“Credevamo che il Documento di programmazione economica e finanziaria per il triennio 2013-2015 proposto dalla Giunta Scopelliti potesse contenere spunti per una spinta più coraggiosa a favore degli investimenti, specialmente in quei settori dove urgono maggiori segnali di ripresa. Al contrario, non abbiamo trovato nessuna novità utile che potesse andare oltre i tagli ed i sacrifici che i calabresi stanno pagando ad un prezzo veramente alto”.

E’ quanto ha affermato il consigliere del Partito democratico Bruno Censore dopo l’approvazione del documento di programmazione economica triennale.

“Gli artifici messi in campo dalla Giunta non sono stati affatto convincenti – ha detto in modo perentorio Censore – in quanto sono mancati tutti quegli elementi che sarebbero necessari a contrastare la crisi e ad arginare le debolezze di un sistema regionale che attende riforme serie e condivise. Settori nevralgici come la forestazione ed i trasporti, nonché il piano di aiuti alle categorie più deboli della società calabrese sono rimasti marginali in un quadro di programmazione che noi volevamo più aggressivo e convincente. Nel documento che è stato approvato a maggioranza con il voto contrario del Partito democratico, non si intravedono scelte coraggiose che stanno alla base di una programmazione in linea con le esigenze economiche del momento. Tutto è rimasto ingessato alle esiguità dei trasferimenti che derivano dallo Stato. Perfino il target di impegno di spesa delle risorse aggiuntive dei Por restano bassi ad un anno dalla chiusura della programmazione. Per questo motivo il Partito democratico ha espresso forti perplessità alla luce di una scarsa propensione a migliorare la pianificazione economica regionale che ad oggi può dirsi l’unica chiave di volta per rispondere alle contingenze di un’economia estremamente debole. La mancanza di coraggio della Giunta Scopelliti – ha stigmatizzato l’esponente democratico – continua a penalizzare fortemente la ripresa occupazionale ed il sostegno sociale per migliaia di cittadini che in un momento di forte difficoltà economica avrebbero bisogno di maggiore attenzione. Mettere mano alla riforma di alcuni enti regionali è certamente un buon viatico per liberare risorse e favorire quella crescita economica e sociale che la Calabria guarda come ad una speranze per ricongiungersi al resto del Paese ed all’Europa.

 

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