sawa-radioCaro Tito, negli anni 1967-68 era di servizio alla stazione ferroviaria di Badolato un giovane capostazione calabrese, signor Màllamo, che nel tempo libero “vendeva” libri, tra questi pure l’enorme raccolta dei volumi di tutte le letterature del mondo. Ne acquistai parecchi, specialmente dei Paesi orientali, dal momento che, in precedenza, già in prima media (1961-62) l’ottima professoressa Anna Maria Longo di Catanzaro (allora sposata Bova e poi divenuta presidente dell’Unione Donne Italiane in Calabria) ci aveva insegnato ed incoraggiato ad andare sempre “oltreconfine” facendoci leggere libri di altre culture e nazioni. Tanto è che io, da solo, andavo per libri e già incontravo Autori e situazioni che mi allargavano enormemente la mia piccola “mente (ancora) da latte”. Ovviamente, il mondo “magico” dell’Oriente risultava quello più suggestivo però mi affascinavano pure i classici antichi, medievali e moderni. Insomma, ho avuto la fortuna di avere già ai tempi della scuola media docenti interni ed esterni (come il badolatese prof. Antonio Gesualdo) che mi indicavano orizzonti lontani con cui poi avrei dovuto confrontarmi in età giovanile e quindi più matura.

Arab_Radio_TV_logo       E, come puoi immaginare, riguardo la musica, fin dal 1971 (cioè dai tempi di Susan e Janie Taylor) e maggiormente negli anni più intensi del “pop-islam” ho sempre ascoltato musica araba (o islamica più in generale), pure nel contesto delle conoscenze musicali più estese ad altri popoli. Musica etnica, dicono. Secondo me “musica” e basta, poiché qualificando o definendo qualsiasi cosa con il termine “etnico” quasi che le si assegna una dimensione o una etichetta di serie B rispetto a popoli e cose considerate di serie A ed economicamente egemoni (Stati Uniti d’America e Gran Bretagna, tanto per intenderci, e a cascata altri “grandi” Paesi loro alleati). Solitamente acquistavo i dischi di tutte queste musiche in Roma, alla Libreria Rinascita di Via delle Botteghe Oscure, nei vari negozi Ricordi oppure direttamente da amici o studenti di quei tantissimi Paesi presenti a Roma (infatti, non c’è bisogno di andare in giro per il mondo perché è il mondo che viene a Roma!).

Mkebab - PIZZAentre all’Università ho avuto occasione di assistere a molte esecuzioni sperimentali e d’avanguardia, come quelle degli arcinoti Luigi Nono (1924-1990) e Luciano Berio (1925-2003). A quei tempi abitavo nella Capitale, a Piazzale Tiburtino 28 interno 6 con un amico (carissimo fin dai tempi della scuola media statale di Catanzaro Lido, triennio 1961-64, anche perché compagno di banco) Rosario Mirigliano che studiava al ConservatorioKebab 1 Santa Cecilia e, quindi, tramite lui, mi nutrivo di musica classica e conoscevo suoi colleghi studenti anche “stranieri” come il boliviano Edgar Alandia, divenuto mio fraterno amico (ha fatto campeggio con la moglie nella mia vigna di Vodà sul mare Jonio nell’estate 1975).

mario kirlis argentino - musica araba strumentaleDa alcuni decenni Mirigliano (che era nato alla Roccelletta di Borgia, figlio di Salvatore originario di Santa Caterina dello Jonio, cugino di Enzo Mirigliani re di Miss Italia) insegna composizione al Conservatorio di Firenze e in strutture di altre città. Alandia adesso insegna al Conservatorio di Perugia, dopo quello di Pescara. Entrambi sono ritenuti tra i migliori compositori italiani, come quel maestro Roberto Gianolio che già conosci per essere stato l’esaminatore del “pop-islam” degli Euro Universal alla RCA nel gennaio 1973 e poi direttore del Conservatorio di Frosinone. Puoi ben immaginare che, abitando con Mirigliano per tre anni nello stesso piccolo appartamento di due stanze, ascoltavo musica classica tutti i giorni e per tante ore, compresi i suoi esercizi di composizione da portare al Conservatorio. Mirigliano ha pure musicato una mia poesia, adattandola per un soprano. Quando non c’era la sua di musica, ascoltavo la mia (infatti ho sempre studiato e fatto tutto avendo come sottofondo ogni genere di musica). Sono onnivoro e la musica è ancora e sempre il mio “alter ego”! Non so starne senza. Però non posso considerarmi un esperto.

RADIO ARABA DEGLI EBREIE ritengo che non bisogna essere esperti per capire che ormai quello che sono solito indicare come “islam-pop” (cioè la musica pop-rock dell’islam suonata e cantata con strumenti, modi e ritmi della musica occidentale) è molto più avanti del tentativo occidentale di miscelare musica orientale, islamica in particolare. Ma c’è pure qualche musicista occidentale, come l’argentino nostro contemporaneo Mario Kirlis, che esegue magistralmente un suggestivo e accattivante “islam-pop”. Per verificare quale e quanto progresso abbiano fatto i musicisti orientali (specialmente arabi, ma anche ebrei o di altre culture) nel padroneggiare il rock-occidentale, basterebbe sintonizzarsi sui tantissimi canali satellitari radiofonici e televisivi oggi a disposizione. Personalmente, ascolto spesso questa musica diffusa da emittenti indipendenti o appartenenti a reti internazionali come Sawa, Voa, Farda ecc. (che trasmettono dai Paesi del Golfo Persico, del Nord Africa, del Medio ed Estremo Oriente ecc.). Si può ascoltare la musica più tradizionale (quella che viene comunemente percepita come lamentosa e ripetitiva, mentre invece sono veri e propri ricami d’arte … “arabesque” appunto) oppure quella “islam-pop” ricca di rock occidentale ma, ovviamente, marcatamente islamica. Questa in Occidente è più ascoltata di quanto non si pensi.

RADIO ArabaInfatti, proprio qualche domenica fa, passeggiando di mattina per le viuzze di un centro storico abruzzese, sentivo due cose molto distinte provenienti da alcune finestre aperte: il profumo intenso di un ragù all’italiana e le note di una musica “islam-pop”. Pensavo che lì abitasse una famiglia araba … invece, quella casa era di una famiglia italianissima, appartenente alla nostra tipica classe media impiegatizia. Spinto dalla curiosità ho suonato alla porta: mi ha accolto una bella e distinta coppia di coniugi di mezza età cui ho chiesto come mai quella musica islamica. Mi ha detto l’uomo: “Esiste il cosiddetto “mal d’Africa” però esiste pure il “mal d’Oriente” e noi sono tanti anni che dedichiamo ai Paesi arabi del Mediterraneo e del Medio Oriente i nostri viaggi di vacanza, a volte pure due volte l’anno e ci siamo innamorati di quei posti e di quella cultura”. Ho conosciuto tante altre famiglie che, innamorate di questi Paesi, hanno cambiato talune abitudini alimentari, inserito novità nell’abbigliamento o nell’ascoltare musica o nell’acquisire letteratura e altre cose. “Quando faccio le faccende di casa io ascolto quasi sempre questa musica che mi fa ottima compagnia” mi ha detto la signora, tra tanto altro. E siamo solo in un paese interno al centro della dorsale appenninica!

E’ storicamente risaputo e comprovato che l’incontro dei popoli ha sempre prodotto vicendevoli scambi ed accettazione o considerazione dell’una e dell’altra cultura. Oggi in quasi tutto il mondo si mangiano più frequentemente il kebab (carne speziata di agnello, manzo, pollo sagomata e grigliata con uno spiedo verticale) e la pizza italiana (matrimonio sempre più consolidato!). In fatto di religione, ci sono islamici che si convertono al cattolicesimo e cattolici che abbracciano l’islam. Pensiamo, inoltre, ai matrimoni misti o alle tantissime persone che, per motivi di lavoro, risiedono in un Paese che non è quello natìo assorbendone più o meno alcune caratteristiche. E il turismo?… la suddetta famiglia abruzzese ne è una chiara conferma. Non affatto trascurabile è l’aspetto finanziario che rende l’Occidente assai penetrabile dai “petroldollari”. RADIO EBRAICA MODERNAPiano piano la cosiddetta “globalizzazione” mescola i popoli, i quali normalmente, pur non rinunciando assolutamente alla propria identità, sembrano accettare di buon grado influenze altrui o semplici adattamenti. Certo, i cosiddetti “fondamentalismi” cercano di frenare, danneggiare o impedire questa mescolanza, la quale però è ormai assolutamente sempre più inevitabile, dal momento che da millenni le innocenti “contaminazioni” reciproche sono il sale dell’Umanità. Ovviamente, ogni “mescolanza” può produrre e produce inconvenienti, i quali, benché spesso siano assai gravi, non impediscono l’utile e vantaggioso incontro tra le genti (è fisiologico il prevedibile lato negativo in qualsiasi impresa umana). E’ risaputo, comunque, che la reciproca volontaria conoscenza o lo stato di necessità (fame, persecuzioni, ecc.) sono più forti di ogni potenziale o prevedibile rischio. Ci possono essere gravi dissidi persino tra coniugi e tra familiari e consanguinei, ma ciò non toglie che è generalmente irrinunciabile il matrimonio, la vita di coppia e la costituzione di nuove famiglie, convivenze o alleanze o comunità esistenziali.

UnitedNationsHumanRights_LogoPerciò, tornado alla musica (sia pop-islam che islam-pop), è inevitabile che, col tempo (anche se più lentamente), ci sia un intreccio di note e di gusti musicali tra le genti, pure in Occidente, in particolare in Italia solitamente più predisposta alle assimilazioni. Per questo ho fiducia che entrambe le tendenze (adesso è in netto vantaggio l’islam-pop) siano positive e possano giovare al sano incontro tra i popoli, specialmente quelli dell’area mediterranea che, da millenni, ne condividono maggiormente vita e cultura. Come lo sport (perché non realizzare le Olimpiadi Musicali???) la musica può aiutare moltissimo i popoli (persino quelli apparentemente più antitetici) a vivere in pace e a realizzare insieme vero reciproco progresso (e possibilmente amore). Sono proprio un “visionario”?… Cordialità.

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Domenico Lanciano

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