marino-2Si è svolta stamani con inizio alle ore 10.30 presso la Villa intitolata al Brigadiere Antonino Marino, Medaglia d’Oro al Valor Civile, la cerimonia di commemorazione in occasione del trentesimo anno dall’uccisione del giovane Sottufficiale dei Carabinieri avvenuta il 09/09/1990 a Bovalino Superiore. Erano presenti, per l’occasione, le massime Autorità Civili e Militari: il Prefetto di Reggio Calabria, Dottor Massimo Mariani; il Generale Comandante l’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri; il Comandante  della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale di Brigata Andrea Paterna ed i vari Comandanti dei Cdi e Reparti CC della provincia reggina; il Sindaco della cittadina jonica, Avv. Vincenzo Maesano e una rappresentanza di associazioni e cittadini che, in linea con le disposizioni anticovid, hanno presenziato alle cerimonie di commemorazione. Per la famiglia erano presenti la vedova, Signora Rosetta Vittoria Dama ed i due figli, Francesco Marino, Capitano dei Carabinieri e Antonino (Nino) impiegato come civile all’interno dell’amministrazione della Difesa. Ha officiato la S. Messa Don Pietro Romeo, Vicario Generale della Curia Vescovile di Locri-Gerace, coadiuvato da Don Aldo, Cappellano militare della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria e Don Samir Adolfo Vega Morad della locale parrocchia San Nicola di Bari.

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Quest’anno ricorre il 30° anniversario da quel tragico evento in cui perse la vita un valoroso figlio dell’Arma, un Sottufficiale che ha sacrificato la sua vita per difendere e tenere sempre alti i valori di onestà, lealtà e rettitudine, valori che lo hanno sempre contraddistinto e caratterizzato nel corso della sua giovane esistenza terrena. Il Brigadiere Antonino Marino, Comandante della Stazione Carabinieri di Platì (in attesa di spostarsi alla Stazione di San Ferdinando per assumerne il comando) fu vittima di un vile agguato che si consumò nella frazione di Bovalino Superiore, luogo di origine della moglie Rosetta Vittoria Dama (che era in stato interessante) il 9 settembre 1990, dove il giovane Carabiniere si trovava con l’intera famiglia per godersi in piena tranquillità e rilassatezza qualche giorno di ferie e la festa patronale in corso di svolgimento. Ed è proprio durante i festeggiamenti, approfittando della confusione e della moltitudine di gente che si trovava davanti ad un esercizio commerciale, che il vile killer lo avvicinò e gli sparò con la pistola alcuni colpi  che colpirono a morte il giovane Brigadiere attingendolo al ventre ed al petto e ferirono la moglie ed il figlioletto Francesco in tenera età (oggi stimatissimo Ufficiale dell’Arma).

Il Brigadiere Marino era una persona che credeva fermamente in quello che faceva, la sua onestà e rettitudine lo caratterizzavano così nel lavoro come nella vita quotidiana come persona buona, ma allo stesso tempo integerrima. La notizia dell’efferato delitto si diffuse in un baleno e scossero non poco l’intera comunità locale, per i funerali scesero in Calabria le massime Autorità militari ma anche autorevoli rappresentanti delle Istituzioni dell’epoca. Soltanto dopo 25 anni la giustizia ha prevalso ed i suoi assassini (Francesco Barbaro e Antonio Papalia) vennero condannati dalla Cassazione a 30 anni di carcere. Ancora oggi la figura di Marino continua ad essere viva e presa ad esempio a beneficio delle nuove generazioni, ciò rafforza ancor più il pensiero e la convinzione che il suo sacrificio non è stato per nulla vano.

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Nel suo intervento. il Comandate Generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, ha posto l’accento sulle parole “Memora” e “Scelta”. La prima che possiamo scindere in due filoni distinti, quello del “ricordo” che ancora oggi, a distanza di trent’anni, ci porta ad essere ancora qui a commemorare la figura eroica di un servitore dello Stato ed a condividerne, allo stesso tempo, gli ideali ed i valori, e quello del “fatto” che racconta, invece, in maniera cruenta gli episodi che lo hanno visto vittima innocente di un vile gesto, un gesto che anche se dopo anni d’indagine ha avuto il suo epilogo con l’arresto dei suoi feroci assassini che sono stati assicurati alla giustizia. E poi c’è la “Scelta”, una decisione presa in giovane età (appena diciottenne) e che ha portato avanti con passione ed onore per tutta la sua giovane esistenza terrena. Fino alla fine dei suoi giorni, il Brigadiere Marino, è stato fedele alla sua scelta, quella di essere un Carabiniere al servizio della propria collettività. Gli insegnamenti che ci ha lasciato con il suo estremo sacrificio sono che bisogna sempre avere speranza nella verità, perché alla distanza la verità viene sempre fuori e così è stato anche nel suo caso. Un ringraziamento particolare, il Generale Nistri, lo ha voluto fare alla vedova del Brigadiere Marino, la Signora Rosetta Vittoria Dama, perché nonostante tutto quello che ha subito ha deciso, da subito, di essere fino in fondo “Istituzionale” condividendo tutti quei valori che per lunghi anni aveva avuto modo di conoscere e portare avanti al fianco del marito. Per tutti noi Antonino è un esempio, uno dei tanti, ed è anche uno stimolo a ricordarci sempre che quando s’indossa questa divisa non si può pensare a se stessi ma si deve pensare con ferma convinzione al benessere supremo della collettività”

Anche il Sindaco, Vincenzo Maesano, a margine della cerimonia ha voluto esternare il suo pensiero sull’importanza ed il significato di questa commemorazione: “In occasione del trentesimo anniversario dall’uccisione barbara e feroce  del Brigadiere Antonino Marino, Bovalino ha accolto con grande fervore la famiglia e le Istituzioni tutte che gli hanno voluto rendere omaggio, ancora una volta, con la loro presenza. Bovalino è anche particolarmente onorato della presenza del Generale Comandante dell’Arma dei Carabinieri, il Generale di Corpo d’Armata, Giovanni Nistri. E’ importante continuare a ricordare il sacrificio del giovane Brigadiere -ha detto ancora il Sindaco- perchè attraverso il suo ricordo si può contribuire a contrastare l’avanzata del crimine facendo si che valori e principi come la legalità e l’onestà abbiano la meglio su quelli di disonestà e sopraffazione che animano il malaffare. Con la nostra presenza in qualità di Istituzione Comunale e di cittadinanza, intendiamo manifestare la nostra vicinanza e stima verso tutta l’Arma dei Carabinieri”

(nella foto in alto: il Prefetto Mariani, il Gen.C.A. Nistri ed il Sindaco Maesano; al centro: la Corona di Alloro davanti alla Stele; in basso: la Vedova Rosetta Vittoria Dama con i figli Francesco e Antonino)

(Pasquale Rosaci)

 

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