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Un privato si incaricherà di ripulire l’alveo del torrente Barone che, dopo la terza esondazione avvenuta il 9 novembre, fa ancora paura. “Detto, fatto” potrebbe essere il motto di Antonio Paparo, badolatese, titolare di un’impresa di calcestruzzi, che lunedì si metterà al lavoro per liberare il torrente ostruito dai detriti. L’imprenditore non è un benefattore che vuole sostituirsi od andare incontro alle istituzioni bensì un cittadino che davanti al muro di gomma delle parole ha deciso di passare ai fatti per salvaguardare la proprietà della sua società che dal triste fiumiciattolo è pericolosamente lambita. Paparo aveva già fatto tutti i passi necessari invitando e diffidando le autorità competenti ad attivarsi in merito alle pulizie straordinarie del Barone altrimenti vi avrebbe provveduto personalmente ed anche di tasca propria. E adesso ha inviato una “comunicazione di inizio lavori” ad autorità, enti, presidenti, Procura della Repubblica e Corte dei conti, che è anche una formale denuncia, in quanto ha constatato che non è stato « adottato nessun provvedimento di bonifica atto ad evitare e scongiurare l’alluvione che poi si è verificata puntualmente il 9 novembre creando danni a cose e persone, allagando tutta l’area della 167 della marina nonostante le segnalazioni fatte».

Gazzetta del Sud – Massimo Ranieri

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