davCaro Tito, come ogni mattina, appena sveglio e ancor prima del caffè, mi affaccio al balcone di casa sulla scogliera abruzzese di Vasto per salutare, ammirare e respirare profondamente il sottostante mare Adriatico. L’ Adriatico non è il mio mare natìo, ma è pur sempre mare con tutte le splendide caratteristiche d’immenso e d’infinito che sa interpretare. Riesce comunque ad esaltare, nonostante non abbia il mito, l’intensità, il vigore e le soprattutto quelle 32 sfumature di azzurro che avevo censito al mare di Badolato nell’agosto 1975.

Spesso, il mio orologio biologico mi permette di salutare questo mare d’esilio (sempre pensando ovviamente al mio venerato e mitico Jonio) sotto i tenui colori dell’Aurora e, più sovente, all’Alba che, gioiosa, si apre alla piena luce diurna oppure (allorché mi alzo tardi) quando già sembra una colata d’oro sotto lo stesso Sole che bagna tutti i mari del mondo, tutti fratelli azzurri nati da Nettuno.

In quest’ultima settimana di giugno, questo tratto del mare Adriatico (noto come “Costa dei trabocchi”) è stato sempre calmissimo, respirando appena, quasi immobile, sottovoce, o, come diciamo noi jonici, “era una tavola”. Invece, stamani, inaspettatamente, all’apertura rituale delle persiane, ho trovato un mare molto agitato, rumoroso e spumeggiante (quasi tempestoso) con le onde che si accavallavano e si superavano a vicenda fino dall’orizzonte. Quando è così, sul balcone di casa giungono insistenti gli spruzzi delle grandi onde che s’infrangono , quasi con rabbia, a raffica sui sottostanti scogli. Una buona occasione, tra l’altro, per fare un po’ di più vivace ed efficace “aerosol”.

Il mare mi piace sempre molto e in tutte indistintamente le stagioni, in tutti i suoi molteplici stati d’animo. Il mare è una persona con un proprio carattere e un distintivo stile! Però il mare che preferisco è quello invernale, solitario e meglio se agitato, vigoroso e inquieto come il mio animo sempre teso alle meraviglie. Allo stupore! Perciò, mi ammalia sempre e sempre mi parla epicamente un mare così spettacolare e quasi adirato come questo che ho davanti, così tanto vicino e assordante, mentre ti scrivo.

Evidentemente Nettuno sta rimproverando gli umani per qualche dispetto che Gli è stato fatto. Sarà forse che giorni fa è stato chiuso alla balneazione, per troppo improvviso inquinamento, un litorale che, nei dintorni, può vantare da molti anni la cosiddetta “bandiera blu” ? … Fatto sta che l’Adriatico meridionale abruzzese ci ha riservato, con sorpresa, un mare invernale pur in una temperatura del tutto estiva e pur sempre gradevole sotto un cielo nitido e brillante d’azzurro. Mia moglie, leggendo le ultime notizie sul suo “smart-phone” mi aggiorna e mi dice che è stata appena revocata la chiusura del predetto litorale. Per chi non lo avesse ancora immaginato, siamo in Italia.

Caro Tito, come avrai già capito, sulla base di precedenti lettere, il mio innamoramento del luogo chiamato “Badolato” è cominciato sì dalla mia Kardàra fin dalla nascita, ma principalmente dal suo mare. Infatti, posso e mi piace immaginare che io abbia potuto ascoltare per prima cosa, proprio appena nato, nel silenzio della piena notte e in piena campagna, le onde invernali del mare Jonio (che si insabbiavano a poco più di cento metri dalle mie orecchie) e i treni ansimanti, sbuffanti e sferraglianti (che passavano ad appena 6-7 metri dalla camera da letto dei miei Genitori dove sono venuto al mondo), ma anche il rumore tipico di qualche camion, autobus o automobile che passavano per la statale jonica 106 ad appena 30 metri dalla mia culla.

La mia infanzia, principalmente, la mia adolescenza e prima giovinezza mi hanno visto sempre tra le sue onde o sulla finissima e bianca sabbia rovente e coronata dalle belle dune, ricche di fiori del deserto ma anche di piccole spine che, nascoste sul percorso, si attaccavano dolorosamente ai nostri piedi scalzi. Quante volte ho dormito sulla spiaggia assieme ai contadini di Kardàra nelle serene e arse nottate d’estate senza mai, allora, una sola goccia di pioggia! Quanti magnifici tuffi, interminabili bagni, audaci nuotate lontano lontano, ineffabili immersioni e scoperte ad occhi aperti!

A fantasticare e a giocare in riva al mio mare avrò trascorso più ore che non a scuola e in tutte le stagioni! E mi sentivo protetto come a casa, poiché avvertivo ed amavo il mio mare come fosse un vecchio nonno che mi raccontava storie lontane di altri lidi e di mitici orizzonti, così come la ferrovia mi raccontava di altri luoghi (forse di altre Kardàra) e di lontane stazioni ed anche la strada nazionale jonica mi portava a immaginare itinerari che non vedevo l’ora di percorrere, troppo assetato com’ero già di conoscenze.

Così, in prima media, ad undici anni, non potevo non cominciare a scrivere poesie se non con semplicissimi ma decisi e chiari versi sul mio mare Jonio e sulle spiagge natìe. Spiagge e mare mi moltiplicavano la luce ed io mi esaltavo di tutta questa inimmaginabile luminosità che, seppure tanta e abbagliante, non bastava ancora all’animo mio per capire tutte le verità che, con i loro interrogativi, bussavano a milioni e milioni alla mia mente e al mio cuore!

Caro Tito, per darti un’idea di come e quanto il mare di Badolato avesse valore per la mia vita, ti dico che andavo a salutarlo immancabilmente ad ogni mia partenza (per quanto breve) e ad ogni mio ritorno. Pensa che ogni volta, puntualmente, ad ogni mio ritorno, andavo prima a salutare il mare e poi i miei Genitori, la mia famiglia, i parenti e gli amici. Immagina quanto mi sia costato dover stare così tanti anni d’esilio (seppure per amore della mia bella) nelle fredde e a volte glaciali montagne altomolisane! Ma, adesso, da pensionato, ho riguadagnato finalmente il mare! Non è quello mio venerato ed evocativo di Badolato, ma tanto basta per restare permanentemente sintonizzato e connesso con l’immenso e l’infinito che sono gli stessi amati a Badolato. Siamo pur sempre sotto lo stesso cielo, lo stesso firmamento e lo stesso Sole!

Buon mare Jonio almeno a te, caro Tito, e a tutti coloro che godono di questo inestimabile privilegio!

Domenico Lanciano Mare di Vasto, domenica 18 giugno 2017 ore 13,01

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