cambiamo messina dal bassoIl Movimento Cambiamo Messina dal Basso esprime solidarietà a tutte le cittadine e i cittadini della Valle del Mela, che si trovano quotidianamente esposti all’enorme rischio ambientale e sanitario rappresentato dalle attività industriali della A2A/Edipower di Archi e che rischiano di subire prossimamente anche le conseguenze nefaste di un’imminente riconversione della centrale termoelettrica a impianto di termovalorizzazione del Combustibile Solido Secondario (CSS).
La tesi che un termovalorizzatore non sia un inceneritore e che faccia sparire nel nulla il combustibile ottenuto dai rifiuti urbani contrasta con la legge della fisica secondo cui la materia non si distrugge né si trasforma in energia, come avviene nelle reazioni nucleari, ma dà luogo, nel caso della combustione dei rifiuti, a fumi nocivi contenenti pericolose polveri sottili e diverse sostanze tossiche. A tal proposito, infatti, è anche pienamente nostra la battaglia culturale condotta dal prof. Beniamino Ginatempo, ordinario di Fisica all’Università di Messina e Presidente della Zero Waste Sicilia, contro la propaganda a favore del CSS promossa dal Governo italiano e dalle multinazionali dell’energia e del trattamento dei rifiuti.
L’uso del CSS infatti rappresenta una colossale “truffa” dal punto di vista economico, occupazionale e, soprattutto, ambientale/sanitario: disincentiva la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti, favorisce la logica delle discariche, mantiene elevatissimi i costi per la raccolta, per il trasporto e per il conferimento in discarica, blocca lo sviluppo di un’economia potenzialmente virtuosa e redditizia legata alla vendita dei rifiuti differenziati e delle materie prime, squalifica tutte le produzioni biologiche locali, amplifica l’inquinamento da nanoparticelle con conseguenze letali sul territorio e sulla salute delle persone.
Per tutte queste ragioni ci auguriamo che le popolazioni dei comuni di San Filippo del Mela e Gualtieri Sicaminò rispondano in massa alla chiamata referendaria del 31 gennaio e diano una prova democratica di dignità e libertà, come si richiede in ogni occasione decisiva della storia di una comunità. Rimandino al mittente lo spregevole ricatto di chi sfrutta la disperazione dei lavoratori e delle loro famiglie per imporre condizioni di morte.

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