baby-sindaco-lecceGli intimidatori contro gli amministratori calabresi non si contano più e seguono sempre lo stesso copione criminale. Solo qualche mese fa, infatti, Avviso Pubblico aveva pubblicato il rapporto 2014 sulle intimidazione in tutta Italia, e gli amministrati calabresi risultano sempre in prima linea anche se, rispetto al 2013, c’è stato un leggero calo.

Anche nel 2014 è stata la provincia di Cosenza quella in cui sono stati censiti più atti intimidatori nei confronti degli amministratori pubblici (19 casi), seguita da quella di Reggio Calabria (12 casi), Vibo Valentia (10 casi), Crotone (6 casi) e Catanzaro (5 casi). La Calabria, rispetto ad altri territori, risulta la regione in cui maggiore è stato il numero di atti di intimidazione e minacce ripetuti più volte nei confronti degli stessi amministratori locali, in particolare di Sindaci e Assessori.

A livello regionale, il primato degli atti intimidatori e minacciosi nei confronti degli amministratori locali e del personale di PA per il 2014 spetta alla Sicilia – 70 casi, pari al 20% del totale – seguita dalla Puglia – che l’anno scorso aveva il primato della classifica e che nel 2014 ha fatto registrare 54 casi, pari al 15% del totale – dalla Calabria e dalla Campania, entrambe con 52 casi, pari al 15% del totale.

Seguono le regioni del Centro-Nord, tra cui: il Lazio (8%), la Lombardia (4%), il Veneto e la Liguria (3%). La Sardegna si colloca al sesto posto della classifica nazionale con il 6% del totale dei casi censiti, rispetto al quarto posto registrato nel 2013.

Analizzando il rapporto tra numero di atti di intimidazione e di minaccia censiti da Avviso Pubblico e numero di Comuni presenti in alcune regioni, si nota un cambiamento di scenario rispetto a quanto sinora riportato. In questo caso, infatti, il primato spetta alla Puglia, la quale vede interessati il 13% delle proprie amministrazioni locali, seguita da Calabria e Sicilia (9%) nonché da Campania e Sardegna (6%).

A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ad una provincia campana, quella di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), per concludere con quella di Foggia (15 casi).

 Condanniamo il gesto vigliacco e criminale e auspichiamo che il prossimo tavolo della locride affronti in primis queste intimidazioni mafiose con le quali si tenta anche di minare la fiducia dei cittadini desiderosi di una crescita socio-economica e civile in linea con i dettami della Legalità e delle Regole, così come portati avanti dal sindaco Salvatore Fuda.

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