Anthony GrecoSono di ritorno dalla camera ardente allestita al Comune a Badolato Marina dove i badolatesi sono venuti a dare un ultimo saluto al dott Peltrone, medico condotto e ufficiale sanitario, specializzato in pediatria, laureato a Bologna i primi anni 60, successivamente specializzato in Pediatria. Dal 1969, dopo un breve periodo fatto prima a Serrastretta, e fino alla pensione ha prestato la sua opera nel paese di Badolato. Poi ha sempre continuato a farlo per amici stretti e parenti; per noi infatti sarebbe stato impensabile rinunciare a zio dopo la pensione: avendolo avuto da sempre impossibile rinunciarvi. Io ho sempre fatto delle figure da ignorante quando in altre città mi parlavano di impegnativa, di ticket e si altre storie che io e la mia famiglia non abbiamo mai fatto. Ci ha sempre pensato lui, il nostro angelo custode: zio Enzo. Parenti privilegiati.

Buona forchetta gli piaceva essere invitato perché riteneva essere questo un modo per dimostrargli stima e affetto.Badolato mi riempie il cuore sempre, in queste occasioni di piu’: i racconti di aneddoti a lui legati si incrociano con la mia bella esperienza di vita e di amicizie fatte in questo stupendo paese. Di zio Enzo, “u medacu”, mi raccontano tutti episodi legati innanzitutto alla sua professionalità: ihru, u dottori, faceva parte di una altra generazione di persone e, senza alcuna polemica, di medici: quelli che lo hanno fatto, e sono tanti, per PASSIONE e per servizio alla collettività. Lui personalmente non dava importanza al denaro, ne’ alla politica, ne’ al potere: voleva avere solo una banconota in tasca per affrontare eventuali imprevisti e del resto non gli interessava nulla. Era uno di quei medici di piccoli paesi che andavano di casa in casa per visitare le persone che non potevano andare in ambulatorio.

Peltrone Vincenzo
Dott. Vincenzo Peltrone.

La sua 500L blu era parcheggiata ovunque nelle viuzze di Badolato superiore e in marina. Da quella piccola auto, comprata per le ridotte dimensioni delle vinehre e del Corso Umberto in paese, usciva lui con due valigette e sempre con un sorriso entrava nelle case dei badolatesi. Ne usciva, spesso, non senza avere apprezzato la cucina della padrona di casa e non senza avere raccontato una barzelletta! Poi trovava sempre il tempo di telefonare per sapere se la guarigione proseguisse come previsto. U medacu era di casa ovunque a Badolato. Molti mi confermano che lui “era sempa ahra casa mia!” e ognuno se lo fa affettuosamente “suo”.

Gli aneddoti che testimoniano il suo attaccamento al territorio sono tantissimi e mi dispiace non poterli descrivere qui oggi… le sue battute, divertenti altrettanto, non sono tutte narrabili perché, come lui chiedeva prima di iniziare a raccontare una barzelletta, guardandosi intorno: “ci sono donne e minorenni?”

U medacu se non era sicuro di qualcosa ti ritelefonava dopo avere consultato uno dei suoi libri che teneva in diverse stanze di casa sua tutte piene e stipate di testi di medicina.

A me personalmente in più di una occasione azzecco’, via telefono, la diagnosi a differenza di chi invece sul posto e di persona aveva visitato i miei figli.

Ieri la sua prima assistita ricordava orgogliosamente come lo conobbe e la fiducia che ebbe in lui dal primo giorno “u primu librettu esta u meu!”.

Ecco… in un piccolo paese di provincia di una Calabria stupenda, vi sono anche piccole storie belle da raccontare come la sua.

Poi a molti di noi può succedere che andando in pensione… si può bloccare quell’orologio biologico che ognuno di noi ha dentro con conseguenze psicologiche negative. Mi sento di dire che a lui un po’ e’ successo proprio questo… perché non dimentichiamoci che un medico si ammala come tutti gli altri uomini.

E’ certo che con la sua dipartita Badolato perde un pezzo importante della sua storia. Lo ricorderà sempre come u dottori che andava con la sua 500 casa per casa, anche di notte, che ogni tanto “brontolava sorridendo” per il troppo lavoro, che si ricordava di tutti i suoi pazienti e che spesso risentiva telefonicamente, che accettava spesso un antipasto offerto “dalla casa”, che allertava quando c’era da scappare subito in ospedale, che si interessava per consigliare strutture in tutta Italia, che si confrontava con colleghi prima di mandargli un suo paesano in cura…

Lui, andreolese, e’ stato adottato nel migliore dei modi da Badolato che lo ha accolto, stimato e amato.

Badolato ne conserverà caro il ricordo così come lui merita. Grazie zio per tutto.

Devo aggiungere, senza volere fare polemica, che sono rimasto male – e non solo io – perché il parroco durante l’omelia non ha detto una parola per ricordare il dott. Peltrone, ex medico condotto e ex ufficiale sanitario. E siccome non sono uno che le manda a dire, a fine messa l’ho raggiunto spiegandogli che questo suo scollamento con la realtà locale allontana la gente, sopratutto gli scettici, della Chiesa. Se fosse morto il sindaco non avrebbe detto niente? No, mi ha risposto.

Meno male che questo modo di ragionare e’ solo suo, e che comunque il ricordarlo non era solo un suo dovere, ma cosi’ facendo ha perso una grande opportunità in favore della collettività; non ha consentito, rivolgendosi sopratutto ai giovani che non lo hanno conosciuto, che nella memoria storica di Badolato restasse un ricordo di chi ha fatto tanto e bene per la comunità, perdendo una grande occasione quella cioè di ricordare dall’ altare il valore positivo, l’esempio di un uomo di encomiabile professionalità e umanita’.

Quale parroco di una comunità ha questo alto compito. Don Tropeano hai toppato!

Anthony Greco

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