La parlamentare invita Pdl e Scopelliti ad una proposta politica coraggiosa decisa ad abbandonare autoreferenzialità e autoconservazione. “Convinto sostegno alla immediata rivoluzione del Popolo della Libertà annunciato dal segretario Alfano e ripreso dal coordinatore Scopelliti purché ci sia il coraggio tangibile di rimettersi in discussione e di operare scelte che facciano della partecipazione allargata l’unica strada percorribile per rilanciare un progetto politico abbandonando lo spirito di autoconservazione. In caso contrario, più che una squadra affiatata saremmo come la compagnia dei porcospini del filosofo Schopenhauer”. È quanto dichiara la senatrice crotonese Dorina Bianchi.
“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, – precisa la Bianchi citando testualmente il filosofo tedesco – si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”.
“Quando il sistema dei partiti ha freddo – spiega ancora la parlamentare del Pdl – si stringe, nel tentativo di auto conservarsi fino a quando gli aculei danno fastidio provocando irritazione, disagio e fastidio. Al contrario, il processo di cambiamento necessita di spinte in grado di resettare l’esistente valorizzando e restituendo dignità alla politica”.
“Ciò che serve non è una minore “quantità” di politica ma, al contrario, più politica e di maggiore “qualità”. Ciò che serve e che i cittadini chiedono è una politica che si assuma la responsabilità di decidere, di compiere scelte, di elaborare progetti, di immaginare l’immediato futuro favorendo una concreta partecipazione dei cittadini, dei militanti e di coloro che osteggiano il principio della “delega in bianco”. Una politica – ha concluso la Bianchi – che si riappropri del suo ruolo, che riscopra se stessa ed i suoi compiti, e tra questi il principale e il più importante: quello di dirigere e nello stesso di servire la collettività. Una politica che restituisca alle Istituzioni e allo Stato autorevolezza e credibilità”.
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