polizia arresto1Nella giornata del decorso 17 settembre, su delega della Procura della Repubblica di Catania, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa in data 15.9.2014 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, traendo in arresto Belfiore Sebastiano (cl.1982), ritenuto responsabile di rapine aggravate.

 In particolare, nell’arco temporale ottobre 2013 – marzo 2014 si registravano diverse rapine in danno di cittadine extracomunitarie dedite al meretricio in alloggi ubicati in questo capoluogo.

Le indagini condotte da personale della Sezione “Contrasto al crimine diffuso” consentivano di verificare che le vittime, tutte contattate telefonicamente in ragione dell’attività svolta, venivano raggiunte da un individuo presso il posto di lavoro – mini appartamenti utilizzati come alcova, ndr – laddove, al termine di contrattazioni finalizzate a prestazioni sessuali (che non si realizzavano), il potenziale cliente chiedeva di poter usufruire del bagno e, estratta una pistola, intimava la consegna di denaro e del cellulare delle donne sul quale era registrato il contatto telefonico.

In particolare, mentre le straniere sotto la minaccia dell’arma rimanevano paralizzate dal terrore, il malvivente asportava cifre variabili tra 700 e 800 euro e in talune occasioni anche dei telefoni cellulari.

Le donne sporgevano denuncia presso questi Uffici fornendo una dettagliata descrizione del responsabile.

Le immediate indagini svolte dal personale della citata Sezione, avviate a seguito della prima denuncia sporta da una cittadina sudamericana alla fine del mese di ottobre dello scorso anno, consentivano di verificare, attraverso l’analisi dei tabulati telefonici correlati alle utenze delle donne, che vi erano delle utenze chiamanti in prossimità degli appuntamenti sfociati nelle rapine utilizzate dal Belfiore  (in quanto intestate a soggetti legati al predetto).

Sulla base degli elementi raccolti, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania richiedeva l’applicazione di misura cautelare ed il G.I.P. del Tribunale, riconoscendo la fondatezza delle fonti di prova raccolte, emetteva la misura cautelare in parola.

Espletate le formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di “piazza Lanza”.

 

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