carbone pressCatania. Incontri d’Autore. Si riapre il sipario dell’antico cine-teatro Diana di Catania con Antonello Carbone e il suo romanzo “A  Taormina, d’inverno”. Si riaprirà, venerdì 18 ottobre alle ore 18, il sipario dell’antico cine-teatro Diana di via Umberto 13 a Catania, trasformato oggi nel salotto culturale della libreria Mondadori.

L’occasione sarà la presentazione recitata del libro “A Taormina, d’inverno” (Manni editori) del giornalista Rai Antonello Carbone: sul palcoscenico l’autore, che prosegue il suo tour bissando nel capoluogo etneo sulla scia dei consensi ricevuti per la sua opera prima, sarà intervistato dal collega Daniele Lo Porto, segretario dell’Associazione provinciale della Stampa, sugli spunti che offre la storia in cui protagonista è un altro giornalista, stavolta di fantasia, l’anti-eroe Giacomo Cassisi.

A dar voce ai dialoghi saranno gli attori Manuela Ventura e Mario Opinato, a loro la padronanza della scena in un reading certamente coinvolgente.

Manuela Ventura e Mario Opinato TaobukIl romanzo –tra l’altro, già presentato con successo al Salone internazionale del Libro di Torino e al Taobuk- è un noir ambientato in una Taormina quasi grigia, meno patinata e neanche sovraffollata, ma ugualmente ricca di fascino. Fascinosa, appunto, come l’universo femminile che popola il racconto, perché –come spiega l’autore- “dove c’è un mistero ci sono donne, le vere depositarie dei segreti”. Nello scenario di una Sicilia bellissima, goethiana, che sembra finta, ma è reale –come scrive nella prefazione Roselina Salemi- “la morte misteriosa di Efre Vazzini, rampolla di una potente famiglia isolana, apre le porte segrete di una piccola città, rivela gelosie, tradimenti, colpe. La commedia umana si veste di giallo perché in Sicilia non potrebbe essere altrimenti. Ma non siamo nella terra nostalgicamente arcaica che pure piace tanto: ci sono blackberry e amici su Facebook, ci sono computer, sms, messaggi in codice”.

Niente commissari e niente mafia, però, in “A Taormina, d’inverno” e ad indagare sul caso sospetto è il cronista di un quotidiano: “Avuta l’ispirazione della storia – rivela Carbone – avrei potuto affidare l’indagine ad un investigatore di professione. Ma a me viene meglio descrivere un giornalista, mi basta guardarmi allo specchio, perciò ho scelto un tizio che fa il mio stesso lavoro e che mi assomiglia seppur solo per alcuni tratti”.

Cinquantaquattro brevi capitoli legati tra loro dai titoli di famose canzoni italiane, quasi a fungere da colonna sonora. Del libro, tra i più quotati secondo una ricerca web, cogliamo la seguente tra le varie recensioni positive e autorevoli che già accrescono la voglia di leggerlo: “Quando si inizia un giallo si hanno delle certezze: il luogo, il reato, la vittima, il protagonista, l’indagine, il colpevole. Il romanzo di Antonello Carbone ha stravolto queste certezze. Alla fine non sai più se il morto è vittima, chi è il protagonista, nemmeno la stagione è certa. Carbone riesce a far diventare centrale anche il gatto che fa compagnia al protagonista”.

Il libro, già andato in ristampa per una seconda edizione, farà tappa pure a Roma per la kermesse “Più libri, più liberi” del prossimo dicembre. E Carbone, rivelatosi autore di talento tra i nomi nuovi del panorama editoriale italiano, ha confessato che, dopo l’iniziale moto di resistenza, è al lavoro per completare la sceneggiatura di questa sua prima opera mentre nel cassetto ha un secondo romanzo (forse) con lo stesso personaggio cui i lettori si sono già affezionati”.

 

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