In un salone pieno di gente e di numerosi amministratori ed ex amministratori locali si è tenuta a Bovalino (Rc), presso il locale “Dolce e Salato”, la presentazione del libro “Io sono libero” scritto da Giuseppe Scopelliti, ex enfant prodige della destra reggina, ex sindaco di Reggio Calabria (2002-2010) e per finire anche ex governatore della Regione Calabria (2010-2014). Il libro ripercorre le complesse vicende giudiziarie vissute sulla propria pelle dall’amministratore Scopelliti, vicende culminate nella condanna a 4 anni e 7 mesi di carcere per falso in atto pubblico. Il libro è stato curato dal giornalista Francesco Attanasio mentre la prefazione è stata fatta da Gianfranco Fini, ex Presidente della Camera dei Deputati ed ex esponente di spicco del controdestra nazionale e amico di vecchia data del governatore Scopelliti.

L’evento è stato organizzato dalla locale Pro Loco diretta dal Presidente Antonella Muscatello, in carica soltanto da alcuni mesi ma che già ha avuto modo di  tracciare un percorso lineare e ben preciso per la crescita e la valorizzazione delle potenzialità espresse dalla comunità bovalinese (associazioni, commercianti, imprenditori e semplici cittadini) in termini di idee e progetti da realizzare sia nell’ambito civico che nel sociale. A lei è toccato introdurre la serata cui ha presenziato anche il Sindaco, Vincenzo Maesano, che ha fatto i saluti istituzionali di rito. A dialogare con Scopelliti ci ha pensato il Professore e Ricercatore Giuseppe Bombino, docente universitario ed ex presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte (2013-2018).

Nei dialoghi, Giuseppe  Scopelliti è apparso ancora provato e risentito seppur nella pacatezza delle parole, un risentimento espresso come uomo politico ma anche come uomo, marito e padre, diventato suo malgrado capro espiatorio di un sistema (politico, giuridico ed amministrativo) che nel tempo si è rivelato sempre più fallimentare.

“Nell’amministrare il bene pubblico -ha detto Scopelliti- ci sono quelli che dicono e quelli che fanno, io ho sempre fatto parte dello schieramento degli uomini del fare e lo testimoniano le tante opere, anche importanti, che nel corso del mandato regionale sono riuscito a portare a termine come per esempio la costruzione della sede a Reggio Calabria  del Consiglio Regionale, oppure a Catanzaro la costruzione della Cittadella regionale (realizzata per il 97% partendo dalle fondamenta), una struttura che ospita e che ha raggruppato non solo la governance della regione ma soprattutto gli uffici dei vari dipartimenti che prima erano sparsi per i palazzi cittadini dove si pagava un lauto affitto e dove la viabilità è stata sempre un enorme problema. Aggiungo, alla luce di quello che è successo in queste ultime settimane dove è saltata fuori la questione del  dossieraggio, io dico che in Calabria sono stato la vittima prescelta proprio di questo tipo di sistema che ha consentito a tanti di poter fare carriera sulla mia pelle e su quella di tanta gente che oggi, purtroppo, non c’è più e lo ha fatto per inseguire degli obiettivi personali o di sudditanza a quei poteri che la politica, ancora oggi, non è riuscita a mettere ai margini. Dovete pensare che in un Paese che dovrebbe essere libero, forte e giusto, che era anche lo slogan dei manifesti del mio partito di allora (AN) e di Gianfranco Fini, a distanza di tanti anni e di tanti governi passati, anche di opposizione, questo Paese non è né libero, né forte e né giusto

In questo libro traspare evidente anche l’impegno civico praticato dall’ex governatore della Calabria nel periodo di detenzione carceraria (penitenziario di Arghillà-Reggio Calabria) e si toccano con mano le forti sensazioni che si provano quando dietro si chiude un cancello, sensazioni inaccettabili quando sei costretto ad espiare una pena (fino all’ultimo giorno!) che non è causa di ruberie o fatti di mafia ma soltanto frutto di un falso ideologico dalle connotazioni molto ma molto labili. Nel corso della discussione è stato ripercorso il cammino politico di Scopelliti e sono state toccate tematiche importanti come la sanità, l’ambiente e la viabilità, tutti temi ancora oggi irrisolti e che rappresentano il maggiore gup nei confronti delle altre regioni del Paese. Prima della conclusione è uscito fuori anche l’aspetto umano di Scopelliti, infatti è stato molto toccante ascoltare dalla sua viva voce alcuni aneddoti avvenuti nel periodo di detenzione e poi, altrettanto emozionante è stato il momento in cui il Prof. Bombino ha letto un passaggio preso dalla prima lettera scritta dalla figlia Greta al papà in carcere. E proprio con il ricordo del carcere, ripetuto anche in altre occasioni, l’ex governatore ha voluto chiudere l’incontro dicendo: “La prova del carcere è stata una prova durissima, ancor più perché ritengo che lamia è stata soltanto una sentenza politica, ho pagato il debito per colpe non mie ed ora voglio ripulirmi dal fango che mi è stato gettato addosso. Con la politica ho chiuso ed ora mi occuperò soltanto del mio lavoro e della mia famiglia cui ho sottratto nel tempo molte attenzioni”

Pasquale Rosaci