Due militari della Guardia di FinanzaI finanzieri del Comando Provinciale di Catania – coordinati dal Sostituto Procuratore Dott. Giancarlo Cirielli, magistrato del gruppo per i “reati contro la criminalità economica” della Procura della Repubblica di Roma – hanno dato esecuzione al provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale capitolino, Dott. Valerio Savio, con il quale è stato disposto il sequestro preventivo dei due noti alberghi di lusso catanesi il cui valore di stima complessivo si aggira intorno ai 35 milioni di euro.

L’attività di indagine ha consentito di accertare una rilevante bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale posta in essere dagli amministratori di quattro società catanesi i quali – attraverso un articolato sistema fraudolento sviluppatosi mediante la costituzione di nuove società, il conferimento alle stesse di rilevanti patrimoni immobiliari e l’aumento di capitale sottoscritto da una società lussemburghese – hanno trasferito all’estero la proprietà dei due hotel. Il disegno criminoso, che ha quasi completamente svuotato la società catanese fortemente indebitata, si è completato con il suo cambio di denominazione e il conseguente spostamento a Roma, dove è stata dichiarata fallita con un passivo di oltre 25,6 milioni di euro.

Tali condotte illecite sono state agevolate dall’assoluta mancanza di controllo da parte dei componenti dei collegi sindacali delle società coinvolte i quali sono chiamati a rispondere per lo stesso reato.

La sequenza degli atti societari ritenuti fraudolenti si è sviluppata secondo il seguente schema:

­ 21 marzo 2005: costituzione delle società “R. H. S.r.l.” e “R. P. S.r.l.”, (controllate al 100% dalla fallita “H. S.r.l.”, allora denominata “B. W. C. S.p.A.”) e contestuale conferimento alle stesse dei due complessi alberghieri di lusso “H. R. H.” e “R. P. L. H.”, a valori largamente sottostimati (rispettivamente, 190 mila e 739 mila euro);

2 marzo 2006: cessione, da parte della fallita “H. S.r.l.”, al prezzo, ancora ampiamente sottostimato, di 1,5 milioni di euro (di cui 900 mila dichiarati già pagati, ma del cui effettivo versamento non vi è traccia alcuna) delle partecipazioni totalitarie nelle società in favore della società “J. I. S.r.l.”.

Quest’ultima società risulta aver cambiato amministratore proprio il giorno prima della stipula del contratto;

24 marzo 2006: provvedimento del Tribunale di Catania di sequestro, su istanza del creditore “C.S.T. C. S.p.A.”, delle partecipazioni societarie detenute dalla “J. I. S.r.l.” nelle società “R. H. S.r.l.” e “R. P. S.r.l.”.

28 aprile 2006: delibera da parte delle assemblee straordinarie della “R. H. S.r.l.” e “R. P. S.r.l.” di un aumento del capitale sociale delle stesse che, dagli originari 100 mila euro, passa a 3 milioni di euro per la prima e a 8 milioni per la seconda.

A seguito della rinuncia da parte della “J. I. S.r.l.”, gli aumenti di capitale sono stati sottoscritti dalla società lussemburghese “H. I. S.A.”.

Conseguentemente, quest’ultima società ha assunto il controllo, pressoché totalitario, delle due società proprietarie dei complessi immobiliari, in tal modo sottraendo le strutture alberghiere ai creditori. Per effetto di detto aumento di capitali, le partecipazioni societarie della “J. I. S.r.l.” nelle due società sono, infatti, divenute irrisorie (rispettivamente, 3,33% nella “R. H. S.r.l.” e 1,25% nella “R. P. S.r.l.”);

15 aprile 2009: trasferimento della sede della “B. W. C. S.p.A.” da Catania a Roma, cambio di denominazione della stessa in “H. S.r.l.” e nomina di un nuovo amministratore.

Il trasferimento di sede è stato proprio finalizzato a far perdere le tracce della società svuotata in considerazione dell’elevatissimo numero di società operanti nel territorio della Capitale sottoposte a procedure fallimentari;

6 giugno 2013: dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Roma della società “H. S.r.l.”, con la quantificazione di un passivo complessivo di oltre 25,6 milioni di euro.

Gli approfonditi riscontri operati dalle Fiamme gialle etnee hanno consentito di ricostruire l’articolato sistema fraudolento, peraltro posto in essere quando già si era ampiamente manifestata l’insolvenza della società e di constatare che i vecchi amministratori catanesi hanno, di fatto, conservato la proprietà e la gestione diretta dei due complessi alberghieri.

L’esistenza di consistenti debiti verso l’Erario e la strumentalità dello spostamento verso la società lussemburghese delle due lussuose strutture ricettive erano già emerse nell’ambito di alcuni controlli effettuati dal Nucleo di polizia tributaria di Catania, conclusisi con la contestazione di oltre 6,5 milioni di euro sottratti a tassazione.

Contestualmente al sequestro preventivo dei due hotel, si è proceduto alla notifica dell’avviso di garanzia, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nei confronti di 15 soggetti fra rappresentanti legali delle società coinvolte e componenti dei collegi sindacali delle stesse.

I due alberghi di lusso sequestrati continuano a essere operativi e, da oggi, saranno gestiti da un amminstratore giudiziario già nominato dal Tribunale di Roma.

In concomitanza con le operazioni sopra descritte, il Nucleo PT di Catania ha anche eseguito un sequestro per equivalente – a carico dell’amministratore delegato della “R. P. S.r.l.” – disposto dal GIP del Tribunale di Catania per un importo di circa 190 mila euro, nell’ambito di un procedimento penale per omesso versamento di ritenute fiscali dei lavoratori dipendenti relativo all’anno d’imposta 2011. In tale contesto, è stato sottoposto a sequestro un immobile del valore di circa 200 mila euro sito a Catania.

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