legambienteÈ da tempo che l’associazione ambientalista chiedeva un intervento per salvaguardare uno dei tratti più belli della costa calabrese.

Legambiente esprime soddisfazione per il nuovo sequestro disposto dalla Procura di Repubblica di Crotone del cantiere del “Marine Park Village” che ha bloccato i lavori di costruzione di un villaggio turistico in località Punta Scifo nell’area marina protetta di Capo Rizzuto.

L’associazione ambientalista chiede da tempo un intervento risolutivo delle Autorità competenti a salvaguardia di uno dei tratti costieri più belli ed importanti della regione Calabria, sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici, ambientali ed archeologici.

Nel novembre del 2016 Legambiente aveva chiesto fra l’altro l’intervento della Commissione Europea per presunta violazione del diritto comunitario con una specifica segnalazione comunicata anche al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Calabria. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con nota prot. 2642 del 7.2.2017, comunicava di avere interessato, ognuno per il proprio ambito di competenza, la Soprintendenza Archeologica e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone nonché la Regione Calabria, che non risulta abbiano fornito, allo stato, riscontro alla richiesta.

Quella di Punta Scifo, sottolinea l’associazione del Cigno è una bellezza naturale e culturale inestimabile, nel cuore della Magna Grecia, e i suoi pregevoli siti archeologici, come quello di Capo Colonna, non possono essere minacciati da una colata di cemento costituita da 79 bungalow con rispettivi basamenti in cemento armato.

“L’opera che si vorrebbe realizzare è posta, inoltre, in prossimità del Sito di Interesse Comunitario “fondali da Crotone a Le Castella” rientrante nella rete Natura 2000, comportandone grave rischio – sottolinea Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e Biodiversità di Legambiente  – e ribadisce una volta di più quanto paradossale sia una vicenda in cui un progetto di questa portata abbia potuto proseguire fino a  questo momento nel silenzio e nell’indifferenza generale di enti ed istituzioni, in una regione come la Calabria che è già stata posta tra l’altro sotto procedura di infrazione dalla Commissione Europea per inadempienza nei confronti degli obblighi previsti Direttiva Habitat, quali la designazione dei SIC in Zone Speciali di Conservazione”

Il sequestro posto ora in essere dalla Procura di Crotone segna un punto di svolta nell’indagine in corso nella quale sono indagati, a vario titolo, amministratori pubblici ed imprenditori per i reati di lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e falso ideologico.

Una nuova tappa nell’ennesima vicenda di insensato scempio del territorio calabrese che si spera conduca all’accertamento di tutte le illegalità ed alla condanna dei responsabili.

Legambiente proseguirà quindi, come sottolinea Anna Parretta, legale del Centro di azione giuridica dell’associazione ambientalista, il proprio lavoro in tutte le sedi possibili, a tutela della natura e della collettività calabrese anche attraverso la costituzione di parte civile nel procedimento penale.

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