Di seguito la nota integrale diffusa da Bruno Censore, Consigliere regionale del Partito Democratico: «Se guardando all’Italia osserviamo un Paese più povero, in cui la disoccupazione e la pressione fiscale sono accresciute, le tutele ai lavoratori sono inesorabilmente in declino, le disuguaglianze sociali sono ampliate e dove il futuro, soprattutto dei più giovani, è sempre più incerto. Se, invece, viriamo lo sguardo sulla nostra Calabria, scrutiamo una realtà in cui non si intravedono prospettive rosee: il tasso di disoccupazione giovanile raggiunge la punta del 60%. La percentuale di donne inoccupate rimane notevole, gli inattivi crescono a dismisura e la disoccupazione totale, rispetto allo stesso periodo del 2011, registra un preoccupante +7,8%. A ciò si aggiunga che nella nostra regione le retribuzioni di decine di migliaia di lavoratori sono al di sotto del minimo previsto dai contratti nazionale, che la Calabria è la regione che detiene anche il triste record del lavoro nero, irregolare e precario. Insomma, si tratta di numeri inoppugnabili che ci danno contezza della gravità della situazione».

E’ quanto afferma Bruno Censore, Consigliere regionale del Partito Democratico che, assieme ad una nutrita di delegazione di lavoratori provenienti da ogni angolo della provincia di Vibo Valentia, ha aderito alla manifestazione di Catanzaro, promossa da CGIL, CISL e UIL per chiedere al Governo interventi per lo sviluppo della Calabria.

«Era doveroso scendere in piazza al fianco di sindacati, studenti, precari, forestali e di altri esponenti del mondo del lavoro calabrese che a Catanzaro hanno lanciato un messaggio di speranza a favore di una Calabria in declino e per chiedere maggiori attenzioni al Governo. Dinanzi ai problemi che attanagliano la nostra regione – continua Censore – i temi al centro della grande manifestazione di Catanzaro sono di strettissima attualità e scendere in piazza al fianco di CGIL, CISL E UIL è stata un’occasione irrinunciabile per far sentire la voce della Calabria a Roma, la voce di chi non vuole assistere impassibile al declino della nostra regione».

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