untitledSabato 17 novembre 2018 alle ore 18,00 sarà ospite il sociologo Fulvio D’Ascola al Caffè Letterario Mario La Cava di Bovalino .

Lo sport, le storie che si intrecciano tra risvolti sociali e con diverse etnie che superano le barriere del tempo e lo fermano nell’immaginario collettivo con momenti unici, incastonati in determinati periodi storici.

Anno 1960, Olimpiadi di Roma, oro nella boxe di Cassius Clay, in seguito divenuto Muhammad Ali; oro nei 100 metri di Livio Berruti; 3 ori nella velocità di Wilma Rudolph nei 100,200, staffetta 4 x100; oro nella Maratona di Abebe Bikila il maratoneta scalzo. Olimpiadi di Monaco 1972 Pietro Mennea e l’esordio con la conquista della medaglia di bronzo.

Storie di atletica, ma anche di calcio con personaggi che uniscono musica, scrittura e sport come Sandro Ciotti, ma anche chi nel calcio ha regalato stile e classe come Johan Cruijff. Finale con “Rumble in the jungle”, raccontando lo storico match tra Muhammad Ali e George Foreman nel 1974 a Kinshasa in Zaire, ma anche gli incontri tra Alì e Martin Luther King e tra Ali e il cantante soul Sam Cooke. E ancora tanto altro, molta interazione con il pubblico mettendo in evidenza la bellezza delle parole.

Tutto questo è una parte de “Il Racconto del Professore” del sociologo Fulvio D’Ascola, il nuovo infotainment tra video e musiche di Kuku, Credence Clearwater Revival, Marvin Gaye e Alvin Cash. Sprazzi di sociologia e didattica che attraverso le storie di sport, mettono in evidenza i conflitti razziali negli States, esaltando il valore dell’atletica leggera con storie di tessuti sociali tra boom economico dell’Italia degli anni 60 e con l’inizio del Terrorismo mondiale, manifestatosi con l’eccidio di Israeliani nel villaggio Olimpico di Monaco di Baviera nel 1972.

“Il Racconto del Professore- dice Fulvio D’Ascola – è ispirato e dedicato a mio padre il professore Mimmo D’Ascola, giudice internazionale di Marcia Atletica Leggera, che mi ha trasmesso la passione anche per questo sport. L’esperienza della finale dei 200 mt di Pietro Mennea l’ho vissuta essendo presente da bambino all’Olimpia Stadium di Monaco di Baviera. Ho pensato di unire storie di personaggi che hanno lasciato un segno nello sport e nella societa’, perché nulla è staccato dal contesto sociale, ma esiste sempre uno scambio emozionale forte che unisce persone, luoghi, immagini e storie.”

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