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Secondo alcuni autisti «ci sono diversi camion che vengono da tutta Italia, non solo dalla Campania» Andrea Celia Magno A guardarla dalla strada che collega i quartieri di Cava e Siano alla 106, la discarica di Alli sembra piena. Costruito per dare l’autonomia nella gestione dei rifiuti alla provincia di Catanzaro, il sito di stoccaggio raccoglie il 70% della spazzatura calabrese. Secondo alcuni autisti che giornalmente vengono a depositarla, invece, Alli va ben al di là dei confini regionali: «Ci sono camion che vengono da tutta Italia, anche dalla Campania». L’immondizia, ormai, è visibile anche da lontano: una montagna di spazzatura sulla collina che cresce esponenzialmente giorno dopo giorno, a causa dell’emergenza che ha imposto la chiusura momentanea di altri siti di stoccaggio calabresi: chiusa la discarica di Pianopoli, in località Carratello, bloccati i lavori per la realizzazione di quella fra Borgia e San Floro, il risultato è la lunga fila di camion – autocompattatori che provengono anche da Tarsia, ad esempio – e lunghi tir con rimorchi a tenuta stagna, che sostano nel tratto di strada che porta alla discarica. Stanno fermi dalla mattina presto fino al pomeriggio, in attesa del proprio turno di scarico nel sito gestito da Enerambiente. Gli autisti in sosta aspettano lì, ai piedi dei camion: vengono da Cirò, dalla provincia di Cosenza, da zone reggine; molte volte pranzano anche lì, improvvisando, appena fuori i cancelli della discarica, pic nic di cui farebbero volentieri a meno, mentre in alto i gabbiani banchettano sui rifiuti: è l’ultima tappa di una lunga giornata di lavoro iniziata alle prime ore dell’alba e ancora da terminare, nonostante sia passato mezzogiorno. Se sono fortunati, il vento porta l’inconfondibile odore dell’immondizia dalla parte opposta delle colline circostanti; se sono sfortunati, quando il vento soffia verso Crotone, staranno per ore con questa sgradita “compagnia”. Il rischio di saturazione della discarica di Alli sembra concreto, nonostante da ormai un anno e mezzo siano partiti i lavori per l’ampliamento: un provvedimento che avrebbe dovuto dare autonomia nella gestione dei rifiuti a Catanzaro e provincia per altri 15 anni. Ma l’emergenza regionale rischia di stravolgere le previsioni. Per questo motivo l’amministrazione comunale aveva lanciato un appello alla fine del 2010. I lavori di ampliamento del sito di stoccaggio di Alli procedono; si scava in un terreno argilloso che dovrebbe garantire, di per sé, la massima impermeabilità, una resistenza naturale all’invadenza del percolato a cui verrà aggiunto uno speciale materassino realizzato in bentonite e che verrà ricoperto da teli speciali, mentre le acque inquinate saranno raccolte da tubature che le dreneranno prima in due pozzi di estrazione, poi all’impianto di depurazione. Ma se continuerà questo flusso straordinario di autocompattatori, viene automatico chiedersi se la discarica di Alli potrà sostenere il ritmo. Così come viene automatico chiedersi se, sempre a questo ritmo, la discarica ampliata potrà reggere per i 15 anni preventivati. Fanno pensare i lunghi rimorchi a tenuta stagna dei tir che non si sa da dove arrivano, né cosa trasportano. La diversa tipologia, rispetto agli autocompattatori, lascia presupporre che vengano da lontano. Possibile che arrivino dalla Campania o da più lontano. Testimoni affermano di vederne passare un numero molto rilevante, ogni mattina fra le 7 e le 8, all’altezza della rotonda che unisce viale De Filippis a via Gioacchino da Fiore per dirigersi verso il viadotto Morandi e, quindi, alla discarica di Alli, tappa finale di un percorso che verosimilmente li ha portati sulla superstrada dei “Due mari” e, prima, sulla Sa-Rc.

Fonte: Gazzetta del Sud del 16 aprile 2011

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