STATUA DEDICATA ALLE STREGHEDal 1996 lo propone l’Università delle Generazioni. Belmonte del Sannio potrebbe partecipare al circuito nazionale “Città delle Streghe”. Darebbe lavoro ad una cooperativa di giovani.

Nell’agosto 1996, in una pubblica assemblea della Coldiretti realizzata in Contrada Difesa di Belmonte del Sannio, l’Università delle Generazioni proponeva a Comune, Pro Loco, aziende e cittadini di valorizzare il fatto che tale paese avesse fama di essere vivace sede di “streghe” (appartenente al circondario delle Streghe di Benevento). Lo aveva scritto nel 1994 pure Nino Ricci, autore molisano-canadese, nel libro “Vita dei Santi” tradotto in decine di lingue e trasformato nel film “La terra del ritorno” con Sophia Loren e Sabrina Ferilli, trasmesso con molto successo da Canale 5 proprio dodici anni fa, nel settembre 2004.

Ma chi erano le streghe?… Storici e storiografi hanno ampiamente provato che, in genere, erano considerate streghe (nel nostro medioevo e durante l’Inquisizione quando dominava incontrastato il potere maschile, specie religioso) le donne più emancipate, in particolare le “medichesse” ovvero quelle che avevano la scienza ed il potere di guarire oppure quelle che si discostavano dalla cultura imposta. Le streghe vengono chiamate pure “figlie della luna” e su tale caratteristica c’è tutta una letteratura.

Triora paese delle streghe - cartello di benvenutoIn pratica l’Europa dei secoli passati e soprattutto l’Italia erano luoghi affollati di “streghe” e tantissime sono state arse vive nei roghi posti nelle piazze, con o senza processi di cui restano verbali a dir poco allucinanti. Alcune di queste donne (che potremmo definire le “intellettuali” dell’epoca) furono costrette a dichiararsi streghe per evitare il rogo ed essere così confinate a vita in orride prigioni, come suor Giulia De Marco da Sepino (Contado di Molise, 1574) la quale ha dovuto firmare la propria condanna con la seguente frase: “ Io, Giulia De Marco, scevra della mia anima perduta, giuro solennemente di essere una strega”.

La vicenda di tale suora (scoperta in Agnone dal prof. Antonio Arduino, nel 1984 quando era direttore della Biblioteca Comunale) è attualmente studiata da parecchi autori di prestigio nazionale e da Università come quella di Napoli 2, di Pavia e del Molise. Il più recente studio è dovuto ad Antonio Tammaro ed è stato pubblicato proprio nella serie editoriale “Streghe d’Italia” di Fefé Editore di Roma (www.fefeeditore.com – fefe.editore@tiscali.it) e presentato sabato 24 settembre 2016 a Sepino (Campobasso) assieme al progetto dell’Associazione Italiana “Città delle Streghe” ideata e condotta da Leonardo de Sanctis.

Già da parecchi anni esistono in tante parti d’Italia e d’Europa feste, rassegne, addirittura intere settimane dedicate alle streghe. “Adesso si tratta – ci ha detto il prof. De Sanctis – di coordinare efficacemente tutte queste notevoli iniziative che coinvolgono centinaia di migliaia di simpatizzanti ed attraggono innumerevoli turisti, provocando un significativo giro di affari tale da far lavorare specialmente tanti giovani”.

L’Università delle Generazioni sollecita le autorità regionali molisane e quelle locali di Belmonte del Sannio (noto “paese delle streghe”), di Sepino e di altri luoghi legati a tale storia e tradizione, di fare parte di questo circuito delle “Città delle Streghe” che non può non apportare benefici socio-culturali ma anche economici poiché il fenomeno streghe si presta alla realizzazione e vendita di prodotti tra i più svariati e, in Molise, potrebbe dare lavoro ad una cooperativa di giovani intraprendenti e motivati. Infatti, ci sono i circuiti delle “città del vino”, “città dell’olio”, “città della musica” ecc. che hanno dimostrato di saper e poter incidere notevolmente nell’attrazione socio-culturale e commerciale dei flussi turistici. Perché non provare con le “Città delle streghe”?

Redatto da Università delle Generazioni

 

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