cambiamo-messina-dal-bassoNota del Movimento Cambiamo Messina dal Basso: <<Il Comune di Messina abbandona la Fondazione Taormina Arte. Così hanno deciso il sindaco De Luca e l’assessore alla Cultura Trimarchi, che ogni tanto misteriosamente riappare, rassicurandoci sul fatto che esiste realmente e non è frutto della nostra fantasia e immaginazione.

L’amministrazione De Luca ha giustificato questa scelta sostenendo che le condizioni finanziarie dell’ente non consentono di proseguire in questo impegno: certo, un centinaio di migliaio di euro una tantum (peraltro già versati, quindi senza alcun esborso ulteriore) sono davvero troppi per una fondazione che organizza attività culturali di respiro internazionale, con evidenti ricadute di immagine per tutto il territorio metropolitano di Messina.

E pensare che negli ultimi anni si era andati nella direzione di un sempre maggiore coinvolgimento della città all’interno delle attività della Fondazione, erede di quella lunga tradizione nata proprio in riva allo Stretto con la Rassegna internazionale nella cittadella fieristica; era questa la strada su cui proseguire, al fine di rendere l’offerta culturale cittadina degna di una realtà metropolitana, pretendendo che ci fosse “più Messina” all’interno di TaoArte e facendo sistema con la stessa Taormina. E coniugando, in questo modo, il fondamentale supporto al tessuto culturale cittadino – fatto di associazioni, teatri, compagnie, gruppi, artisti ed artiste che generosamente si spendono e offrono tanto alla nostra comunità – allo sviluppo di iniziative dalla forte ricaduta in termini di immagine internazionale e turismo.

E invece no. Mancano sia l’uno che l’altro. Messina fuori da TaoArte, il Teatro Vittorio Emanuele abbandonato a se stesso, mentre chiudono spazi culturali comunali, vi è l’immobilismo più assoluto sulla valorizzazione del patrimonio culturale esistente, di progetti ed investimenti all’orizzonte neanche a parlarne, e non vi è alcun confronto con il tessuto culturale cittadino (a proposito, che si fa per Natale quest’anno?).

Ecco qual è il nodo della questione. Riprendendo alcune polemiche dei giorni scorsi, il problema non è che si facciano, ad esempio, eventi di cultura popolare – lungi da noi alcun atteggiamento di “snobismo culturale”: le tradizioni popolari sono parte fondamentale della nostra cultura (per quanto non guasterebbe se si facessero con un minimo di organizzazione, valorizzazione in chiave turistica dell’evento stesso e del territorio coinvolto, con una vera direzione artistica e non improvvisando desolanti passeggiate ed incontri di dubbia rilevanza culturale).

Il problema vero è che accanto a questo tipo di eventi e a qualche patrocinio qua e là, nell’agenda culturale di Palazzo Zanca c’è il nulla cosmico.>>

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