badolato in movimentoDocumento diffuso stamani da “Badolato in Movimento: <<Con questo documento intendiamo socializzare, alle comunità cittadine e politiche del nostro comprensorio, analisi e proposte sulla tanto dibattuta “questione rifiuti”. Questione ormai oggetto di quotidiana discussione in diverse iniziative pubbliche, realizzate in questi giorni nei Comuni del soveratese. Questione su cui da anni sono state costruite importanti battaglie politiche e di civiltà, ovunque nelle cinque province calabresi, con percorsi intrecciati che porteranno, nel mese di maggio, ad una manifestazione regionale (in fase di organizzazione dalla rete calabrese di comitati cittadini e movimenti territoriali ambientalisti).

Il 15 marzo scorso, presso la sede dell’Unione dei Comuni “Versante Ionico” di Isca Marina, si è tenuta una nostra iniziativa sulle ormai cicliche e disastrose emergenze, regionali e comunali, riguardanti il ciclo integrato dei rifiuti. Emergenze sistemiche che continuano ad affliggere la nostra terra da troppo tempo, nonostante i circa 15 anni di Commissariamento all’emergenza ambientale senza risoluzione alcuna dell’annosa problematica. Per anni si è puntato il dito contro la malagestio regionale, ma, oggi, a circa 2 anni dalla fine del sopracitato Commissariamento, pensiamo sia politicamente ed istituzionalmente inopportuno continuare a giocare al rimbalzo delle responsabilità tra Regione e Comuni. Se da un lato, la Regione Calabria continua su una rotta già di suo fallimentare ed incentrata sull’autolesionismo, basata sul vecchio sistema discarica-inceneritore, non cercando mai una valida soluzione al problema e non ascoltando le osservazioni provenute dal basso ed avanzate in termini di proposte concrete da migliaia di cittadini attivi nelle reti dei comitati e movimenti territoriali ambientalisti; dall’altro, non vi è stata mai una reazione forte ed operativamente valida da parte della politica locale, nel tentativo di cambiare radicalmente lo stato delle cose. Il tempo del rimbalzo delle responsabilità, in materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, è terminato. I calabresi e la Calabria necessitano risposte diverse e certe, con prospettive alternative e virtuose e con progetti di gestione seriamente eco-sostenibili, efficienti ed economici.

Il laboratorio politico-culturale “Badolato in Movimento” ha, da tempo, intrapreso un percorso di studio, analisi e di prospettiva politica sui temi “Ambiente e beni comuni” che ha portato all’organizzazione dell’incontro-dibattito, nella mattinata dello scorso 15 marzo, alla presenza di Mario Albino Gagliardi, Sindaco di Saracena (comune del cosentino con la più alta percentuale di raccolta differenziata in Calabria). Un incontro pubblico al quale abbiamo sentito l’esigenza di invitare e far intervenire gli amministratori ed i rappresentanti istituzionali dei vari Comuni del nostro comprensorio del Basso Ionio soveratese, le diverse associazioni sensibili alla problematica in questione, con l’obiettivo di continuare ad informare e sensibilizzare, con una discussione ampia e partecipata, sulle potenziali e validi soluzioni adottate ed applicate in tanti Comuni Italiani. Idee e soluzioni validissime, seriamente alternative all’attuale situazione regionale ed al redigendo Piano Regionale di Riordino relativo al ciclo integrato dei rifiuti (un piano, dal nostro punto di vista, lacunoso su più fronti). E proprio per offrire a tutti una visione reale e tangibile, ci siamo avvalsi dell’esperienza e dell’intervento del sindaco di Saracena (CS).

Il Comune in questione è famoso nella nostra regione per aver reso il “rifiuto” una risorsa, riuscendo a portare i livelli di differenziata oltre il 75%. Il sindaco Gagliardi, ha spiegato, in quell’occasione, come, nel giro di solamente 6 mesi, sia riuscito ad invertire una tendenza catastrofica in cui il suo piccolo Comune si trovava (un paese di circa 4.000 abitanti) ponendo lo sguardo sull’ambizioso obiettivo: “Rifiuti zero”. Un’opzione strategica, accompagnata e sostenuta da una gestione pubblica ed autonoma comunale con la fondamentale istituzione di un’Azienda Speciale. Un’opzione strategica di gestione, già adottata ed applicata con successo in diversi Comuni Italiani, di cui noi siamo forti sostenitori, che si basa su un semplice concetto e su tre parole chiave, e sul principio di rivalutare la figura estremamente errata che abbiamo del “rifiuto”, cominciando a considerarlo una RISORSA! RIDUZIONE, RICICLO e RIUSO del “materiale” sono le parole chiave, per arrivare appunto ad avere solo in minima parte rifiuti non-riciclabili. Possiamo dire con fermezza che “Rifiuti Zero” oltre ad essere un obiettivo è anche una “filosofia” che porta solamente benefici a chi l’adotta e la fa propria (vedi casi anche internazionali come quello della metropoli San Francisco). La questione economica è solamente una degli infiniti vantaggi di questa filosofia tanto antica, quanto all’avanguardia.

Come ben ha voluto spiegare il sindaco Gagliardi, per avere successo nel perseguire questo obiettivo serve, innanzitutto la volontà politica, una leadership politica convinta e determinata, un piano politico-istituzionale ed economico-finanziario pluriennale con obiettivi-paletti precisi e con una buona campagna di sensibilizzazione-informazione tra i cittadini.

Abbiamo, oggi, l’opportunità di cambiare il modo di trattare i rifiuti, per avviarci verso un futuro virtuoso per noi e per i nostri figli, in virtù anche della vantaggiosissima proposta politica ed istituzionale avanzata da Gagliardi, nello sposare l’idea di una gestione pubblica e partecipata del ciclo integrato dei rifiuti con l’istituzione di Aziende Speciali, anche consortili, nei vari territori, o creando addirittura una “friendship” tra Saracena e i vari Comuni interessati alla cosa (un’asse diretta per il trattamento dei rifiuti in modo realmente virtuoso, in modo da facilitare lo startup iniziale della raccolta differenziata, traendo naturalmente, un reciproco vantaggio).

Ed in tal senso, considerato il redigendo Piano regionale di riordino in materia di rifiuti, che pare ripristinerà gli Ambiti Territoriali, è oggi importante procedere verso la costituzione di consorzi intercomunali – sempre con modalità pubbliche in house e nell’ottica di accorciare la filiera – con piani precisi e pluriennali e con modelli di gestione efficienti, economici ed efficaci dell’intero ciclo integrato dei rifiuti. Dal nostro punto di vista è questo il percorso da seguire e costruire, con obiettivi a breve e medio-lungo termine, restando necessariamente sul solco già tracciato da comuni italiani virtuosi, Capannori in testa, puntando il nostro sguardo sull’obiettivo “Rifiuti zero”.

E per dire addio alle cicliche crisi ed emergenze rifiuti, che causano problemi di carattere ambientale, economico ed igenico-sanitario, non si può pensare di cadere nel tranello della creazione o ampliamento di altre mega discariche, di impianti tecnologici costosi, a grosso impatto ambientale, di bruciatori, inceneritori o impianti vari (affidati ai privati. Questo non farebbe altro che trasformare il problema in altro ancora, tornando sempre punto e a capo, in un circuito chiuso e già di suo disastroso (come dimostrano gli ultimi 15 anni di commissariamento) e che di recente ha addirittura consentito – con un obbrobrio normativo regionale – lo sversamento in discarica del rifiuti “tal quale” (una pura follia, una pericolosa decisione che si scontra con le direttive della Comunità Europea in materia di rifiuti). Il problema, dal nostro punto di vista, non è tecnologico. Il nodo del problema è politico, organizzativo, di programmazione (Regione e Comuni dovrebbero puntare a sfruttare e valorizzare al meglio i fondi comunitari di questo settore).

E poi, giusto per fare qualche esempio, per risolvere il problema dell’umido/organico basterebbe poco e sono diverse le alternative naturali, molto più economiche e seriamente sostenibili dal punto di vista ecologico, come la lombricoltura, l’utilizzo diffuso di compostiere domestiche, la creazione di impianti di compostaggio a fermentazione naturale, al chiuso, senza alcuna sostanza chimica. Bisogna puntare alla creazione di isole ecologiche zonali (non discariche occulte) adeguatamente funzionanti secondo le direttive europee; alla costruzione di impianti di ricicleria volti a trasformare la plastica, la carta, il vetro, l’alluminio differenziati in “materiali riutilizzabili”.

Ed è proprio per questo motivo, nella necessità di dover continuare a sensibilizzare le comunità cittadine del basso ionio soveratese, che proseguiremo su questo nostro percorso di iniziative, con l’obiettivo di creare una rete zonale, e rilanciando proprio sulla proposta “Rifiuti Zero” affinché venga seriamente presa in considerazione dall’Unione dei comuni “Versante Ionico”, dai diversi Comuni del nostro comprensorio (oggi alle prese con una discussione allargata che sta vedendo, un po’ ovunque, la nascita di diversi comitati cittadini, come di recente in quel di Soverato). Un percorso che condividiamo, ormai da mesi, con la Rete a Difesa del territorio “Franco Nisticò” e con l’assemblea regionale dei Comitati cittadini e dei movimenti territoriali, attivi in Calabria sulle vertenze varie ambientaliste ed ecologiste, che a breve condurrà ad un’importantissima manifestazione regionale e che, dopo anni di battaglie locali e regionali, il 13 marzo scorso, ha consentito di presentare ed illustrare ai componenti della IV commissione del Consiglio regionale della Calabria, presieduto dall’on.Gallo (presente di recente ad un’iniziativa a Soverato) un “Testo con osservazioni sull’ennesima emergenza rifiuti e con proposte concrete per il futuro piano di riordino sui rifiuti della Regione Calabria”.

Un Testo chiaro e preciso che intende rompere radicalmente col passato e le cui ragioni e proposte, pensate come soluzioni che si debbono attuare gradualmente, non possono che andare nella direzione del un progressivo abbandono del sistema discarica-inceneritore, dell’attuazione della raccolta differenziata spinta porta a porta in ogni comune, di un sistema di gestione ispirato quindi alla strategia “Rifiuti Zero”. Oggi abbiamo di fronte una grande sfida: la necessità di rimettere la gestione del ciclo integrato dei rifiuti in mano ad aziende speciali che attendono al diritto pubblico, sfiduciando una volta per tutte la favola de “il privato conviene”, perché è nello sfacelo che viviamo la migliore prova del fallimento di questo sistema privatistico, – in diversi casi, in passato, avvolto da occulti intrecci affaristico-criminosi-mafiosi, – ed in mano ad aziende che hanno solo badato al profitto, speculando sui nostri territori, sull’ambiente e sui diritti dei cittadini.>>

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