccio discriminatorio, secondo la senatrice, implica una valutazione discrezionale e di parte, contrariamente al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.

Un’altra preoccupazione sollevata riguarda la modalità di affrontare i problemi nelle periferie degradate. La senatrice ha citato la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Condizioni di Sicurezza e sullo Stato di Degrado delle Città e delle Loro Periferie, costituita nel 2016, che aveva già fornito linee guida e raccomandazioni per affrontare i problemi nelle periferie in modo sistematico. Queste raccomandazioni, tuttavia, non sono state attuate.

Infine, la senatrice ha criticato l’approccio del DL Caivano, che sembra concentrarsi su misure punitive, come l’abbassamento dell’età di imputabilità, anziché affrontare le cause profonde del disagio giovanile. Lei ha sottolineato che servono soluzioni sistemiche che offrano ai giovani strumenti per l’istruzione, la formazione e l’occupazione anziché creare una nuova generazione di giovani pluripregiudicati.