ivan_bonfanti foto piccolaCaro Tito, le innumerevoli e troppo contrastanti situazioni sociali e storiche degli ultimi decenni in Italia, nel Mediterraneo (intendendo pure i Paesi mediorientali) e di varie parti del mondo cosiddetto “globalizzato” mi hanno indotto, per cercare di capacitarmi di tanto massacro generalizzato a “mattatoio”, a riprendere in mano i libri di Storia (quella con la S maiuscola) e della connessa Letteratura italiana ed estera (che delle vicende storiche custodisce tanti significativi “perché?” internazionali). A dire il vero, dopo questo pur veloce “ri-studio”, sono tornato ad essere ancora più pessimista di prima e ancora più di prima indignato e spinto a voler fare ancora di più la mia parte, specialmente sulla via del riequilibrio, dell’amore e dell’armonia. Utopia?… mai tale tipo di utopia si presenta come una necessità storica, ma pure sociologica, antropologica, economica e culturale … se non vogliamo che il nostro pianeta (e, quindi, il genere umano) rischi davvero grosso!

 

Questi miei convincimenti di non-rassegnazione, bensì di lotta quotidiana per un mondo migliore, ho poi trovato nel libro, fresco di stampa (luglio 2013), del giornalista Ivan Bonfanti “La storia è dall’altro lato della strada”, edito in Roma da Robin srl (www.robinedizioni.it) in 412 pagine. La Prefazione è di Lucio Manisco (noto ex giornalista del TG3 Rai, ex direttore del quotidiano “Liberazione”, deputato nazionale e poi europeo), l’Introduzione è firmata dalla giornalista Rosa Mordenti (curatrice del libro), il ricordo conclusivo è della giornalista Laura Eduati. In tale libro sono raccolti 88 articoli, pubblicati dal 20 giugno 2000 al 10 luglio 2008, cioè fino a pochi giorni prima di morire improvvisamente a Vienna, il 19 luglio, all’età di appena 37 anni. Morto per cause naturali, lui che, come inviato di guerra e nei luoghi di grandi crisi e conflitti sociali e militari, avrebbe potuto morire ancora più giovane. Come centinaia e centinaia di giornalisti ogni anno. Come sulle sempre rischiose e drammatiche frontiere israelo-palestinesi, nei Balcani, in Cecenia, in Afghanistan, in Egitto. Così come oggi in Siria e in tante altre parti del “mondo-mattatoio”.

 

testata LIBERAZIONEScriveva per “Liberazione” il quotidiano del PRC (partito della rifondazione comunista) di cui era responsabile della Redazione Esteri, ma questo giornale sembrava essere il pretesto per scrivere, con il cuore in mano, le sue corrispondenze come “lettere al mondo”, cercando di rendere comprensibili i fatti più complessi della nostra storia recente, criptando un ammonimento umanitario ed una preoccupazione assai forte per le sorti delle genti (specialmente le più povere e vessate). Ivan dimostra che “la storia è dall’altro lato della strada” (come afferma il titolo stesso del libro) … ossìa vicinissima a noi. Ma, dinanzi a questo fiume – spesso in piena – della storia che passa al confine del nostro giardino, quale è il nostro “modo di stare al mondo”? … La scelta di Ivan (che è voluto andare “dentro la Storia” immergendosi in questo fiume che scorre davanti ai nostri occhi) è quella di essere almeno sempre sensibili, sempre in ascolto, sempre partecipi e solidali delle tragedie altrui che avvengono, appunto, sull’altro lato della nostra stessa strada, al confine del nostro verde giardino, dietro al nostro cortile di casa. E non possiamo dire di non ascoltare pianti e grida, di non vedere tutto quel sangue, tutte quelle distruzioni, tutta quella sofferenza e povertà.

 

premio Ivan Bonfanti logoCosì, per continuare questa intensa “sensibilità”, questo appassionato “ascolto”, questa fraterna partecipazione e solidarietà verso i nostri “vicini” alle prese con immani sofferenze, spesso causate da “conflitti-mattatoio” … la www.associazioneivanbonfanti.org (formata da familiari, parenti, amici, colleghi e da tanti altri) organizza annualmente, in collaborazione con l’Associazione Stampa Romana, un Premio Giornalistico a lui intitolato, riservato a giornalisti che hanno meno di 40 anni ma impegnati “per la pace, il dialogo tra i popoli, l’ambiente, gli animali” … tutte dimensioni che sono stati per Ivan il principale ed essenziale “modo di stare al mondo” … ciò che oggi costituisce la sua “eredità” lodevole! Tra i vincitori di una delle passate edizioni c’è stata pure la calabrese Raffella Casentino e della Giuria ha fatto parte, una volta, il direttore del quotidiano “Calabria Ora”, Piero Sansonetti.

 

ivan-BONFANTIPer ricordare Ivan, l’associazione che porta il suo nome affida borse di studio a studenti palestinesi ed israeliani e sostiene volontari che difendono gli animali, visti pitagoricamente e francescanamente come nostri fratelli. L’universalità amorosa di Ivan è riscontrabile in ogni suo articolo e specialmente in questa frase-icona del suo essere e sentirsi “cittadino del mondo” veramente: “Sarei onorato di chiamarmi Shaul come lo sarei di chiamarmi Mohammed. Come è difficile però essere un uomo, indipendentemente dal nome che abbiamo avuto in sorte!”. La conferma che quella di Ivan fosse proprio una “universalità amorosa” lo si può dedurre dai sinceri messaggi e dalle appassionate testimonianze che continuano a giungere da ogni parte del mondo al suo blog associazioneivanbonfanti@gmail.com ma anche da innumerevoli iniziative sociali, persino sportive, che si realizzano in ogni dove, sempre con grande entusiasmo e partecipazione.

 

ivan1 foto2 ivan bonfanti ivan1 Non ho conosciuto di persona Ivan, però ne ho sentito assai parlare come di un “ragazzo” molto amato e tanto tanto carismatico. Ma era molto amato perché aveva per tutti un sorriso aperto e luminoso, perché sprizzava energia e vitalità da tutti i pori e in tutte le occasioni, persino in quelle più drammatiche in zona di guerra. Pure per questo la sua scomparsa ha lasciato nei genitori (di cui era figlio unico), nei parenti, negli amici e nei colleghi quello improvviso sconcerto, quel dolore inconsolabile e quel vuoto incolmabile che solitamente soltanto i giovani e le persone carismatiche lasciano. E in Ivan c’era la giovinezza più evidente, la sua gioia di vivere e il suo carismatico ed amoroso “modo di stare al mondo” … tanto è che la sua donna, Laura Eduati, così conclude il suo ricordo alla pagina 367: “A rileggere questi articoli profondi, penso che eravamo paradossalmente felici”.

 

Caro Tito, se non fosse morto quel 19 luglio 2008, Ivan Bonfanti sarebbe venuto per trascorrere le sue ferie d’agosto proprio in Calabria, a Badolato, dove dal 1999 risiede periodicamente una zia materna, documentarista attualmente impegnata nella realizzazione di un video sociale sul borgo antico e sulla comunità storica badolatese di ieri e di oggi, dopo essere già stata autrice di video assai interessanti e splendidi su “Badolato il paese luminoso”, su Riace borgo d’accoglienza, su Guardavalle da scoprire, sul Lanciano Day e prima ancora su alcuni aspetti sociologici ed antropologici di Milano, Roma, Napoli premiati anche a livelli internazionali.

 

ivan2Lucio Manisco, che conosceva bene Ivan (sia per la loro fraterna amicizia e sia come direttore di “Liberazione”), ha affermato in un illuminante passo nella Prefazione (poi riportato in quarta di copertina): “… gli scritti di Ivan Bonfanti fanno testo, un testo che andrebbe studiato da chi intraprenda questo mestiere che richiama oggi alla memoria “La terra desolata” di T.S. Eliot. Come gli articoli di pochi altri, quelli di Bonfanti dovrebbero essere inclusi nei curricula di studi delle scuole di giornalismo”. Secondo me, questo suo libro dovrebbe essere almeno letto, in particolare, da chi intende capire l’intricata matassa mediorientale e i rapporti tra le grandi potenze sugli affari regionali, specialmente nelle aree di forte attrito internazionale e tra blocchi, come lo è, proprio adesso, la Siria e in futuro chissà quali e quanti altri “popoli-martiri” ancora.

 Per coloro che intendano contribuire alle lodevoli iniziative socio-umanitarie della “Associazione Ivan Bonfanti” ne trascrivo, per l’indicazione dell’otto per mille o per altri contributi volontari (detraibili), il codice fiscale: 97567880584. E sollecito i giornalisti “under 40” a voler partecipare all’apposito concorso, appurandone il regolamento sul www.associazioneivanbonfanti.org dove si possono rilasciare dichiarazioni e testimonianze su questo importante libro “La storia è dall’altro lato della strada” e su qualsiasi tema inerente l’eticità e la caratura umana e professionale di Ivan e del suo “stare al mondo”. Cordialità.

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Domenico Lanciano.

 

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