prima 1Qualche tempo fa abbiamo lanciato l’allarme per il sito archeologico di Kaulon, sia perché incustodito, quindi possibile preda di tombaroli, sia perché l’imminente arrivo dell’inverno e delle mareggiate – di cui abbiamo avuto già qualche assaggio – potrebbero di nuovo mettere a repentaglio la sicurezza del pavimento mosaicato “dei draghi e dei delfini” portato alla luce nel 2012 dall’archeologo Francesco Cuteri e la sua equipe di studenti e volontari. Come è ben noto, gli scavi sono stati portati a termine anche grazie al contributo volontario dei giovanissimi studenti dell’Istituto Comprensivo di Vibo Valentia, aiutati a comprendere l’importanza della scoperta e dei beni archeologici dai loro insegnanti e dalla dirigenza. Per questo motivo l’Amministrazione Lanzetta ha concesso loro la cittadinanza onoraria di Monasterace alla presenza del Maestro Marco Rossi Doria ( “Di mestiere faccio il maestro”) all’epoca sottosegretario alla P.I. del Governo Monti.

prima2E’ stato un momento indimenticabile per il Parco Archeologico di Monasterace, così come indimenticabile è stata la campagna scavi che, in 15 anni, ha riscritto la storia di Kaulon ancora ferma alle prime scoperte di Paolo Orsi; scavi eseguiti dalla Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria, dall’Università e dalla Scuola Normale di Pisa, dalle Università di Firenze e di Reggio Calabria, con i loro studenti guidati sul campo dai loro professori: la direttrice del Parco dott.ssa Maria T. Iannelli, il dott. Francesco Cuteri e le prof.sse Maria Cecilia Parra (Pisa) e Lucia Lepore(Firenze), indimenticabili per la loro professione e la loro umanità, sempre pronti e disponibili a interagire con le Amministrazioni Comunali che si sono susseguite nel tempo, con la cittadinanza e con le Associazioni, in primis la Proloco IL TEMPIO, che ha seguito e sostenuto il percorso delle Università organizzando incontri e manifestazioni culturali e teatrali.

Sembra adesso che tutta questa possibile e, a nostro avviso, basilare collaborazione non possa più avere luogo. Per esempio, avevamo segnalato al nuovo direttore del Parco che lo stesso in estate era diventato una discarica “a sito aperto” e, quindi, ci siamo permessi di chiedere un intervento di pulizia e di avvisi ai bagnanti per un comportamento rispettoso dell’ambiente. Il nostro appello è stato considerato una critica, ma nessun intervento fino ad oggi è stato effettuato. Per dimostrare la nostra volontà collaborativa, abbiamo quindi provveduto personalmente a pulire la zona come si evince dalle foto. E’ rimasto solo un elemento per il quale sarebbe necessario l’intervento del Comune per lo smaltimento. Speriamo che questo gesto serva a dimostrare la nostra disponibilità ad operare per la tutela del sito, perché senza la collaborazione della società civile si rischia il fallimento di qualsiasi attività di salvaguardia con la conseguente ricaduta turistico-economica. Ricordiamo infatti i tantissimi visitatori che sono giunti a Monasterace sulla scia della vasta eco che ha suscitato la scoperta del pavimento mosaicato; ancora oggi i turisti sono tanti, ma rimangono delusi dal non poter ammirare gli splendici e unici mosaici delle terme ellenistiche, in quanto la zona è stata giustamente coperta per la conservazione, in attesa della possibilità di ammirarli tutto l’anno con una copertura ad hoc non invasiva.

A tutt’la raccoltaoggi è stata realizzata la protezione della zona relativa al Tempio, in attesa di utilizzare al più presto, speriamo prima delle possibili mareggiate del prossimo inverno, lo stanziamento di 700.000 euro concesso dal MIBCAT.

Ma di questo non è dato sapere nulla. Ci chiediamo se non sia giusto e corretto che i cittadini e il comprensorio vengano messi a conoscenza dello stato delle cose per quanto riguarda l’intervento di salvaguardia. Il sito archeologico “appartiene” ai cittadini non solo perché fonte di possibile ricaduta economico, ma soprattutto in quanto specchio della propria Storia e quindi della propria Identità.

Ci piace ricordare, per esempio, tutte le manifestazioni intraprese dai cittadini e dalle associazioni reggine per salvaguardare i Bronzi di Riace da possibili “emigrazioni” che avrebbero potuto compromettere la loro integrità, visto le precauzioni che sono state adottate per esporre le statue al Museo Archeiologico. Ci piace ricordare la mostra La Luce vince l’ombra in corso a Casal Di Principe resa possibile dalla disponibilità degli Uffizi di Firenze ma, soprattutto dai cento volontari, ragazze e ragazzi giovanissimi-dai 15 ai 20 anni- che hanno compreso l’importanza della cultura per ribaltare la nomea negativa della loro città.

Di tutto questo ne ha tenuto conto anche il POR 14-20 della Regione Calabria (asse prioritario 5: “valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale”), dopo aver sottolineato che “malgrado i precedenti cicli di programmazione abbiano destinato ingenti risorse per la tutela e la conservazione dell’importante e diffuso patrimonio culturale calabrese, il settore soffre ancora di scarsa visibilità ed attrattività”.

In questo contesto vengono previsti anche gli “Interventi per la nascita e il sostegno di imprese nelle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo”, nella speranza che anche questi interventi non si svolgano al ribasso come gli anni passati, ma siano consoni alle richieste delle nuove generazioni che chiedono gli strumenti per competere alla pari con i loro coetanei di tutto il mondo.

Allo scopo ci confortano i segnali positivi che provengono dal Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini: “Dopo gli anni dei tagli crescono le risorse per la cultura, nuovi fondi per la tutela del patrimonio e i grandi progetti culturali: 150 milioni di € nel 2016, 170 milioni di € nel 2017, 165 milioni di € dal 2018. Il bilancio del Mibact aumenta dell’8% nel 2016 e del 10% nel 2017,

investendo su musei, biblioteche, archivi, cinema, spettacolo e valorizzando il ruolo che ogni singolo cittadino può dare alla tutela del patrimonio culturale”

Autorizzando nel contempo, “un concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 500 professionisti del patrimonio culturale”.

Tutto bene. Resta sempre il l’attesa per capire se questi fondi, così come quelli del POR, saranno programmati e spesi in tempi ragionevoli, oppure la burocrazia riuscirà ancora una volta a farla da padrone.

Il nostro timore consiste nel fatto che, per la protezione del restante fronte dunario del sito di Kaulonia, si possano verificare gli stessi ritardi che hanno contraddistinto gli interventi per la salvaguardia della zona del Tempio.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *