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Due società che si occupano di servizi diversi ma interconnessi, una discarica che funziona a mezzo servizio, camion incolonnati fino a 24 ore, l’inciviltà della gente che non conosce limiti. Le nuove frontiere dell’emergenza rifiuti si snodano su più fronti, tutti ancora “caldissimi”. Nonostante l’ottimismo legato alla possibilità di conferire prioritariamente i rifiuti solidi urbani nella discarica di Alli, ancora potrebbero essere necessari alcuni giorni prima che la situazione della raccolta torni a livelli accettabili. Da Lido al centro storico, ieri i cassonetti erano spesso stracolmi, soprattutto quelli gialli riservati alla differenziata. E proprio su quest’aspetto della questione è intervenuta ieri la società Aimeri (quella che si occupa dei rifiuti solidi urbani) in risposta alle lamentele di Francesco Statini, presidente dell’associazione “Seamarscuba”. «Lo svuotamento dei contenitori adibiti alla differenziata (contenitori di colore giallo), che ad oggi sono stracolmi di rifiuti, non è di competenza di Aimeri Ambiente, bensì spetta completamente alla società Ambiente & Servizi, che, come visibile a tutti, non sta effettuando il servizio di raccolta da diversi giorni. Per contro, Aimeri Ambiente è la sola che sta effettuando il servizio di raccolta del rifiuto indifferenziato in maniera regolare sul territorio, utilizzando il proprio personale sia in orario ordinario che in orario straordinario». Aimeri chiede anche di tener presente la situazione che si è venuta a creare nella discarica di Alli, dove «i compattatori carichi di rifiuti effettuano code di giorni, in attesa del proprio turno per poter scaricare (addirittura il nostro personale si ritrova ad occupare il posto il giorno prima, con la speranza di poter scaricare nel pomeriggio del giorno dopo); la conseguenza di questa prolungata attesa – sostiene ancora Aimeri – si ripercuote inevitabilmente sui servizi di raccolta. E alla situazione già di per sé complicata, si aggiunge il fatto che alcune categorie di rifiuti, quali ingombranti, verde, cartone, etc…, non sono accettati dalla discarica di Alli, con la necessità di un conferimento in centri alternativi: questo problema potrebbe essere evitato a monte se i singoli cittadini di Catanzaro effettuassero la raccolta differenziata in maniera più attenta e scrupolosa. Da ultimo, teniamo a precisare che il sindaco e la pubblica amministrazione della città sono perfettamente a conoscenza della situazione sul territorio, oltre che degli sforzi profusi da parte dell’azienda scrivente per limitare al minimo le situazioni di disagio». Sul fronte politico, ieri, è intervenuto Salvatore Scalzo, ex candidato a sindaco e oggi capogruppo del Pd in consiglio comunale: «I titoli dei giornali parlano di collasso degli impianti, di situazione di straordinaria emergenza. Ed in questa definizione sta tutto il senso dell’inadeguatezza dell’azione in tema di gestione del ciclo dei rifiuti. Parlare di emergenza con 14 anni di (fallimentare) esperienza commissariale alle spalle, è a dir poco grottesco. Come è grottesco che i primi provvedimenti disposti dalla Regione – trionfalmente annunciati come si conviene per ogni provvedimento che segue ad una emergenza – riportino la data del 24 agosto (sic!). Ventiquattro agosto, a stagione praticamente conclusa, come se quanto accaduto non fosse ampiamente prevedibile, quasi si trattasse di una contingenza. E risultano davvero improponibili quei riferimenti all’afflusso dei turisti quale potenziale causa dell’emergenza. Come – incalza Scalzo – se i turisti rappresentassero una variabile nuova ed inattesa. Ammesso che non si trattasse di un lapsus freudiano di chi si sta perfettamente rendendo conto che questo danno d’immagine giornaliero alla Calabria e alla sua bellezze rischi davvero di trasformare la presenza turistica in una variabile imprevista. Era il 12 settembre 1997 quando venne ritenuto opportuno commissariare la gestione dei rifiuti della regione Calabria. Quattordici anni di commissariamento che hanno prodotto solo confusione in tema di competenze, doveri e responsabilità; 14 società miste pubblico-private (con annessi presidenti, amministratori delegati, direttori ed impiegati vari) lautamente finanziate con risorse pubbliche e deputate alla attuazione di un piano rifiuti regionale predisposto nel 2001 e rinnovato nel 2007, i cui (modesti) obiettivi sono stati puntualmente disattesi. Risorse per oltre un miliardo di euro risoltesi nell’ennesimo colossale spreco, soldi che anziché accorciare hanno accentuato la distanza che ci separa dalle regioni italiane meno virtuose».

Gazzetta del Sud – Giuseppe Lo Re

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