Caro Tito, come ti accennavo, nella mia precedente lettera, il tema di “Calabria Prima Italia” è uno dei miei “cavalli di battaglia” socio-culturali da quando ho acquisito la piena consapevolezza che sia una grande risorsa il fatto, o meglio, il privilegio storico davvero unico e irripetibile che il nome “Italia” sia nato proprio in Calabria oltre tre millenni fa. Non ricordo che alle scuole elementari (a Badolato Marina), medie (a Catanzaro Lido) e superiori (a Soverato, Locri e Crotone) mi sia stato mai detto che il nome Italia fosse nato proprio nella stessa nostra zona. Ne ho avuto consapevolezza all’Università di Roma, quando ho scelto, nel 1973, come tesi di laurea, un tema storico-sociologico territoriale sul mio paese. Se lo avessero detto (a me e ai miei compagni di scuola) me lo sarei ricordato ancora adesso. Ma un simile “ignorare” queste nobili radici è la normalità, non una eccezione. Purtroppo!

 Infatti, nei primi anni ottanta, volli effettuare una indagine demoscopica (telefonica e cartacea) per capire quanti italiani erano a conoscenza dell’origine geografica, temporale e del significato del nome Italia. Ho fatto un migliaio di telefonate, equamente suddivise in proporzione agli abitanti di ogni regione italiana, presso abitazioni private ed uffici. Ho inviato appositi questionari da compilare per alunni e docenti di numerose scuole di ogni ordine e grado col medesimo metodo proporzionale per regioni (consultando persino le scuole delle piccole isole come Elba e Capri, Lampedusa e Pantelleria). Una mole significativa di risposte, adeguatamente elaborate in statistiche niente affatto incoraggianti. In pratica, il 95% degli italiani (almeno 30 anni fa) non sapeva nulla della nascita e del significato del nome Italia. Ho motivo di ritenere che la situazione oggi sia piuttosto peggiorata: un dato che non premia affatto tutte le Istituzioni nazionali (non soltanto la Pubblica Istruzione). E questo nonostante il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (durante il suo mandato 1999-2006) si sia impegnato almeno a far cantare l’inno nazionale agli italiani, rivalutandolo.

 Perciò, da parte mia, da oltre trenta anni a questa parte, è tutto uno continuo scrivere ai Responsabili delle Istituzioni statali, regionali, provinciali, comunali per la valorizzazione del nome Italia e della Prima Italia. Finora, purtroppo, senza alcun risultato. E già questo, per un Paese veramente civile, è un grosso dato negativo, pure perché significa che, nonostante i temi siano di particolare interesse nazionale, il cittadino-proponente non ha alcuna considerazione, nemmeno democratica e nemmeno nell’uso di una risposta seppure formale, di normale cortesia (ricordo che, nonostante la discrezionalità della Pubblica Amministrazione, c’è una legge dello Stato che impone agli enti di rispondere ad ogni e qualsiasi lettera segnalando pure chi ce l’ha in carico). Ma io, tralasciando amarezze e mortificazioni, vado avanti “vocazionalmente” e, per amor di patria e di dignità storica e sociale della Calabria, mi sono ripromesso di “lottare” (ovviamente, anche per altre più gravi problematiche sociali) fino a che ne avrò possibilità, cioè fino al proverbiale “ultimo respiro”.

 Una prova (che oserei definire “solenne” e che ti documento e partecipo) di tutti questi miei ripetuti appelli alle Istituzioni è la “Lettera aperta al Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro” che ho fatto pubblicare giovedì 14 gennaio 1993 nella pagina 13 del “Corriere del Molise” (allora il più diffuso e prestigioso settimanale regionale). In tale lettera avanzavo quattro proposte (già scritte a suoi predecessori al Quirinale, a presenze e presidii istituzionali territoriali). La prima, realizzare un convegno storico al più alto livello sulle origini e i perché del nome Italia. La seconda, denominare proprio “Calabria Prima Italia” la nostra Regione. La terza, sollecitare maggiore sensibilizzazione istituzionale ed operativa a livello nazionale ed internazionale creando un “Istituto per l’Unità Italiana”.

La quarta, organizzarsi fin da allora (1993) per il bimillenario (ricorrente nell’anno 2042) della denominazione unica del nome Italia dalla Sicilia alle Alpi, per via del già citato decreto del 42 a.C. emanato dell’imperatore Ottaviano Augusto. Ormai, da oggi mancano soltanto 29 anni all’avvento del bimillenario della prima, più completa e vera Unità d’Italia. Si farà qualcosa a riguardo?… L’esperienza negativa mi autorizza ad essere più che pessimista!…

Pensa, caro Tito, che, tra l’altro, mi ero appellato al Presidente Scalfaro (evidenziandolo in tale “Lettera aperta”) pure ricordandogli le sue origini calabresi (è nato a Novara nel 1918 ma da famiglia proveniente dall’odierna Lamezia Terme … cioè, proprio dal cuore più autentico della nascita della Prima Italia tra il Golfo di Squillace e il Golfo di Lamezia)!… Avrebbe dovuto rispondermi (anche se negativamente) soltanto per questo nostro essere figli della stessa Terra!… Niente! Sordo e muto, come tutte le altre Istituzioni, finora.

 Speriamo che il nuovo anno 2013 possa essere benevolo in questa come in altre nostre migliori aspirazioni. Buon Anno, davvero, anzi “Superlativo Anno” per te, per i nostri lettori e per le rispettive famiglie. E, in particolare, per la nostra “Calabria Prima Italia”.

 Domenico Lanciano

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