cambiamo messina dal bassoCambiamo Messina dal Basso apprende con stupore, soltanto dagli organi di stampa, del reintegro del direttore tecnico licenziato da Alessio Ciacci il 27 marzo scorso.
Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo prendere atto delle forti mancanze dell’Amministrazione sul piano della partecipazione a scelte di fondamentale importanza. E, se è pur vero che su alcuni fronti si sono instaurate dinamiche realmente partecipative, accolte con entusiasmo e coinvolgimento dal Movimento, singoli e gravi episodi come questo vanificano gli sforzi compiuti fino ad ora e denunciano le permanenti difficoltà dell’Amministrazione a condividere le proprie decisioni anche con il Movimento che l’ha finora sostenuta.

Non entriamo nel piano legale della vicenda, ma non possiamo rinunciare a qualche riflessione politica, che ci sembra mancare totalmente in questa decisione dell’Amministrazione.
Non si confermano né si smentiscono, senza che rimanga alcuna ombra di dubbio, le pesanti accuse mosse da Ciacci a Cucè, ma contemporaneamente si conferma fiducia all’uno e si reintegra in toto l’altro, rinunciando così ad un’operazione verità, ineludibile per un’Amministrazione che tra le sue priorità ha sempre indicato la trasparenza. Che senso ha, a tal proposito, reiterare la volontà di proseguire la collaborazione con Ciacci se, pochissimo tempo dopo la conclusione del suo mandato a MessinAmbiente, viene reintegrato e risarcito un dirigente da lui licenziato “per giusta causa” e nei confronti del quale era venuto meno l’imprescindibile rapporto di fiducia?
A seguito del conciliante accordo extragiudiziale che chiude la vicenda Cucè a totale favore di quest’ultimo, si riuscirà più a fare chiarezza individuando responsabilità inequivocabili ed eventuali colpe?
Questo reintegro che cosa comporterà a livello della transizione aziendale da Messinambiente all’AMAM?
E soprattutto, perché il Comune si è assunto tramite questo accordo tutte le spese e le responsabilità inerenti al licenziamento?
Senza entrare nel merito di argomentazioni prettamente giuridiche, riteniamo che l’amministrazione avrebbe dovuto esprimere con maggiore chiarezza la posizione politica che aveva costruito in base ai fatti acquisiti e al costante confronto con movimento e cittadinanza, evitando di alimentare indirettamente interpretazioni non certo univoche dei fatti in questione. Trasparenza e partecipazione è ciò che continuiamo a chiedere.

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