Tra le patologie più diffuse vi è la lombalgia, generalmente conosciuta come mal di schiena: si tratta di una problematica, che può infiammarsi a causa di diversi fattori ed interessa almeno una volta nell’esistenza quasi l’80% degli italiani. È un disturbo pertinente ad ambo i sessi e che alla lunga può sfociare anche all’accrescimento di problemi posturali. Soltanto una diagnosi precoce e terapie adatte sono basilari per evitare effetti più gravi della lombalgia. L’osteopata Vincenzo Cordiano, stimato e conosciuto in campo sanitario da diversi anni con diversi post-graduate di elevato riconoscimento sanitario alle spalle, ed operante come libero professionista in un Centro
medico polispecialistico, ha fornito il suo contributo settoriale per parlare d’una problematica tanto diffusa, quanto invalidante da un punto di vista motorio quotidiano.

Cos’è la lombalgia?

“Parliamo di lombalgia, quando facciamo riferimento ad un dolore, che, determinato da cause
diverse, ha come punto d’insorgenza la regione lombare. Viene stimato che circa il 90% di
popolazione soffra di lombalgia imputabile a cause non specifiche, legate soprattutto allo stile di
vita come posture e movimenti scorretti, assenza di movimento, sedentarietà. Questo tipo di
lombalgia è molto comune: infatti, circa il 90% degli adulti ne hanno avuto, e ne hanno, esperienza
durante la loro vita, e gli effetti dal punto di vista economico (come assenteismo al lavoro) sono
enormi. Su un vasto target di miei pazienti, una larga maggioranza ne ha sofferto. Troviamo
essenzialmente due tipi di lombalgia: acuta e cronica. Nella loro forma acuta gli episodi lombalgici
tendono a risolversi anche senza la necessità di intervento osteopatico ed hanno una durata media,
che va da qualche giorno a circa 4 settimane. Le cause sono spesso sono di natura biomeccanica e
riguardano principalmente tessuti muscolari, di legamenti, osteo-discali, zone, in cui il dolore fa
parte del naturale processo infiammatorio di guarigione. Gli episodi lombalgici in forma acuta
sono solitamente un segnale di allarme, che il nostro corpo ci invia, una sorta di invito a cambiare
movimenti, postura, stili di vita. La forma cronica, invece, è data da fattori di rischio, che
implicano una scorretta gestione del corpo e della postura ripetuta e per lunghi periodi, la carenza
di attività fisica, l’eccesso di peso con conseguente diminuzione della mobilità articolare.
Sicuramente il mantenimento di una buona postura risulta esser d’importanza rilevante; ma ancor
di più lo è il movimento: l’assenza di movimento, di posture statiche per tempi prolungati, sono
infatti controproducenti, perché mantengono tensioni continuative alle strutture anatomiche
coinvolte. Di conseguenza il dolore lombare non è ascrivibile al solo danno di un tessuto specifico;
ma nasce da ciò, che vive una persona durante la vita”.

Come interviene l’osteopata?

“Innanzitutto mi preme ricordare che l’osteopata si prende cura della persona nella sua totalità;
non di una patologia specifica, cui è afflitto. Egli mira alla causa; non al sintomo in sé. Sono
molteplici i fattori, che differenziano i pazienti l’uno diverso all’altro, come ad esempio l’età, il
sesso, l’occupazione, lo stile di vita, l’attività fisica, l’alimentazione, i quali fanno sì che
l’organismo adotti strategie uniche per rispondere al meglio alle necessità quotidiane.

Di conseguenza, l’osteopatia, essendo una medicina manuale totalmente incentrata sulla persona, non si avvale di protocolli o interventi standard o universali; ma attraverso un’accurata anamnesi ed una diagnosi osteopatica, ricerca nella persona quelle strutture anatomiche, che hanno portato ad uno squilibrio, come in questo caso quello lombalgico. Si cerca quindi di risalire la catena causale di eventi, che hanno portato allo stato presente, cercando di individuare tutti quei fattori, come la postura, le abitudini di vita ed alimentari, lo stato dell’apparato digerente, sequele di interventi chirurgici, che hanno creato condizioni tali, per cui il corpo manifestasse gli attuali sintomi lombalgici. Ad esempio, tra le cause della lombalgia, possiamo trovare un problema a livello viscerale, come intestino, vescica, colon, reni, che per via intimamente anatomica si ripercuote sulle strutture lombari, o ad esempio una cicatrice addominale post intervento chirurgico possa alterare il movimento di varie strutture anatomiche. Successivamente all’anamnesi viene eseguita un’indagine palpatoria dei tessuti e dei test osteopatici per valutare l’effettivo grado di tensione e mobilità delle varie strutture anatomiche. Il trattamento osteopatico vero e proprio si avvale di
varie tecniche ed approcci indirizzati ai vari tessuti corporei o agli organi viscerali presi in esame e da qui si sceglierà l’intervento più pertinente per il miglior risultato possibile: neutralizzando infatti le disfunzioni di mobilità, il trattamento ha effetti significativi sulla lombalgia sia acuta, sia cronica, giacché mira a comprendere ed agire sui legami, che la zona lombare ha con il resto dell’organismo e con lo stile di vita di una persona. L’osteopatia svolge anche azione preventiva, individuando quelle zone corporee, che per varie ragioni non svolgono correttamente il loro lavoro e scongiurare così un’eventuale evoluzione verso forme croniche più difficili da affrontare da un punto di vista osteopatico. Il trattamento osteopatico in caso di lombalgia è indicato per tutte le fasce d’età, particolarmente durante la gravidanza, periodo in cui spesso insorgono dolori
lombari”.

Foti Rodrigo

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