Esprimo profondo dolore e sconcerto per un gesto sacrilego che offende l’intera comunità di Bovalino e dell’intera diocesi. Profanare le ostie consacrate e sottrarle dalla custodia eucaristica è uno dei peccati più grandi, una ferita al cuore di tutta la Chiesa e dei suoi fedeli.  Prego perché gli autori del gravissimo gesto si ravvedano ed avviino un percorso nuovo nella loro vita.  Nutro la speranza nel mio cuore di  poter incontrare chi si è macchiato  di questo grave peccato , di poterli ascoltare e raccogliere il pentimento e la richiesta di perdono”  Con queste parole, S.E.R. Monsignor Francesco Oliva, Vescovo della diocesi di Locri-Gerace, ha commentato il vile gesto di chi ha avuto l’ardire di profanare alcuni oggetti sacri custoditi all’interno della Chiesa Matrice “S. Maria ad Nives” di Bovalino Superiore, chiesa situata nel centro storico dell’antico borgo, particolarmente ricca di oggetti e reliquie dal notevole pregio storico, culturale e religioso..

Ad essere sottratti dal luogo sacro sono stati: un medaglione contenente una reliquia della Madonna (un capello) e l’Ostia Magna che era conservata in una teca. La scoperta del furto è avvenuta alcuni momenti prima dell’inizio di una  funzione religiosa relativa alla celebrazione di un trigesimo, funzione che per ovvi motivi è stata spostata in altra chiesa del posto. Per accedere all’interno della chiesa i ladri avrebbero forzato una porta laterale, e solo dopo aver trovato la chiave del tabernacolo contenente le Ostie consacrate le avrebbero sparse sull’altare trafugando l’Ostia Magna ed alcune più piccole. Per mettere in atto le loro malevoli intenzioni i ladri avrebbero forzato anche un armadio dov’era custodito un medaglione contenete una reliquia della Madonna regalato alla Chiesa dal Vescovo Raffaele Antonio Morisciano (Bovalino 1855-1909). A rendersi conto dell’accaduto, secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati alcuni fedeli e collaboratori della parrocchia che si erano recati in chiesa per preparare il necessario a poter svolgere la celebrazione della “Via crucis”. Allertati, sono intervenuti subito sul posto il parroco don Rigobert Elangui, il Vicario Foraneo e Direttore dell’ufficio liturgico diocesano, don Nicola Commisso e il Priore dell’Arciconfraternita “Maria SS.ma Immacolata”, Pasquale Blefari. Fortunatamente, la ricerca spasmodica da parte dei ladri di altri oggetti preziosi custoditi all’interno del Museo -da quanto si è appreso- è stata vana e, quindi, i danni subiti sono stati tutto sommato limitati e riconducibili -fermo restando il gravissimo gesto- alla sola profanazione eucaristica. Sul posto sono prontamente intervenuti i Carabinieri che hanno immediatamente avviato le prime indagini.

Sul fatto ha espresso il proprio pensiero anche il Sindaco di Bovalino, Avv. Vincenzo Maesano che ha detto: “Non ci sono parole per ciò che la nostra comunità ha subito. Vandalizzare e rubare in Chiesa, nella nostra Bovalino Superiore, è qualcosa di assurdo e che lascia attoniti. Trafugare oggetti sacri è un gesto orribile, per questo tutta Bovalino si sente profanata nel profondo del proprio cuore! Ci uniamo all’amarezza e al profondo dispiacere espresso dalla Diocesi Locri-Gerace e dalla Parrocchia di Bovalino Superiore. Questa volta nemmeno la vergogna basta per chi si è reso responsabile di questo gesto”

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commento del Presidente del Consiglio Comunale, l’Avv. Filippo Musitano: “Provo tristezza e profonda preoccupazione. E’ un gesto grave e lo diventa ancora di più se si pensa a quale potrebbe esserne la matrice, il pensiero movente di un’azione così indegna. Esistono persone che perseguono il male nelle azioni e nelle preghiere e sono vicine a noi, evidentemente. Mi preoccupa e mi rattrista. Il furto del medaglione, poi è un colpo alla storia di fede del nostro territorio che viene privato di una testimonianza importante della devozione all’Immacolata. Non so quante volte ho tenuto in mano quel reliquiario: le sue caratteristiche, il suo cartiglio, la bellezza che dallo stesso promanava. Mi dispiace che adesso che non c’è più venga conosciuto di più rispetto ai secoli in cui è stato a Bovalino Superiore. Quanta cattiveria ci vuole a fare un’azione del genere?”…noi aggiungiamo TANTA!

Pasquale Rosaci