ugltlc “Nella giornata di lunedì 9 dicembre Ugl Telecomunicazioni Calabria presidierà con sit-in e volantinaggi nelle città , Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, per protestare contro l’inquietante cortina di silenzio calata sul futuro lavorativo dei dipendenti dell’azienda telefonica”, è quanto dichiara Domenico Provenzano Segretario Regionale UGL Telecomunicazioni. “Abbiamo scelto la data del 9 dicembre”, continua, “poiché abbracciamo idealmente i motivi della protesta del Movimento dei Forconi e ci riconosciamo tra coloro ai quali è rivolto l’invito a farsi sentire, ossia l’Italia che produce, l’Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti e di chiunque voglia dire basta a quei Poteri forti, ai quali nessuna forza politica o istituzionale ha manifestato l’intenzione di opporsi, mostrando addirittura, in un passato recente, un asservimento funzionale al raggiungimento degli scopi finanziari di tali medesimi poteri, che stanno letteralmente desertificando il tessuto economico e sociale del territorio calabrese. “Inoltre,” prosegue il sindacalista ” non ci rassicurano quando il management ldi Telecom Italia sul mantenimento del perimetro occupazionale che in queste settimane abbiamo appreso. Poiché il processo di societarizzazione/cessione di ramo, ossia quello di spezzettare Telecom in più società, sta proseguendo speditamente ed in modo silenzioso, per essere pronto e messo in atto al momento opportuno”. “Purtroppo le cessioni di ramo effettuate negli anni da Telecom Italia ci insegnano che questo tipo di operazioni hanno portato progressivamente alla perdita di centinaia e centinaia di posti di lavoro e la vertenza Manutencoop di queste ore al Ministero del Lavoro, con la quale si cerca di trovare un’alternativa ai 133 licenziamenti di ex lavoratori Telecom, ne è la riprova”. “Le affermazioni di questa mattina dell’antitrust brasiliano per cui o Telecom Italia vende Tim Brasil o Telefonica deve uscire da Telecom Italia, non fanno altro che aumentare le nostre preoccupazioni sul futuro dell’azienda e sulla sorte delle decine di migliaia di lavoratori diretti o indiretti dell’indotto”, conclude la nota.

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