autostrada-siracusa-gelaLa Procura della repubblica di Messina rende noto che: <<Nella mattinata del 13 marzo 2018, la Polizia di Stato di Messina ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari n° N. 2191/15 R.G.N.R. – N.4356/15 R.G.G.I.P emessa il 5.3.2018 dal GIP presso il Tribunale di Messina (Dott. Salvatore Mastroeni) su richiesta dei P.M. della Procura Ordinaria di Messina (Dott.sse Alessia Giorgianni e Rosanna Casabona), relativa a n°6 misure cautelari (due di custodia cautelare in carcere e quattro di arresti domiciliari e), a carico di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili – a vario titolo – dei delitti di turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione, commessi in Messina tra il 6.3.2014 ed il 5.11.2015.

Le indagini eseguite dalla Sezione di P.G. aliquota della Polizia di Stato presso la Procura di Messina e dalla Squadra Mobile di Messina si riferiscono ad una vicenda di turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto del C.A.S. (Consorzio per le Autostrade Siciliane), pubblicata nel 2013, per l’affidamento dei lavori di costruzione del tronco dell’autostrada Siracusa – Gela.

La commissione di gara, composta da professionisti designati dal Ministero delle Infrastrutture, investiva della fase valutativa delle offerte anomale una sotto-commissione composta da dirigenti e consulenti del CAS e presieduta dal dirigente del CAS e RUP del procedimento, ing. Gaspare Sceusa. La sub-commissione valutava positivamente le giustificazioni della RTI Condotte D’Acqua Spa (mandataria) e Cosedil Spa (mandante) che aveva ottenuto il maggior punteggio, e conseguentemente il Consiglio Direttivo del CAS affidava l’appalto alla RTI con contratto stipulato in data 17.07.2014 (per un valore dichiarato di € 289.560.523).

Tuttavia, durante la trattazione dei ricorsi giurisdizionali presentati dalle ditte classificatesi alle spalle della Condotte (Tecnis spa e Sics spa), il TAR di Catania censurava la condotta della sub-commissione di gara, ritenendo che non avesse condotto i necessari approfondimenti su un aspetto tecnico fondamentale dell’offerta di Condotte, che avrebbe comportato, a fronte di una modifica strutturale di alcuni elementi dell’opera, una nuova approvazione del progetto da parte dei competenti organi di controllo (Genio Civile e Ministero delle Infrastrutture). Il Giudice Amministrativo disponeva, quindi, la trasmissione degli atti alla Procura di Messina, che avviava le conseguenti, complesse ed articolate indagini, corredate da servizi tecnici.

All’esito di siffatte attività investigative, in effetti, si appurava, non solo che i rilievi in ordine a presunte anomalie nello svolgimento dei lavori della sub-commissione erano pienamente fondati, ma che l’esito della procedura di gara era stato determinato da condizionamenti esterni riconducibili ai vertice del CAS ed a consulenti dell’impresa CONDOTTE, collegati ad ambienti politici ed amministrativi della regione siciliana.

Un’analisi accurata dei subappalti proposti dalle imprese appaltatrici (frattanto consorziatesi nella COSIGE scarl s.r.l.) e approvati dalla stazione appaltante, rivelava la presenza di un singolare affidamento di servizi di consulenza legale e amministrativa, espressamente vietato dalla legge, ad una società di Milano, la Pachira Partners S.r.l., per l’importo di € 1.650.000.

La società era in realtà una scatola vuota, facente capo a tale Nicola ARMONIUM, il quale a sua volta si avvaleva della collaborazione esterna dello studio dell’avvocato palermitano Stefano POLIZZOTTO, il quale in passato aveva avuto incarichi presso la regione e ricevuto consulenze da parte del CAS.

ARMONIUM aveva ricevuto, in realtà, un incarico fiduciario dal presidente di CONDOTTE ing. Duccio ASTALDI, poi formalizzato dal Presidente di COSIGE e dirigente della CONDOTTE, ing. Antonio D’ANDREA.

Incredibilmente questi incarichi, conferiti tramite subappalto, erano stati tutti comunicati alla stazione appaltante senza che nulla fosse eccepito.

Emergeva dalle intercettazioni che i suddetti consulenti, i quali sin dalle prime battute avevano seguito le varie fasi della gara, ancor prima di ricevere qualsiasi formale incarico, erano stati poi premiati con un contratto assai remunerativo, per seguire anche la fase successiva, con l’evidente funzione di assicurare “una morbida gestione dell’appalto”.

Si scopriva, inoltre, l’esistenza di un rapporto privilegiato tra ARMONIUM e il vice presidente del CAS (pro tempore) avv. Antonino GAZZARA, che in modo continuativo si prodigava per favorire appunto una gestione favorevole all’appaltatore, attraverso una serie di interventi: proroga di termini inderogabili di consegna di opere, riconoscimento all’impresa di riserve per importi di centinaia di milioni, abbattimento di penali, riconoscimento di premi ed altro ancora.

Per contro, GAZZARA riceveva incarichi professionali dalla società Pachira per circa € 30.000 e la promessa per consulenze future.

In dettaglio, le persone destinatarie dell’ordinanza sono:

1. ARMONIUM Nicola, gestore di fatto della società di consulenza Pachira Partners s.r.l. [custodia cautelare in carcere]

2. ASTALDI Duccio, già presidente del consiglio di gestione della società “Condotte D’acqua S.p.A.” [arresti domiciliari];

3. D’ANDREA Antonio, già presidente di COSIGE Scarl [arresti domiciliari];

4. GAZZARA Antonino, già vice presidente del CAS [custodia cautelare in carcere];

5. POLIZZOTTO Stefano, avvocato [arresti domiciliari];

6. SCEUSA Gaspare, dirigente del CAS e RUP [arresti domiciliari].

Il Giudice disponeva, altresì, il sequestro per equivalente dei proventi illecitamente percepiti, per un importo di quasi 480 mila euro, eseguito nei confronti della società PACHIRA Partners e degli avvocati Stefano POLIZZOTTO, Antonietta SARTORIO e Antonino GAZZARA.

Nell’indagine figurano anche altri 5 indagati.

L’esecuzione della misura è stata eseguita dalla Sezione di P.G. aliquota Polizia di Stato presso la Procura della Repubblica di Messina , dalla Squadra Mobile di Messina e dalle Squadre Mobili di Roma e Palermo.>>

 

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