Nota di risposta alle dichiarazioni su forestazione in Sicilia dell’On. Zaia: <<Carissimo Govenatore, avendo letto l’odierno articolo sul Giornale di Sicilia, che fa riferimento al suo intervento al raduno del suo partito a Pontida, noto innanzi tutto che, fra le altre cose, lei per la prima volta, entra nel merito dell’argomento forestali siciliani, almeno dando dei numeri vicini alla realtà (pur non distinguendo le varie categorie interne che operano solo per 78 giorni/annui (circa 9.000), 101 giorni (circa 8.000), 151 giorni (circa 5.000)); è chiaro che, non spiegando correttamente questa realtà, si avallano interpretazioni che lasciano invece maliziosamente intendere all’opinione pubblica che tali lavoratori siano impegnati per tutto l’arco dell’anno, cosa che non è: rapportato al numero di giornate lavorative è come se in Sicilia fossero poco più di 7.000 addetti. Considerare generalizzando all’estremo e condannando in maniera aprioristica, cosa che lei fa, una intera categoria di Lavoratori come simbolo e metafora negativa della “malaspesa delle Italie” equivale ad una operazione che, dal suo punto di vista può sicuramente portare a prendere qualche voto in più, ma a che prezzo?! La invito, anche quale ex Ministro dell’Agricoltura, ad informarsi ed a documentarsi meglio sugli operai forestali siciliani: 1)sul loro impegno non solo nelle attività di piantumazione e manutenzione dei boschi (cosa che, dalle vostre parti fanno, non solo i 400 operai forestali, ma le tante ditte private e/o cooperative, con il metodo degli “appalti privati” molto spesso agli onori della cronaca, con costi, secondo dati ufficiali, anche superiori a quelli siciliani); 2)nelle attività di prevenzione e repressione dalla piaga e dall’orrendo crimine degli incendi boschivi, che a differenza del nord (ove per fortuna l’erba non si secca quasi mai) qui in Sicilia, sicuramente nella gran parte dei casi con dolo, aggravato dal clima torrido delle nostre estati, provoca incommensurabili danni all’ambiente e, troppe volte, tragedie (quasi 20 operai forestali hanno sacrificato la propria vita sugli incendi, negli ultimi anni); 3) sui risultati conseguiti in termini di incremento della superficie complessiva boscata che dal 2005 ad oggi, secondo dati ufficiali, è passata dai 350 mila ettari ai 510mila attuali, dal 12 al 20% dell’intero territorio, quasi un raddoppio in dieci anni. 4) sul loro proficuo impegno durante le calamità naturali, come a Giampilieri ed Altolia nel messinese (dove gli Operai Forestali del Servizio Antincendi Boschivi, sono stati i primi a prestare soccorso), e con risparmi a dir poco cospicui, in opere di prevenzione dal dissesto idrogeologico come sul Torrente Dirillo, nel ragusano (ove un opera di ripristino preventivata, con il metodo degli appalti privati, per 3,2 mln di €, è stata realizzata con appena 80 mila € !), nel Belice ed in numerosi altri interventi. L’83% del territorio siciliano, circa 290/390 Comuni è, secondo l’Ordine dei Geologi, ad alto rischio idrogeologico. Sarebbe auspicabile ed oltremodo utile per un Dirigente politico che si candida anche a governare l’intero Paese, conoscere e quindi poter riferire dei dati veritieri, senza strumentalizzazioni elettoralistiche, superficiali campagne di denigrazione di un’intera categoria di lavoratori, clima da caccia alle streghe. La invitiamo anche a prendere conoscenza delle tante piattaforme, proposte ed iniziative da noi messe in campo nella direzione del rilancio del settore, nell’ottica della produttività, dell’autofinanziamento e dell’efficienza soprattutto gestionale, oltre che alla lotta agli sprechi che, sicuramente presenti, non riguardano lo scalino più basso, ma come dappertutto l’apparato, le poltrone e le inefficienze di chi dirige. Io, quale Segretario Generale della FAI CISL Sicilia, rappresento una importante fetta di questo importante e prezioso bacino di Lavoratori, che possono e vogliono, prestando la propria opera, essere sempre di più utili all’interesse generale ed apprezzati dall’intera cittadinanza. Si rifletta, peraltro, sul fatto che a causa delle poco lungimiranti politiche sociali degli ultimi 60/70 anni, di abbandono del territorio e delle campagne, essi rappresentano dei veri e propri “superstiti”, gli ultimi a possedere le professionalità, le conoscenze tecniche e del territorio. La invito, pertanto, serenamente ad un confronto costruttivo direttamente sul territorio, pubblicamente, tra le persone ed i lavoratori, e non attraverso dichiarazioni lontane 2.000 km. Il problema SUD, o per meglio dire, la “Questione Meridionale”, dalla classe politica e da “uomini di Governo” và affrontata seriamente quali “forze sane” sedendosi attorno ad un tavolo e trattando gli argomenti secondo le priorità dell’uomo, innanzi tutto, e del territorio. Gli attacchi strumentali ad una categoria o ad un’idea, come quella manifestata da Papa Francesco nella Sua Enciclica che invita ai più alti valori della umiltà, solidarietà e ad una visione francescana anche dell’ambiente non portano da nessuna parte. Il consenso non si raccoglie attraverso la condanna demagogica della persona ma dalle capacità di essere Governanti, cioè di risolvere i problemi. Cordiali saluti.>>